Fedez, il rap dà il ritmo alla Notte Bianca
08 settembre 2013
VILLAFRANCA. Più di duemila spettatori allo spettacolo del giovane rapper milanese proposto al Castello ieri sera (vedi articolo già pubblicato precedentemente). Pubblico di under 18 per uno show sincero e bellissimo, anche se senza grandi novità.
Il rapper Fedez durante lo show al Castello di Villafranca
FOTO BRENZONI
Forse non è ancora tutto perduto. Se Fedez, il rapper più «pompato» del momento, quello che fa numeri da sballo su internet e passa come un tornado negli show che amano i ggggiovani (Amici di Maria de Filippi) fa solo duemila persone al castello di Villafranca, allora vuol dire che i giovani non rispondono tutti alla Pavlov agli stimoli dei media. Magari in molti sono rimasti a casa, magari ad ascoltare davvero musica alternativa nel vero senso della parola. Al castello il pubblico di Fedez è composto da under 18, con una marea di ragazzine. È emblematico del nostro tempo che l’unica musica pop che si contrappone al mondo degli adulti sia il rap, ed è devastante che lo faccia dipingendo la realtà con una valanga di parolacce (depotenziandole – quante volte dobbiamo dire ca*** prima che diventa un’imprecazione tipo cavolo?), ma utilizzando riferimenti televisivi (il peggio della cultura contemporanea, ammettiamolo) e accettando, di fatto, come fa Fedez, un sistema di valori proprio nel momento in cui lo si vorrebbe combattere. Sì, Fedez si scaglia contro la finta libertà, anche se lui può dire tutto quello che vuole ( e allora ci dica di cosa è schiavo…), cerca di prendersela contro Signorini, il super mega direttore di Chi e Tv Sorrisi e Canzoni ma navigando nello stesso catino di riferimenti estetici ne esce il ritratto di un supereroe. Questo per dire che, al pari di molti rapper, parla e parla e parla, ma alla fine è anche lui parte del circo. E il suo show è in linea con tanti, troppi show dei rapper italiani. Niente di nuovo sotto il sole (ecco, magari ci sono troppi ritmi da maranza, buoni per qualche disco hip hop coreano). Certo, è sincero, specie quando dice che senza i fan, lui farebbe una vita schifosa con un lavoro schifoso. E immaginarlo al lavoro in fabbrica, magari a incollare tomaie, dopo aver sopportato la sua valanga di fra’, raga’ e tutte le parolacce che potete immaginare, è un pensiero non proprio spiacevole. Per concludere, prendendo a prestito le parole di Fedez e lo stratagemma retorico della sua canzone in cui «è tutto il contrario», verrebbe da dire che il live set del rapper milanese è stato bellissimo. E la frase che scandisce il ritornello («stasera non ci voglio pensare, ti portò a ballare con me») finisce con l’essere la summa della sua filosofia.
(Articolo di G.BR tratto dal sito www.larena.it )