Lo ha lasciato, lui da anni la tormenta
Verona, 18 settembre 2013
STALKING. Era stato arrestato e condannato nel 2011, in primavera ha ripreso a perseguitarla: ora un’altra condanna. La seguiva e lanciava sassi alla finestra. Una volta si arrampicò sulla grondaia. Prende un anno e mezzo.
Dopo il patteggiamento in tribunale (nella foto il cortile), è ai domiciliari
Nel 2011 era stato arrestato perchè, nonostante il divieto di avvicinarsi alla ex convivente (che l’aveva denunciato per le vessazioni e le botte alle quali era sottoposta e causa delle quali lo aveva lasciato), l’aspettava sotto casa. Era anche andato a cercare lei e i figli nella struttura protetta in cui la donna si era rifugiata e in un’occasione si era arrampicato sulla grondaia scavalcato il balcone. L’aspettava fuori dal posto di lavoro rendendole difficile non solo la vita ma anche il mantenimento dell’impiego. Una persecuzione che aveva spinto il gip, nel luglio del 2011, a vietargli di vedere lei e bambini. Niente da fare, per Giuseppe l’allontanamento e la fine della relazione era stata un’offesa che non aveva accettato. E nell’agosto dello stesso anno finì in carcere per poi patteggiare, davanti al giudice Giuditta Silvestrini, un anno di reclusione. Era già recidivo all’epoca, ma non ha smesso di tormentare lei, nonostante il carcere. Così una volta uscito da Montorio la prima cosa che ha fatto è stato riprendere a perseguitarla. In primavera ha ricominciato a pedinarla e a minacciarla. Sono intervenuti i carabinieri che lo avevano allontanato ma la sera dopo (il 18 marzo 2013) si è attaccato al campanello, ha lanciato sassi alla finestra insultandola. Il giorno seguente le aveva inviato un numero impressionante di messaggi chiedendole di vedere i bambini. Avrebbe voluto anche che lei si concedesse. Di fronte alle mancate risposte è passato ai fatti, è andato a casa di lei, si è attaccato al campanello e poi ha iniziato a bussare violentemente (come recita il capo d’imputazione) contro la finestra. Lei, barricata nell’appartamento, ha chiamato i carabinieri e nonostante la presenza dei militari l’ha minacciata: «io vado in galera per 5 anni ma quando esco cambia paese e città a vai in America». E in quell’occasione fu arrestato la seconda volta: ieri, difeso dall’avvocato Simone Bergamini, Giuseppe davanti al giudice Livia Magri ha patteggiato un anno e sei mesi. Ora è ai domiciliari. Dove resterà.
(Articolo di F.M. tratto dal sito www.larena.it )