Biblioteca Civica, Sala Farinati
Venerdì 22 settembre 2017, ore 17.00
Ingresso libero
Presentazione del libro
Rex Mundi – Il rogo dei Catari a Verona di Maria Firpo
Una vicenda a tinte fosche, che ruota sulla strage di 200 Catari bruciati in Arena e che descrive un altrettanto truculento periodo della storia veronese durante la dominazione degli Scaligeri. Nato come ricerca storica, il romanzo di Maria Firpo, Rex Mundi, editoriale Sometti, si sviluppa come la trama di un film che dosa ricerca fondata su documenti storici, principalmente di Paride da Cerea, con ricostruzioni suggerite dai fatti. Medico in pensione, Maria Firpo si definisce «appassionata di storia medievale non un’accademica, che ha scritto un testo fondato su documenti con il desiderio di farne una narrazione coinvolgente», aiutata nelle ricerche da Mario Patuzzo e Giuseppe Simeoni. Il testo verrà presentato venerdì 22 settembre, alle 17, in Sala Farinati della Biblioteca Civica. Gli avvenimenti narrati si svolgono a Verona dal 1259 al 1278, partendo dalla disfatta di Ezzelino III da Romano, a cui segue l’elezione da parte del Comune, come Capitano del Popolo in Perpetuo, di Mastino della Scala, vicario di Ezzelino e podestà di Cerea, ghibellino, senza titoli di nobiltà, benvoluto dai mercanti ma inviso alle nobili famiglie guelfe. La vicenda prosegue con storie di tradimenti e delitti nelle famiglie venete. Intanto si apre uno scisma per la pretesa del Clero veronese di eleggere in autonomia dalla Santa Sede il proprio vescovo, Guido della Scala fratello di Mastino. Lo scisma dura sette anni. Nel 1268 scende in Italia Corradino di Svevia, nipote di Federico II, per rivendicare il regno di Sicilia di cui Carlo d’Angiò era già stato incoronato re dal Papa Clemente IV dopo la vittoria di Benevento. Accolto con grandi festeggiamenti a Verona da Mastino e dalla città, riceve aiuti militari e in denari. Il Papa, avversato, scomunica Mastino e pone l’Interdetto su Verona. La successiva disfatta di Corradino, che verrà decapitato a Tagliacozzo, influenza anche le vicende politiche veronesi. Tutto questo mentre a Verona e a Sirmione si insedia una comunità Catara fuggita dalla Francia. Muore il vescovo Guido e viene eletto Timidio, gradito al Papa, inquisitore francescano della Marca, che per togliere a Mastino la scomunica pretende la soppressione della setta Catara di Sirmione. Mastino malvolentieri accetta l’assalto al castello di Sirmione che si conclude con la cattura di 200 perfetti Catari che non accettano l’abiura. Il 26 ottobre 1276 Mastino è trucidato con il fedele amico Antonio Nogarole. Il successore è il fratello Alberto che cede all’Inquisizione e ordina il rogo in Arena di 200 Catari, eseguito fra l’orrore di tutti il 12 febbraio 1278. Ottiene così l’assoluzione dalla scomunica.