Il guasto all’ascensore dei bagni pubblici di Piazza Bra non permette alle persone con disabilità motoria di accedere; in attesa della riparazione e dopo la segnalazione di Sofia Righetti (si veda rassegna stampa) viene messo a disposizione il bagno a piano terra di Palazzo Barbieri (dall’entrata dipendenti di via Leoncino, che sarà aperta 24 ore su 24).
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Cartoline dalla città
Da più parti a Verona, tracciando i bilanci di fine anno, ci si è gloriati del grande successo turistico del nostro territorio. Si è parlato del pienone di visitatori, italiani e stranieri, e di come la città stia salendo nelle classifiche delle mete più gettonate tanto da entrare in competizione con le destinazioni del classico grand tour del Belpaese come Roma, Venezia, Firenze e Napoli.Tutto vero. E per fortuna, visto che turismo significa visibilità per la comunità (troppo spesso bistrattata con l’enfasi sulle notizie negative) e indotto economico. Ma ciò stride ancor di più con la storia che appare oggi sul nostro giornale. Sì, perché è una vergogna che una famiglia che si rechi in città ed abbia come proprio membro un disabile debba compiere una vera e propria odissea per trovare un semplice bagno.E non stiamo parlando del problema dei servizi «privati» dei bar, questione che in ogni caso meriterebbe un approfondimento, vista la legge contraddittoria che appare tanto ligia sulle misure dei locali quanto permissiva sul tema dell’accesso. Qui si tratta di bagni pubblici e di un semplice ascensore che non viene riparato da oltre un mese. Ciò poi fa il paio con il collegamento col parcheggio all’ex gasometro dove l’elevatore è rimasto bloccato a più riprese per due anni prima di ripartire.Il discorso infatti non riguarda solo i turisti ed il tema dei sevizi igienici, ma più in generale l’approccio che devono avere gli amministratori pubblici con il tema della disabilità. Importanti in questo senso sono state le denunce del progetto «disMappa» sulle troppe barriere architettoniche in piazze e strade.A tutti è capitato, varcando il confine verso i Paesi del nord Europa, di stupirsi per la pulizia di taluni locali pubblici e dell’attenzione posta nei confronti dei portatori di handicap.Ebbene, in questi giorni si discute di Fondazione Arena e di come rilanciare l’offerta artistica e culturale della nostra città. Un tema sacrosanto visto che l’offerta in Arena- lo scriviamo da tempo- è davvero il meccanismo centrale per far decollare ulteriormente Verona e tutto il suo territorio.Ma il biglietto da visita di una città, comunque ordinata e che sta investendo nell’accoglienza, non è fatto soltanto da bellezze architettoniche, grandi mostre o concerti e opere. A fare la differenza è anche il buon funzionamento di un semplice ascensore, per chi non merita l’imbarazzo di dover essere sollevato a braccia solo per poter raggiungere un bagno.
OSTACOLI. Il Comune garantisce interventi dopo l’analisi delle criticità tra le quali il guasto all’elevatore dei bagni in Bra. Il Pd: «Colpevole disattenzione verso i più deboli»
Fra 3 mesi via all’abbattimento delle barriere
Intanto Palazzo Barbieri apre i bagni ai disabili. Oggi Sboarina e Bertacco ricevono Sofia Righetti l’atleta che ha denunciato il caso
Palazzo Barbieri aprirà, alle persone con disabilità, l’accesso ai servizi igienici che si trovano al pianoterra del municipio. Tale decisione, spiega l’assessore Ilaria Segala, che ha una specifica delega per l’abbattimento delle barriere architettoniche, è stata presa per tamponare l’emergenza creata dal guasto che ha messo fuori uso l’elevatore che consente ai disabili di raggiungere i bagni pubblici di piazza Bra.A sollevare l’attenzione sul disagio provocato da tale situazione era stata, nei giorni scorsi, Sofia Righetti, campionessa nazionale paralimpica di sci, in città per visitare la mostra dei presepi in Arena. «È una vergogna per una città turistica come Verona», aveva denunciato