Gioco d’azzardo? Una patologia che può danneggiare tutti.
Gentile Martorana, sto scrivendo una tesi sul gioco d’azzardo in Italia. Mi piacerebbe avere una sua opinione e sapere che pensa della nuova mozione della Lega Nord che vieta per un anno l’apertura di nuovi centri pubblici per il gioco d’azzardo. La ringrazio e porgo i miei più cordiali saluti, David
Caro David, mi sembra una piccola goccia di buon senso nel marasma in cui viviamo. Avrebbero dovuto vietare l’apertura di nuovi centri pubblici per sempre, non solo per un anno. Certo, il fatto che qualcuno al Senato ci abbia pensato e abbia persino battuto, in questo aspetto, il Governo è già qualcosa, visto lo scollegamento dei politici con la vita reale. Non certo ultimo, considerato l’introito di 6 miliardi di euro annui, piatto ricco per uno Stato sanguisuga. Da tempo infatti era in vorticoso aumento il gioco d’azzardo in Italia ( con frequenti aperture di sale giochi e bar colmi di slot machine, per non parlare dei pop up in Internet ), come lei ben saprà visto che sta redigendo una tesi. Ma non solo. La dipendenza da gioco ( stando alla classificazione del DSM-IV, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, IV edizione) è stata già ritenuta patologia, rientra nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi, con forte attinenza con la tossicodipendenza. Sono usciti diversi libri sul gioco d’azzardo patologico o ludopatia. Di conseguenza, abbiamo un costo sociale in più per curare alla ASL le persone afflitte. Sperando si facciano curare, s’intende. Perché per poter dar sfogo alle giocate compulsive di solito si sono indebitate, non certo con i parenti o con gli amici. Hanno perlopiù fomentato i piccoli o grandi racket della malavita, dove esiste tanto denaro ed è in nero, naturalmente. Soldi chiesti e avuti a interessi altissimi tentando e ritentando di recuperare le perdite sulla scia dell’ingenuo ” se oggi ho perso, domani vincerò senz’altro”. E alcuni arrivano a derubare, furti indotti dalla patologia, per poter continuare a giocare. Non raro che diventino violenti tra le mura domestiche ( e non solo), a causa del disagio. Senza mai rendersi conto che l’azzardo legalizzato è un cartello gestito dallo Stato, e il banco vince sempre, o meglio vince lo Stato. Ma non hanno perso solo una marea di quattrini. I ludopatici rovinano la loro vita, trascurano gli impegni quotidiani di conseguenza non trovano lavoro, perdono gli affetti, spesso la famiglia. E potrebbero danneggiare fisicamente anche tutti noi. Si ricorda della recente sparatoria davanti a Palazzo Chigi, mentre il governo Letta stava giurando? E’ un evento tragico e nello stesso tempo simbolico: Luigi Preiti, l’attentatore, era un disoccupato con problemi di dipendenza da gioco d’azzardo. Una vittima dell’esistenza. Però ci insegna che purtroppo il connubio tra disagio sociale e sogni frustrati (di facili guadagni) può generare mostri. Caro David, spero che il mio parere le sia utile e i lettori di Rispendo abbiano voglia di darci il loro. In bocca al lupo per la laurea.
(Articolo di Marina Martorana tratto dal sito http://rispendo.corriere.it/2013/09/10/gioco-dazzardo-patologico-una-patologia-sociale-che-puo-danneggiare-tutti/ )