Incubo cirrosi epatica, ammalati già a scuola i primi bicchieri si bevono a 11 anni
(Articolo di Wanda Valli tratto dal sito http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/07/23/news/incubo_cirrosi_epatica_ammalati_gi_a_scuola_i_primi_bicchieri_si_bevono_a_11_anni-92186173/ del 23 luglio 2014)
L’allarme del report semestrale del Centro Alcologico Regionale, in aumento i casi di dipendenza e i tumori al fegato.
Sono due cifre: 9,3 per cento, e fanno paura. Segnalano la percentuale di giovani, fra i 17 e i 30 anni, già dipendenti da alcol e in cura, che si ritrovano malati di cirrosi epatica. Vuol dire che i giovanissimi in Liguria incominciano a bere presto, molto presto, tra gli 11 e i 14 anni, spesso si trasformano in bevitori abituali e rischiano di ammalarsi, molto più che cinque o quattro anni fa. Non solo. La cirrosi è una malattia che, in genere, ha un’incubazione di circa 10-30 anni, mentre, nei ragazzi già in cura per dipendenza, l’alcol ha indebolito difese e il periodo di incubazione si è ridotto, in alcuni casi, a una media intorno ai cinque anni. L’allarme arriva dal report semestrale del Centro Alcologico regionale. Segnala anche un aumento di alcol dipendenti sempre tra i giovani, fascia di età tra i 17 e i 30 anni, e, altro dato preoccupante, un aumento dei tumori al fegato tra i giovanissimi che sono stati monitorati. Gianni Testino, epatologo, è il direttore del Centro Alcologico di San Martino, conferma e spiega: “In effetti c’è stato un aumento considerevole di casi di cirrosi epatica tra i giovani rispetto ai dati dei cinque anni precedenti. Da che cosa dipende? Intanto dal fatto che i ragazzi incominciano a bere sempre prima, a partire dagli 11-12 anni”. Non solo, ma i pre-adolescenti che scelgono di divertirsi o di provare l’alcol, sottolinea il professor Testino, concentrano il consumo nel fine settimana “cosa che rende il fisico più in affanno perché fegato e cervello sono sovraccarichi”. La strada per provare ad arginare il fenomeno di alcolismo tra i giovanissimi, pasproprio sa, secondo Testino, dalla prevenzione. Dice: “Dobbiamo lavorare già con i più piccoli, i bimbi delle elementari, pensando che questa educazione incomincerà a dare risultati concreti non prima di cinque o dieci anni”. Sembra l’unica strada efficace. Lo conferma l’esperienza della Svezia: “Nel 1994, nelle loro scuole elementari iniziarono corsi di educazione e stile vita. Avevano un livello medio di vita libera da malattie a 58 anni, mentre in Italia e in Liguria si era intorno ai 70 anni. Vent’anni dopo i dati si sono rovesciati”. Nella prevenzione c’è anche il controllo medico in un centro, come questo del San Martino dove gli epatologi hanno sempre più lavoro, per il collegamento stretto con l’alcol e i danni che causa all’organismo. Testino: “Noi riusciamo a curare i giovani che si ritrovano cirrotici, una patologia che tradizionalmente colpiva fasce di età più avanzate”, ma il problema, ripete, va affrontato alla radice. Aumentano, segnala il report, i casi di tumori al fegato. Nel primo semestre di quest’anno, 883 ecografie ne hanno svelato 40, di questi 14 in fase precoce con il 21 per cento di pazienti sotto i trent’anni. Se non bastasse, sono in arrivo le macchinette che distribuiscono la notte birre o superalcolici. Lo ha concesso l’Unione Europea a furor di lobby.