la ragazza indicando il cartello sull’ascensore fuori uso “per guasto tecnico”, «non avere dei bagni accessibili per le persone con disabilità… È stata una situazione umiliante».Oggi l’atleta sarà ricevuta in municipio dal sindaco Federico Sboarina e dall’assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco. Informata dell’accaduto, l’assessore Ilaria Segala si dice «molto dispiaciuta». E aggiunge: «Ma i tempi di riparazione dell’ascensore non dipendono da noi… Purtroppo», sottolinea, «la porta di entrata dell’elevatore che si è guastata è di forma sferica, non standard, quindi di difficile reperibilità sul mercato». L’assessore assicura che l’ordine di sostituzione della porta alla ditta, la Riam, è partito il 6 dicembre. «Ma il pezzo non ci è stato ancora fornito e ci hanno comunicato che ciò non avverrà prima di un paio di settimane».Sulla disavventura di Sofia Righetti intervengono anche consiglieri comunali del Pd Elisa La Paglia e Stefano Vallani. E anche loro chiedono che si mettano a disposizione i bagni attrezzati per i disabili di Palazzo Barbieri.«La mancata riparazione dell’ascensore dei bagni pubblici di piazza Bra, guasto da tempo», denunciano gli esponenti dell’opposizione, «è una di quelle colpevoli disattenzioni che la città paga in termini di cattiva fama. Si deve proprio a queste circostanze se, malgrado il vastissimo tessuto di volontariato solidale che caratterizza tutti i nostri quartieri», continuano La Paglia e Vallani, «ancora non riusciamo a scavalcare il muro del pregiudizio altrui che ci vede come una realtà chiusa, poca attenta agli ultimi e ai più deboli». A tale proposito i consiglieri annunciano una interrogazione in aula. Inoltre, sollecitano «un protocollo di verifica di tutte le barriere architettoniche ancora presenti nei siti turistici e nel centro cittadino per passare dalle parole ai fatti concreti». Nel loro intervento, i due consiglieri del Pd citano il piano annunciato dall’assessore Segala per eliminare gli ostacoli. «Esso», affermano, «fa onore alle buone intenzioni ma è ora di passare ai fatti». A tale proposito, l’assessore Segala conferma che è tuttora in corso il lavoro di analisi delle criticità «via per via» in centro storico, avviato a fine novembre. «La rilevazione durerà circa tre mesi, poi si darà il via agli interventi di abbattimento delle barriere, lavori che saranno inseriti nel piano triennale delle opere. Questo è il primo tassello, in un secondo tempo», conclude, «passeremo agli edifici pubblici». E.S.
Il Sindaco Federico Sboarina e l’assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco hanno incontrato nel pomeriggio Sofia Righetti, l’atleta paralimpica che ha segnalata nei giorni scorsi il disservizio ai bagni pubblici di piazza Bra, per informarla sulla decisione adottata dall’Ente a risoluzione del problema.
Già da ieri, infatti, dopo l’immediato provvedimento da parte dell’assessore Bertacco, i servizi igienici al piano terra di palazzo Barbieri sono stati resi disponibili all’accesso da parte delle persone con disabilità.
“Uno dei nostri obbiettivi – sottolinea il Sindaco Sboarina – è fare di Verona una città accessibile a tutti. Per questo, ci attiviamo sulle segnalazioni e, contemporaneamente, attraverso il lavoro dell’assessore Segala, è in fase di sviluppo il Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche cittadine. Un programma di interventi complesso, mai sviluppato prima, che oltre ad accrescere l’accessibilità di Verona dovrà formare una nuova cultura urbanistica e sociale, in grado di rendere normalità la fruibilità della città da parte di tutti”.
“Dall’entrata dipendenti di palazzo Barbieri, accessibile 24 ore su 24 – precisa l’assessore Bertacco – i bagni saranno sempre aperti e raggiungibili. Dopo la segnalazione è stata immediatamente individuata una soluzione in grado di fornire, fino alla sistemazione del guasto, servizi igienici a disposizione delle persone con disabilità nell’area di piazza Bra”.
