Galleria Marcorossiartecontemporanea di Verona
via Garibaldi 18a (accessibili i primi 2 locali)
Inaugurazione Sabato 18 novembre, ore 18.00
Ingresso libero
Olaf Otto Becker | Above Zero
Becker è un raffinato viaggiatore la cui abilità risiede nel narrare gli angoli più remoti e selvaggi del globo. In modo particolare documenta le tracce visibili e le conseguenze delle influenze umane nel paesaggio; nelle quali confluiscono complessità di natura: scientifica, politica e artistica, la cui analisi ha valenza ideologica.
Dopo le premiate fotografie mozzafiato della costa della Groenlandia, del ciclo Broken Line (2003-2004) Olaf Otto Becker rivolge la sua attenzione all’interno dell’isola, nella sua serie Above Zero, realizzato nel 2007-2008. Questo secondo progetto in Groenlandia diventa un trekking avventuroso negli sconosciuti ghiacci per documentare i percorsi dei fiumi glaciali appena formati. Seconda solo all’Antartide, la Groenlandia ha lo strato di ghiaccio continentale più spesso del mondo. Gli spettacolari ritratti di Becker in questa regione sono catturati con una macchina fotografica di grosso formato portata con sé durante percorsi fisicamente faticosi, a volte pericolosi per la vita tra le crepe glaciali e i flussi innevati. I suoi studi fotografici rivelano la straordinaria bellezza di questo paesaggio e documentano contemporaneamente la sua minaccia esistenziale, perché anche in questa regione completamente disabitata, le influenze umane hanno conseguenze fatali. La polvere e la fuliggine nell’aria sono neri depositi crostosi che, insieme al riscaldamento globale, accelerano la fusione degli strati di ghiaccio, creando risultati catastrofici inevitabili. Un totale di 27 opere a colori, archival pigment prints su carta Hahnemuhle, suddivise tra le due gallerie (tra cui un dittico e due portafoglio di 17 e 18 immagini), documentano il progressivo scioglimento dei ghiacci e la nascita di nuovi flussi di acqua purissima. Ogni immagine, come in un set sperimentale e scientifico, è accompagnata da dati di geolocalizzazione GPS che mappano il percorso di quattro lunghi fiumi glaciali e restituiscono, allo stesso tempo, la natura estrema dell’impresa. La fotografia di Becker è un ritorno ai fotografi intrepidi del paesaggio del XIX secolo. Come Muybridge, Watkins e O’Sullivan prima di lui, da quasi trent’anni, Becker prende la sua ingombrante camera 8 × 10 pollici e la colloca nella natura più selvaggia, inesplorata e spesso pericolosa, per catturare le sue vere glorie. Le immagini prodotte spesso tendono ad avere un impatto formale e nello stesso tempo profondamente contemplativo e lirico. E’ presente in mostra la monografia Above Zero, introdotta da Freddy Langer e pubblicata nel 2009 dall’editore tedesco Hatje Cantz. Il volume è stato nominato per il German Photo-Book Prize nel 2009.
Olaf Otto Becker (nato nel 1959, a Travemünde, Germania) ha studiato Communication Design presso l’Università di Augusta e filosofia al Ludwig-Maximilians-Universität, a Monaco. Influenzato inizialmente da Josef Koudelka, Henri-Cartier Bresson e dalla fotografia russa; per poi tra gli altri avvicinarsi ai fotografi Americani come: Meyerowitz, Misrach, Paul Graham, Stephen Shore, Lewis Baltz, Robert Adams. L’opera di Olaf Otto Becker è stata esposta ampiamente in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2018 il National Museum of Modern and Contemporary Art di Seoul, presenterà una personale a cura di Wiliam Ewing. Alla fine del 2017 espone con una mostra personale al National Museum for Photography Reykjavik, Islanda, e in una collettiva alla David Winton Bell Gallery a Providence, USA. Tra le sue mostre recenti: International Noorderlicht Photofestival 2016, Jb Groningen, Paesi Bassi (2016); Glenbow Museum, Calgary, Alberta, Canada (2014); El Paso Museum of Art, Texas, USA (2014); Tufts University Art Gallery, Boston, USA (2014); Whatcom Museum, Bellingham, USA (2013); Nevada Museum of Art, Reno, USA (2012); Wilhelm-Hack-Museum, Ludwigshafen, Germania (2011); Biennale internationale de l’image de Nancy, Francia (2010); The National Museum of Photography, Copenhagen, Danimarca (2009); Zeppelin Museum, Friedrichshafen, Germania (2009); New York Photo Festival, USA (2008); Solo Project, Gallery f5,6, Art Basel, Basilea, Svizzera (2008).