COMUNICAZIONE
Si avvisa che, per problemi con infinito.it, dal 08 gennaio 2018 il nostro indirizzo mail sarà:
(Articolo tratto dal sito http://www.informasalus.it/it/articoli/tumori-fumo-alcol-morte.php del 06 dicembre 2017)
Le persone con tumori del collo e della testa che fumano e bevono alcolici hanno maggiori probabilità di morire rispetto ai non fumatori e agli astemi. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Saint Louis University School of Medicine guidati da Nosayaba Osazuwa-Peter.
La ricerca ha coinvolto 463 pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo. Circa la metà dei pazienti è stata monitorata per almeno sette anni. Nel corso dello studio, 254 persone (ovvero il 55% dei pazienti inclusi nello studio) sono decedute. Si è visto in particolare che coloro che fumavano al momento della diagnosi, avevano il doppio delle probabilità di morire rispetto ai non fumatori, e le persone che consumavano di alcolici avevano il 68% di probabilità in più di morire.
Circa la metà dei fumatori è sopravvissuta per almeno 7 anni dopo la diagnosi, mentre circa la metà dei non fumatori è sopravvissuta per almeno 17 anni.
Il carcinoma a cellule squamose della testa e del collo è considerato universalmente come il settimo tipo più comune di cancro. Ogni anno, in tutto il mondo, vengono diagnosticati 600.000 nuovi casi a livello globale. Si tratta di tumori più comuni negli uomini e nelle persone tra i 50 e i 60 anni, ma un numero crescente di casi viene diagnosticato anche in pazienti più giovani.
(Articolo tratto dal sito https://www.scienzenotizie.it/2017/12/05/adolescenti-e-suicidio-rischi-moltiplicati-con-genitori-poco-empatici-5726121 del 05 dicembre 2017)
Genitori disinteressati o troppo severi rappresentano uno dei rischi maggiori per la salute psichica degli adolescenti e dei bambini con un aumento del tasso di suicidio.
Gli adolescenti con genitori severi e poco sensibili hanno un rischio maggiore di suicidio. A rivelarlo è una ricerca dell’Università di Cincinnati basata su una serie di dati dello studio “2012 National Survey on Drug Use and Health“, una ricerca incentrata sull’uso stupefacenti, alcol e farmaci senza prescrizione dei giovani. Secondo i dati il rischio suicidio è molto alto tra i giovani tra i dodici ed i diciassette anni con genitori poco empatici e disinteressati alla vita dei figli. Una mancanza di sostegno che può risultare fatale per i ricercatori.
Sono gli adolescenti tra i 12 ed i 13 anni a vivere una condizione di maggiore disagio con un rischio di suicidio superiore di cinque volte rispetto ai giovani della stessa età coinvolti emotivamente con i genitori. Dati preoccupanti anche per gli alunni che non ricevono mai un aiuto nei compiti a casa o un apprezzamento per i buoni risultati raggiunti. Una situazione preoccupante anche per i ragazzi con un’età compresa tra i 16 e i 17 anni che hanno mostrato un’attitudine al suicidio tripla rispetto ai coetanei. Insomma il suicidio è una possibilità molto più concreta per i bambini che non sentono l’affetto del padre e della madre.
Il Club è una piccola comunità multifamiliare , composta da persone con problemi collegati al consumo di alcol e dai loro familiari, coordinata da un operatore volontario.
I club seguono il metodo ecologico-sociale del dott. Hudolin
– Ci si riunisce una volta alla settimana in un luogo, giorno ed orario fisso.
– Tutta la famiglia partecipa agli incontri e ai momenti di formazione, per una crescita e maturazione personale.
– Il club è una opportunità che viene offerta a chiunque a titolo gratuito.
“ Sei mai stato infastidito da critiche sul tuo modo di bere ? “
“ Hai mai bevuto alcolici appena alzato ?
“Hai mai sentito la necessità di ridurre il tuo bere ?
“ Pensi che un tuo figlio abbia qualche problema con il consumo delle bevande alcoliche?”
Quando si tratta l’argomento alcolismo l’attenzione viene posta quasi esclusivamente sul soggetto colpito e sul comportamento compulsivo dello stesso. Questo, tuttavia, non basta, perché come evidenziano molte ricerche psicologiche, l’alcolismo è una vera e propria patologia che affligge tutta la famiglia.
Svariati studi in merito, si sono concentrati sulle conseguenze a breve e a lungo termine dei figli di alcolisti.
Dunque, bambini possono interagire col disagio sviluppando diversi disturbi come quelli legati al sonno, ansia e sintomi depressivi, disturbi del comportamento e difficoltà a livello scolastico come non riuscire a concentrarsi. C’è da sottolineare, inoltre, che i bambini di genitori alcolisti sono chiamati a ricoprire ruoli diversi dal semplice “essere figlio” dovendo non poter vivere come i loro coetanei. E, proprio per questo, costretti ad assumere responsabilità eccessive ed inadeguate alla loro età.
E’ lieto di comunicare che, a partire dal 13 ottobre 2017, sarà attivo un nuovo Club, il 761 “BUCANEVE” a Isola della Scala (Vr), condotto dalla Servitrice Insegnante Grazia Nicosia.
La sede del Club è ubicata presso Palazzo Rebotti, in Via Rimembranza, Isola della Scala (Vr).
Con l’occasione si terrà, presso la Sala Civica, dalle ore 20,30, l’Interclub territoriale. Il tema è: “RICONOSCENZA: La capacità di saper cogliere ciò che ci viene donato”, con testimonianze e consegna Attestati.
La serata terminerà con un buffet per tutti i partecipanti, offerto da Acat Villafranca Castelscaligero.