LE TESTIMONIANZE. Nicoletta Ferrari, ideatrice di Dismappa, e Alessia Bottone autrice di un video sulle barriere in città
«Molti disagi si eliminano facilmente
basta poco, ma ci vuole attenzione»
Dagli scalini davanti a negozi e uffici ai bancomat troppo alti per chi si sposta in carrozzina
Elena Cardinali Verona ha fatto molti passi in avanti per l’accessibilità ma non in modo omogeneo e, comunque, ancora insufficiente. È il giudizio di Nicoletta Ferrari, autrice e ideatrice del sito Dismappa che censisce i posti per disabili della città (lei stessa si muove in carrozzina), e di Alessia Bottone, giornalista e scrittrice, che di recente ha realizzato il video-documentario «Vorrei ma non posso: quando le barriere architettoniche limitano i sogni», insieme a Valentina Bazzani, giornalista con disabilità, ed Elettra Bertucco, videomaker. Il progetto era patrocinato dal Comune e dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, per analizzare le criticità in materia di barriere architettoniche nel contesto urbano.L’accessibilità, alla fine, è fatta di tanti piccoli accorgimenti, spiega Nicoletta Ferrari: «Ad esempio la segnaletica. In centro ci sono due servizi pubblici attrezzati per le persone con disabilità, quello in Bra, con i problemi che ha denunciato Sofia Righetti, e l’altro in Cortile Mercato vecchio, che però non è segnalato, anche se è perfettamente agibile. Poi c’è il problema degli ingressi. In certi bar ci sono i servizi dedicati ma poi non ci si riesce ad entrare perchè all’ingresso c’è uno scalino o la porta è troppo stretta, e così accade per tanti negozi. Ci sono poi musei e uffici che si sono attrezzati, come la Galleria d’arte Moderna e la Gran Guardia, tanto per fare degli esempi, mentre il Museo Fo Rame è accessibile solo in parte, ed è appena stato ristrutturato».L’autrice di Dismappa, animatrice di iniziative a favore di una nuova cultura della disabilità, auspica che «questa Amministrazione, che ha messo nel suo programma l’abbattimento delle barriere architettoniche, faccia ulteriori passi verso una città più accessibile, dove le persone disabili possano muoversi in autonomia, senza dover chiedere di continuo l’intervento di qualcuno per azionare un ascensore o per oltrepassare dei gradini. Come dico spesso, quando sono davanti allo scalino mi sento disabile, se non c’è lo scalino non mi sento più disabile».Verona è una città bellissima ma con tante contraddizioni in fatto di accessibilità. Lo sostiene Alessia Bottone che per realizzare il suo video ha girato i quartieri in lungo e in largo. «Ad esempio non si capisce perchè davanti all’ingresso dell’ufficio Pari opportunità del Comune, in largo Divisione Pasubio, abbia davanti un grosso scalino mentre nel vicino ufficio dedicato alle persone richiedenti asilo l’accesso sia molto più agevole. Abbiamo già chiesto di scambiare i due uffici proprio per agevolare gli utenti più disagiati. È una soluzione semplice e a costo zero o quasi. Ci sono soluzioni molto semplici, come pedane, scivoli e altri accorgimenti che, con investimenti minimi, possono agevolare enormemente le persone con disabilità». Un altro problema che sembra sfuggire alla maggior parte degli amministratori, ma anche dei costruttori e degli arredatori, è quello delle barriere sensoriali: «Ce ne sono moltissime ma basterebbe poco per eliminarle».Un altro problema sono i bancomat: «Quasi tutti sono troppo alti per chi si sposta su una carrozzina, così alti da impedire di arrivare ai tasti. Perchè non farne anche di più bassi? Io ne conosco solo uno ad altezza adeguata, all’inizio di via Cappello. È così difficile farne altri?».
