Le aritmie fatali e l’alcol
(Articolo di Luigi Cucchi tratto dal sito http://www.ilgiornale.it/news/cronache/aritmie-fatali-e-lalcol-1121845.html del 29 aprile 2015)
In Europa un incidente su quattro è originato dal consumo di alcolici.
Sulle strade si continua a morire a causa dell’alcol. Danneggia il fegato, il cervello, ma anche il cuore: bastano pochi bicchieri di vino uniti a superalcolici per aumentare fino a otto volte il rischio di aritmie cardiache.
Secondo i cardiologi molti incidenti del sabato sera sarebbero causati proprio dagli effetti cardiaci del troppo alcol: le aritmie possono provocare svenimenti mortali se ci si trova alla guida. «La probabilità di danni seri cresce esponenzialmente se, come spesso accade, all’alcol si aggiungono sostanze stupefacenti come cocaina, ecstasy o le nuove pillole di droghe sintetiche consumate dai giovani: in questi casi il pericolo di effetti cardiaci anche letali aumenta di tre volte. L’abitudine a bere molto tutto insieme, il cosiddetto binge drinking, apprezzato dai giovanissimi durante il weekend, è ad alto rischio per il cuore», spiega Alessandro Capucci, professore di malattie dell’apparato cardiovascolare all’università Politecnica delle Marche. L’ingestione di alcol aumenta la quantità di catecolamine in circolo: queste sostanze fanno da innesco alla comparsa di aritmie, la più frequente delle quali è la fibrillazione atriale acuta».
Ogni anno in Europa muoiono 7mila persone in incidenti stradali dovuti alla guida in stato d’ebbrezza. La Commissione europea stima che oltre un morto su quattro sulle strade, dei 26.200 registrati nell’UE nel 2013, siano imputabili all’alcol. Il dato è emerso in incontro di studio promosso dalla Fondazione Ania e dalla Etsc (European trasport Safety Coucil) per chiedere «tolleranza zero» sulla guida in stato di ebbrezza. Malgrado le sanzioni contro chi guida ubriaco, i bevitori non desistono e alimentano le statistiche sulle vittime della strada. L’Istituto Superiore di Sanità stima comunque gli incidenti stradali alcolcorrelati pari al 30-35% del totale di tutti gli incidenti. Per l’Oms sono la nona causa di morte nel mondo fra gli adulti, la prima fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda per i ragazzi dai 10 ai 14 e dai 20 ai 24 anni. Si stima, inoltre, che senza adeguate contromisure, entro il 2020 rappresenteranno la terza causa globale di morte e disabilità. Il peso di questo problema non è distribuito in maniera uniforme ed è fonte di una crescente disuguaglianza tra i diversi Paesi, con svantaggi socioeconomici delle categorie di persone più a rischio. In Italia, grazie alle molte campagne di sensibilizzazione tra il 2001 e il 2009 gli incidenti con lesioni a persone sono passati da 263.100 a 215.405 (-18,1%), i decessi da 7.096 a 4.237 (-40,3%) e i feriti da 373.286 a 307.258 (-17,7%).In Europa un incidente su quattro (il 25%) è correlato all’alcol. Inoltre, negli incidenti causati da guida in stato di ubriachezza il 96% delle persone coinvolte è rappresentato da individui di sesso maschile, di cui il 33% giovani o giovani adulti di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Secondo le stime dell’Oms ogni anno i morti sulle strade sono circa 1,3 milioni e le persone che subiscono incidenti non mortali sono tra i 20 e i 50 milioni. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nei giovani di età compresa tra i 5 e i 29 anni ed hanno un impatto sulle economie dei singoli Paesi superiore al 3% del prodotto interno lordo. Giovani vite falciate sulle strade.
Il 70% degli incidenti mortali avviene nei Paesi più poveri e, all’interno dei Paesi dell’ex Unione sovietica, il tasso di mortalità è circa quattro volte superiore a quello dei Paesi nordici. I Paesi dell’Est europeo sono quelli con la più alta proporzione di incidenti mortali per i pedoni, mentre Italia, Grecia, Malta, Cipro e Francia sono gli Stati con il più elevato numero di decessi per incidenti mortali in moto.