(Articolo di L.FEBB. tratto dal sito http://www.bresciaoggi.it/territori/valcamonica/schiavit%C3%B9-dall-alcol-un-libro-raccontale-vittorie-e-i-pericoli-1.5851828 del 23 luglio 2017)
L’idea era quella di raccontare la quotidianità di una comunità di recupero, in questo caso la «Casa di Enzino» fondata vent’anni fa a Sonico, utilizzando gli scritti degli ospiti che grazie all’aiuto degli educatori sono riusciti a tornare a una vita normale. È stata concretizzata da Fortunato Pogna, braccio destro di don Antonio Mazzi, e alcuni suoi collaboratori, tra gli altri Simone Pecorari, dando alle stampe il volume intitolato «Ci sono storie…e storie»: quasi duecento pagine di racconti, arricchite dai disegni dell’artista Sergio Rota Sperti. Continua a leggere →
(Articolo di Massimo Canorro tratto dal sito https://www.paginemediche.it/news-ed-eventi/giovani-e-alcol-l-83-ne-fa-un-uso-sconsiderato del 21 luglio 2017)
La grande abbuffata. Di alcol. Non stiamo parlando, infatti, del film diretto da Marco Ferreri nel 1973, bensì della cosiddetta “abbuffata alcolica” che sempre più giovani continuano a praticare, incuranti delle terribili conseguenze. Sono sempre più frequenti, in questo senso, i campanelli di allarme. E sul rapporto (deleterio) di molti giovani con l’alcol si è espressa anche una ricerca dell’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze Patologiche dell’Azienda Usl di Bologna, dal quale emerge che su 390 ragazzi e ragazze felsinei tra i 18 e i 29 anni, suddivisi tra studenti, lavoratori e in cerca di occupazione, l’83% fa un uso estremo di alcol, concentrato in un’occasione. Continua a leggere →
(Articolo di Fabio di Todaro tratto dal sito http://www.lastampa.it/2017/07/20/scienza/benessere/alcolici-e-comparsa-di-tumori-lultimo-rapporto-europeo-parla-di-rischi-alti-e-sottovalutati-8jIMSyHFs7F8nMcb1esJ6I/pagina.html del 20 luglio 2017)
Viviamo nel continente che consuma il maggior quantitativo di bevande alcoliche: con più di un quinto della popolazione di età superiore ai 15 anni che ingolla quattro bicchieri al giorno almeno una volta a settimana e un utilizzo annuo pro-capite che raggiunge la quota di nove litri. Di conseguenza, senza un’inversione di rotta, dovremo prepararci a un aumento dei tumori dell’apparato digerente: al colon-retto (nei consumatori moderati), a cui si aggiungono quelli all’esofago, allo stomaco, al fegato e al pancreas (nei forti bevitori).
Gli effetti cancerogeni dell’alcol sono ancora troppo sottovalutati
Se pochi giorni fa i riflettori erano stati accesi sul rischio di ammalarsi di tumore al seno, l’ultimo spunto che giunge dalla comunità scientifica riporta l’attenzione sui tumori dell’apparato digerente. Messe assieme, queste neoplasie provocano ogni anno tre milioni di decessi nel mondo: più di un terzo conteggiato per cause oncologiche.
I gastroenterologi europei, nelle 32 pagine del dossier, non hanno usato giri di parole: il problema è endemico e parlare dell’alcol come di un cancerogeno deve diventare una priorità per le istituzioni, dal momento che nove cittadini europei su dieci ignorano il rischio oncologico correlato al consumo di birra, vino e superalcolici. Uno stupore che può essere ricondotto alla scarsa cultura che porta a sottovalutare gli effetti dell’alcol sul nostro organismo, così come fino a mezzo secolo fa avveniva con il fumo di sigaretta.
Eppure il Codice europeo contro il Cancro, redatto dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) di Lione riconosce come cancerogene certe per l’uomo. Un messaggio che però non arriva sempre a destinazione, se i consumi risultano in crescita sia lontano dai pasti (nei giovani) sia negli anziani (più abituati a bere a pranzo e a cena).
Alcol e rischio oncologico: non esistono dosi sicure
Vero è che il rischio, così come per gli altri cancerogeni, è direttamente proporzionale alla dose di esposizione: più se ne consuma, maggiori sono le probabilità di ammalarsi. Ma per i consumatori occasionali occorre comunque precisare che «non esistono livelli di consumo sicuri correlati al rischio oncologico». Tutte le bevande hanno lo stesso effetto, anche se gli esperti non escludono che un piccolo aumento del rischio possa essere ricondotto al consumo di vino di scarsa qualità, «che potrebbe contenere al suo interno altre sostanze dannose». Un messaggio che cozza con quello diffuso spesso con troppa superficialità, secondo cui un bicchiere di vino al giorno farebbe bene alla salute. L’abbinamento con il fumo, piuttosto frequente, come riportato in una ricerca pubblicata nel 2015 sul «Journal of Neurochemistry», non migliora la situazione: anzi.
Serve un impegno deciso da parte dell’Unione Europea
Per affrontare la questione, endemica, l’Unione Europea dovrebbe prendere di petto il tema dell’uso dannoso dell’alcol: questo l’appello lanciato dai gastroenterologi europei, che invocano una risposta integrata che contempli l’aumento della tassazione sulle bevande alcoliche, una maggiore regolamentazione delle politiche di marketing (con un’etichettatura più chiara e responsabile) e il miglioramento nell’accesso ai servizi di alcologia (per intercettare prima i consumatori a rischio). Nel dossier viene preso a modello l’esempio della Francia, che negli ultimi anni ha vietato i consumi di bevande alcoliche sui luoghi di lavoro: contribuendo al calo già registrato, sia sul piano quantitativo sia dell’incidenza di malattie oncologiche dell’apparato digerente.