«La giunta Zaia ha respinto un milione per gli aiuti»
Sulla vicenda denunciata da Sofia Righetti interviene anche la consigliera regionale del Pd Orietta Salemi: «Questa denuncia, unita alle tante e legittime segnalazioni quotidiane da parte delle persone con disabilità, merita attenzione da parte dell’amministrazione Sboarina e della Regione Veneto. Verona, ricca di perle artistiche visitate da turisti provenienti da tutto il mondo, deve ambire a diventare una città senza barriere, aperta a tutti senza distinzioni. Come? Da un lato l’amministrazione deve farsi capofila della richiesta, in rete con altri Comuni del territorio veronese, per sollecitare la Regione a rifinanziare, dopo anni di vuoto , la legge regionale sulla disabilità, che ad oggi è stata azzerata. Dall’altro la Giunta Zaia deve assumersi la responsabilità di priorità nella destinazione del denaro investendo sull’eliminazione delle barriere architettoniche. In un emendamento all’ultimo bilancio votato a dicembre avevo proposto di aggiungere al capitolo specifico della legge in questione un milione di euro, che però è stato respinto. È singolare che da un lato si dica di no ai fondi per le barriere e poi in campagna elettorale si cerchino i voti su questi temi. Ci vuole coerenza».
CITTÀ AD OSTACOLI. La denuncia della campionessa paralimpica di sci alpino Sofia Righetti che l’altro giorno in Bra s’è trovata l’accesso per i bagni pubblici sbarrato
Rotto l’elevatore, niente servizi per i disabili
«L’ascensore è fuori uso ormai da un mese e mezzo», spiega l’atleta. «E ora anche i bar accessibili sono chiusi per ferie»
Elena Cardinali «È una vergogna per una città come Verona, una delle più belle mete turistiche italiane, non avere dei bagni accessibili per le persone con disabilità. Per le feste natalizie milioni di persone si sono riversate in centro per i mercatini, e penso che qualcuno che non può camminare come me ci fosse anche in mezzo a tanta gente. Ma l’ascensore per i servizi pubblici della Bra è sempre stato inutilizzabile in questo periodo».Non usa mezzi termini Sofia Righetti, 29 anni, atleta della Federazione italiana sport invernali paralimpici, campionessa nazionale di slalom gigante nella categoria sitting e argento nello slalom speciale. Da quando era piccola ha perso l’uso delle gambe e si sposta in carrozzina con grande disinvoltura. Spiega che l’altro giorno, in Bra, dove si trovava per visitare la mostra dei presepi in Arena, aveva necessità del bagno. Purtroppo la pedana-ascensore per le persone con disabilità installata accanto all’entrata dei bagni pubblici della Bra non funziona ormai da un mese e mezzo e i due bar sul Liston attrezzati e accessibili per le persone con disabilità sono chiusi per ferie.«Alla fine mi sono dovuta rivolgere al personale di un altro bar che, molto gentilmente, mi ha sollevato e mi ha accompagnato in bagno», continua Sofia Righetti, «ma è stata una situazione un imbarazzante e anche un po’ umiliante. Non dovrebbe proprio succedere», commenta indicando il cartello appiccicato all’entrata della pedana dei bagni pubblici della Bra che parla di un generico «guasto tecnico».Spiega Sofia che ha girato molto in Europa e in altri continenti, «che all’estero la maggior parte delle città cerca di aiutare al massimo l’autonomia delle persone. Purtroppo in Italia questa esigenza non è così sentita dagli amministratori e dai politici. E guardate che la disabilità non esiste solo per chi si muove in carrozzina come me, ma anche per le persone anziane che faticano a camminare, per chi ha problemi di salute e si muove con difficoltà. Dare la possibilità a queste persone svantaggiate di muoversi in libertà è un grande segno di civiltà».Sofia Righetti di grinta ne ha da vendere, fin da piccola. Non può usare le gambe per una lesione spinale causata da un errore medico quando aveva cinque mesi, ma questo non le ha impedito di diventare una campionessa dello sci alpino, a cui ha aggiunto delle esperienze come modella (ha un bellissimo viso e due magnetici occhi azzurri) e musicista.Dopo aver suonato per anno la chitarra elettrica in varie band rock metal, nel 2012 ha intrapreso la carriera sportiva che in soli due anni l’ha portata a diventare campionessa nazionale di sci alpino, medaglia d’oro in slalom gigante e medaglia d’argento in slalom speciale. Nel 2015 è stata insignita del Premio Giulietta con la motivazione che «la disabilità non pone limiti se nella vita ci sono delle motivazioni forti».L’anno scorso è stata anche ospite di «Amici», il talento show di Maria De Filippi, dove ha raccontato la sua storia emozionando milioni di telespettatori.Laureata in Scienze filosofiche a Bologna con una tesi sui diritti delle persone con disabilità, ora aspira ad un dottorato di ricerca «per continuare la mia battaglia in favore delle persone con disabilità. Perchè va bene tutelare i patrimoni storici artistici delle città, Verona in testa, ma è ancora più importante garantire ai disabili la possibilità di muoversi come tutti e di usufruire dei servizi di base».Al di là della pedana guasta in Bra, conclude Sofia, «Verona è una città che ha ancora tante barriere architettoniche, a partire dai gradini per entrare nei negozi o dagli ingressi spesso troppo stretti. Credetemi quando dico che ormai ho in testa la mappa di tutti i posti accessibili per quando vengo in centro. E se quelli non sono fruibili, allora è veramente un grosso problema».
