Corte Mercato Vecchio
18-19-20-21 luglio 2017, ore 21.15
musiche Franco Manzini e Roberto Totola
canzoni Franco Manzini
assistente alla regia Marina Furlani
regia Roberto Totola
immagine artistica e grafica Alessandro Capuano
costumi Isabella Rossi
disegno luci Roberto Totola
tecnico luci e audio Marco Di Marzo
allestimento, luci, costumi, effetti, trucco e parrucco Punto in Movimento/Shiftingpoint
elaborazione, traduzione e riduzione testo Marina Furlani
fotografi Matteo Beltrame, Marta Bergamini
collaboratori Giovanna Angelico, Cristina Frontero
grazie a Alessandro Natali
personaggi e interpreti Roberto Totola, Alessandro Giacomelli, Enrico Totola, Edoardo Brugnara, Franco Manzini, Isabella Rossi, Daniele Garofoli, Massimiliano Mirizzi, Marina Furlani, Giulia Gurzoni, Vittorio Bentivoglio
La testimonianza di accessibilità (con maschere) dei protagonisti dopo la prima dello spettacolo
È proprio il “nulla” menzionato nel titolo ad averci delineato la strada: l’immoralità, la collera, gli scontri, l’ipocrisia, l’amore… sono un “molto” che attraverso l’immagine del “rumore” si propaga e si fa “nulla”.
Studiare quest’opera a me cara (e già diretta nel 1996) è stata una prova fondamentale. Grazie alla professionalità dell’unitissimo gruppo di attori, è emerso ancora di più che il valore della commedia consiste nella sua forma: la minuziosa costruzione teatrale, orchestrata con grande armonia e sagacia, la complessità ed elasticità del plot, l’abbondanza delle forme e l’assortimento dei personaggi fanno vibrare la commedia di una magica energia. La sorprendente velocità della lingua brilla per originalità e ricchezza in questo mondo pieno anche di ombre: ci sono il principe e il servitore, l’onesto e l’allocco, il buono e il cattivo, tutti insieme nella stessa baraonda.
Attraverso lo studio dei ruoli, si è voluto ricreare il clima di controversa morale in cui precipitano i personaggi per poi piombare nell’effimero gioco del dio Eros, che diventa la danza della vita ma anche l’avventata infermità della tenacia e delle emozioni. La lotta fra i sessi, tema fondamentale, si sviluppa attraverso l’attrazione delle intelligenze di Beatrice e Benedetto e si muove in un valore totalmente politico (la vicenda, infatti, è collocata a Messina, terra occupata dagli aragonesi giunti ad “affrancare” la Sicilia dai francesi).
E infine la vicenda nuovamente si ricongiunge con l’inizio; i raggiri, i litigi e le congetture che accompagnano il susseguirsi repentino di questa commedia svolgono il filo della narrazione e noi ci ritroviamo proiettati nei versi universali di Shakespeare: «La vita non è che un’ombra che cammina, (…) una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla» (Macbeth, V, 5).
E, come dice il protagonista Benedetto, dato che tutto questo “rumore” finisce nel nulla come è nato dal nulla… allora… «Balliamo»!
Roberto Totola
Limitatamente ai posti disponibili gli spettatori con disabilità e loro accompagnatori godono dell’entrata gratuita.
Galleria fotografica
Applausi e altri video
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TEATRO. In Cortile Mercato Vecchio in scena fino al 21 l’esibizione di Punto in Movimento
«Molto rumore» con leggerezza
Totola riempie di luce le ombre
Applausi per il nuovo allestimento del capolavoro shakespeariano
C’è il sole di Messina che illumina, scalda e rallegra questo Molto rumore per nulla firmato da Roberto Totola per Punto in Movimento. Luce e sorrisi, gioventù e freschezza in un buon amalgama tra il verde e il meno verde che anima un cast a suo agio nelle pericolose montagne russe del fraseggio shakespeariano.Tutti, e li nominiamo tutti per la coralità con cui la messa in scena è stata costruita (Alessandro Giacomelli, Enrico Totola, Edoardo Brugnara, Vittorio Bentivoglio, Daniele Garofoli, Massimiliano Mirizzi, Marina Furlani – che è anche aiuto regista – Giulia Guerzoni e Isabella Rossi) assecondano il ritmo impresso dalla regia di Totola, a suon di batteria e non solo. Marina e Roberto si ritagliano per loro i battibecchi di Beatrice e Benedetto, un cammeo dialogico dentro una festa estiva maliziosa e spensierata. La nervatura portante che vira al sereno le ombre del testo (i tradimenti e gli inganni) sono le musiche e canzoni di Franco Manzini eseguite in scena. L’atmosfera è quella dei cantastorie che riescono ad avere la leggerezza per raccontare ciò che è già avvenuto e più non può fare male. E poi è la danza la dimensione che più si addice al nascondimento, al carnevale, al topos dell’ambiguo. Azzeccate quindi le maschere e l’indugiare in certi momenti sul loro uso. Balzare, oscillare, muovere i corpi, ballare con le parole.Messina diventa immaginaria, nulla c’è se non sedie forse da osteria, forse da Caffé Muller: la fantasia costruisce i luoghi e riallaccia i quadri dei dialoghi che han la forma di duetti e duelli, punzecchiature e pugnali. Nell’allestimento il lavoro sui movimenti e sullo spazio si prende il suo campo, le relazioni diventano un bel gioco di geometrie. Tutto è vivo sul palco, come è nella tradizione della compagnia, nessun punto è fermo o a riposo.La “vastità” del calpestabile del Cortile Mercato Vecchio è colmata dalle corse, velocità e attenzione ai cambi. Per volare tutto diventa lieve. E tutto si “allivella” senza prime donne o monologhi portanti che prendano il sopravvento. Anzi, ci si scambia pure le parti e alla batteria dopo Roberto Totola va anche il giovane Enrico. Molto rumore per nulla si i replica fino al 21 luglio. S.AZ.
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