Pronto, sono Francesco: diamoci del tu. Telefonate a sorpresa
Quelle telefonate allo studente padovano e alla donna stuprata
I PRECEDENTI. I primi contatti
Alla cornetta pretende il «tu» e richiama se non ha risposta. “Non potevo credere alle mie orecchie”.
08.09.2013
Pronto, sono Francesco: diamoci del tu. Telefonate a sorpresa: è l’insolito – e sorprendente – modo con cui Papa Bergoglio comunica con le persone in difficoltà che lo contattano per lettera, tradizionale o elettronica, sperando in una parola di conforto. Il pontefice arrivato dalla fine del mondo lo ha già fatto diverse volte, anche con conversazioni transoceaniche. Si è messo in contatto, in particolare, con ragazzo argentino, tifosissimo del San Lorenzo, la stessa squadra di cui il Pontefice è sostenitore e socio – con tanto di tessera rinnovata mensilmente – dal 2008. Ciao, corvo, come stai? gli ha chiesto, dove con corvo si identificano i tifosi del San Lorenzo. Non credeva alle sue orecchie Stefano Cabizza, studente 19enne di ingegneria di Padova: aveva consegnato a Castel Gandolfo una lettera per il Santo Padre e qualche giorno dopo ha ricevuto una telefonata a casa. «Non potevo crederci», ha raccontato il giovane, «abbiamo riso e scherzato per circa otto minuti. Mi ha chiamato verso le 17 dopo non avermi trovato in casa una prima volta. Mi ha detto che tra Gesù e gli Apostoli ci si dava del tu e mi ha chiesto di pregare molto per Santo Stefano e anche per lui. Mi ha impartito la benedizione e ho sentito crescere una gran forza. Certo è stato il giorno più bello della mia vita». La stessa reazione che ha avuto una donna argentina. «Quando ho sentito la voce del Papa al telefono mi è sembrato di essere stata toccata dalla mano di Dio». Alejandra Pereyra, 44 anni, vittima di uno stupro da parte di un poliziotto, ha avuto una conversazione di quasi 30 minuti con Papa Francesco. Alejandra aveva scritto una mail al Santo Padre per chiedere aiuto e denunciare di essere stata due volte vittima di un’ingiustizia: prima per lo stupro da parte di un agente di polizia e, dopo la denuncia, oggetto continuo di minacce, pressioni e perquisizioni dagli inquirenti. Da poco eletto, Papa Francesco si era messo in contatto anche con il fratello di un benzinaio pesarese, Andrea Ferri, ucciso durante una rapina ai primi di giugno. Quel fratello era tutto per Michele, costretto in sedia a rotelle, che decise di scrivere una lettera accorata al Papa, sperando che riuscisse a aiutarlo a trovare la via d’uscita da tanto dolore, provocato da un’ingiustizia che nemmeno un cristiano poteva accettare. «Oggi ho ricevuto una telefonata inaspettata», scrisse Michele ai primi di agosto su Facebook. Era Papa Francesco, che si presentò alla cornetta con la solita frase. «Mi ha detto che ha pianto quando ha letto la mia lettera», l’unico riferimento ai contenuti della conversazione. Che pochi giorni dopo il pontefice ha voluto ripetere, stavolta per parlare con la mamma di Michele.
(Articolo tratto dal sito www.larena.it del 08 settembre 2013)