Binge Drinking: etimologicamente il termine ci riporta letteralmente “abbuffata alcolica”
(Articolo di Ornella De Rosa tratto dal sito http://magazinepragma.com/psicologicamente/binge-drinking-si-diffonde-sempre-piu-giovani/ del 09 maggio 2016)
Con tale termine si descrive un fenomeno complesso che si va diffondendo a macchia d’olio soprattutto tra i giovani. Si tratta di mischiare varie bevande alcoliche sotto un impulso incontrollato, dove non è la mente razionale a gestire ma la mente emotiva, di cui si diventa ostaggio. Le caratteristiche sono che l’assunzione di alcol avviene in maniera molto rapida, senza sorseggiare ma ingoiando quantità al di sopra della soglia di tolleranza fino a sentirsi male. Lo scopo è quello di provare ebbrezza fino ad ubriacarsi con serie conseguenze per la salute.
Questo fenomeno si sta diffondendo in maniera esponenziale soprattutto tra gli adolescenti maschi. Inizialmente sicuri di poter gestire in maniera semplice il fenomeno, si ritrovano in situazione estreme e incontrollate. Si rivela ormai una problematica psico-sociale su cui intervenire in maniera decisa e determinata.
Il Binge Drinking è più probabile che si verifichi in situazioni sociali, feste, party, serate in discoteca, eventi. La pericolosità è molto sottovalutata ma, a lungo andare, si può trasformare in una vera e propria patologia, l’alcolismo, e quindi portare allo sviluppo della dipendenza da alcool.
Oltre a gravi danni fisiologici, come danni al sistema cardiaco, ormonale, epatico, un impatto negativo si evidenza anche sulla salute psicologica e cognitiva. Possono verificarsi anche danni psicologici, come depressione, disturbi dell’umore, difficoltà nella gestione delle emozioni, depressione, insonnia ,disturbi sessuali, irritabilità, alterazione della memoria a breve e a lungo termine, disturbi di concentrazione e apprendimento. Tutto ciò ha un alto impatto sulla quotidianità, e sulla qualità della vita del binge drinker che mette in grave rischio la sua salute fisica e psicologica.
Le motivazioni sono varie e comuni a tante altre dipendenze come una fuga dalla realtà, bassa autostima, senso di solitudine, per disinibirsi prima di un rapporto sessuale. Il binge drinker agisce sotto l’impulso della mente emotiva, dove le emozioni assumono il controllo, il comando e i pensieri e i comportamenti sono regolati dall’emozione del momento. Il comportamento è impulsivo e le situazioni sono affrontate in modo reattivo e smisurato.
L’alcol diventa un modo temporaneo per rendere meno intensa l’esperienza emotiva, calmandosi, stordendosi, anestetizzando le emozioni. Ma il sollievo ottenuto è soltanto temporaneo. Occorre trovare un sistema di regolazione delle emozioni. Imparare modalità efficaci per far fronte alla sofferenza mentale in maniera tale che quando un’emozione sgradevole si presenterà si saprà gestirla.
Il problema non sono le emozioni, ma il comportamento adottato per rispondere allo stimolo emotigeno. Soffocare le emozioni con l’alcol interferisce con i comportamenti che possono dar luogo a veri e propri miglioramenti della propria vita. Bisogna spezzare il legame tra provare emozioni sgradevoli e servirsi dell’alcol per farvi fronte, cercando una strategia giusta affinché la gestione delle emozioni diventi funzionale a se stessi.