IL CASO. La campionessa paralimpica Righetti ricevuta dal sindaco
«Scusa e grazie
È l’input per una città più giusta»
Sofia: «Se non si tutelano i diritti dei disabili siamo tutti svantaggiati». Intanto sull’elevatore guasto un cartello indica i servizi alternativi a Palazzo Barbieri
«Scusa. E grazie per la segnalazione che ci dà modo di dare già una risposta al problema che hai sollevato». Così il sindaco Federico Sboarina, insieme all’assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco, si è rivolto a Sofia Righetti, la ventinovenne veronese, campionessa paralimpica di sci alpino, che aveva denunciato il guasto prolungato dell’elevatore che in Bra permette alle persone che si muovono in carrozzina di accedere ai bagni pubblici, guasto che ha reso inaccessibile un servizio essenziale.Sboarina e Bertacco hanno ricevuto Sofia Righetti ieri pomeriggio in Sala Arazzi, come gesto di scusa per un disservizio capitato durante le festività natalizie, in cui a Verona sono arrivati quasi quattro milioni di visitatori, di cui probabilmente molti con disabilità. E come prima soluzione l’Amministrazione ha deciso di aprire i bagni al pianterreno di Palazzo Barbieri, attrezzati per i disabili, E per farlo sapere ha fatto collocare un nuovo cartello sull’elevatore chiuso per guasto, con l’indicazione e la mappa per raggiungere i servizi in municipio.Intanto l’assessore Bertacco ha spiegato perchè il saliscendi è ancora fuori uso: «Si tratta di una struttura realizzata a suo tempo appositamente per i servizi pubblici della Bra. Il problema è che si è guastato un supporto, che non è standard, e che va ormai rifatto, che è andato più volte fuori uso dopo varie riparazioni. Ora siamo in attesa di questo nuovo pezzo. Ma intanto le persone con disabilità possono utilizzare i bagni al pianterreno, con due ingressi accessibili, di Palazzo Barbieri».«Questa vicenda sottolinea un problema più ampio», ha ripreso Sboarina, «al quale vogliamo dare risposte, incentivando una mentalità diversa nei confronti delle persone con disabilità. Verona ha 1.200 chilometri di strade e bisogna intervenire. Ma non solo perchè lo dice la legge, perchè è il segno di una società civile, indice di un cambiamento culturale che entra nella quotidianità».«Verona è una città bellissima», ha replicato Sofia Righetti, «che amo moltissimo. Ma questa vicenda dice che bisogna che diventi anche una città giusta. Voglio ricordare che non siamo noi le persone svantaggiate, ma che è la città svantaggiata se non sa adeguarsi alle persone con disabilità, se non dà loro autonomia di muoversi in libertà. La disabilità diventa un vantaggio o uno svantaggio a seconda dell’ambiente in cui si trova. Verona deve diventare più accogliente difendendo e tutelando i diritti umani».L’atleta veronese ha poi ribadito che l’incontro in Sala Arazzi «è un punto di partenza per una collaborazione più stretta con l’Amministrazione sui temi della disabilità. Io sono pronta a fare la mia parte». E.CARD.
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