Loggia Vecchia in Piazza dei Signori
2-27 luglio 2017, dalle 16 alle 21
Ingresso libero
Radio Days
Rassegna di radio vintage degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta
Domenica, nella Loggia vecchia dei Palazzi Scaligeri, in piazza dei Signori, s’inaugura il luglio marconiano, dedicato all’inventore della comunicazione senza fili Guglielmo Marconi, con la mostra a ingresso libero organizzata dal Museo della Radio (non accessibile, vedi articolo), di cui è direttore Francesco Chiantera, con il supporto dell’Ufficio Europa Direct, di cui è responsabile Isabella Ganzarolli del Servizio Patti territoriali e progetti con l’Unione Europea della Provincia, e con Ducati Italia come partner ufficiale che esporrà una moto in stile vintage, una Scrumbler dall’inusuale colore arancione. L’iniziativa, spiega Chiantera, «vuol celebrare le diverse ricorrenze di luglio legate a Marconi. Domenica 2 luglio sarà l’anniversario del brevetto della radio, ottenuto nel 1896, il giorno 20 è quello della morte del grande inventore, nel 1937, e il 27 è l’anniversario del brevetto del wireless, la comunicazione senza fili. Per rendere omaggio al genio di Marconi, come Museo della Radio presentiamo in anteprima, insieme alle radio vintage di ogni forma, un centinaio di pezzi di una collezione di radio d’epoca acquisita da un collezionista di Bologna, costituita da diversi tipi di radio a transistor tra cui quella del Giubileo del 1953. Nella collezione bolognese è inserita anche una radio didattica, cioè aperta, che serviva a illustrare ai futuri tecnici radio il funzionamento dell’apparato». Nell’ambito della rassegna alla Loggia Vecchia verrà presentato in anteprima il nuovo libro del Museo della Radio, quasi completamente fotografico, con le documentazioni di chi ha lasciato dediche nel corso delle visite. Guglielmo Marconi effettuò la prima trasmissione senza fili sul mare da Ballycastle, nell’Irlanda del nord, all’isola di Rathlin nel 1898. Stabilì un ponte radio tra la residenza estiva della regina Vittoria e lo yacht reale sul quale c’era il principe di Galles, il futuro Edoardo VII. Nel dicembre dello stesso anno, da un battello attrezzato con radio parte una richiesta di soccorso: è il primo caso di richiesta di salvataggio. Il 29 maggio i segnali attraversano il canale della Manica superando la distanza di 51 chilometri. Già dal 1895 l’inventore aveva messo a punto un apparecchio per la comunicazione senza fili, rivolgendosi poi al Ministero delle Poste e Telegrafi per chiedere il brevetto e dei finanziamenti per continuare la sperimentazione. Gli risposero che era un pazzo. E Marconi prese la via dell’Inghilterra, a Londra, dove, dopo aver ottenuto il brevetto, nel luglio 1897, fondò la Wireless Telegraph Trading Signal Company.
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Guglielmo Marconi
Guglielmo Marconi | |
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Senatore del Regno d’Italia | |
Durata mandato | 30 aprile 1914 – 20 luglio 1937 |
Tipo nomina | Categoria 20 (coloro che con servizi o meriti eminenti hanno illustrata la Patria) |
Sito istituzionale | |
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Dati generali | |
Titolo di studio | Autodidatta |
Professione | Scienziato |
Firma |
« In riconoscimento del suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili » |
(Motivazione per il Premio Nobel per la fisica 1909) |
Guglielmo Giovanni Maria[1] Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 – Roma, 20 luglio 1937) è stato un fisico, inventore, imprenditore e politico italiano.
A lui si deve lo sviluppo di un efficace sistema di comunicazione con la telegrafia senza fili via onde radio o radiotelegrafo che ottenne notevole diffusione, la cui evoluzione portò allo sviluppo dei moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione, la televisione e in generale tutti i sistemi che utilizzano le comunicazioni senza fili, che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909.
Anche altri scienziati e inventori hanno contribuito all’invenzione della telegrafia senza fili o hanno effettuato esperimenti simili negli stessi anni, come ad esempio Heinrich Hertz nel 1886,[2] Nikola Tesla nel 1893,[3] Carl Ferdinand Braun, Thomas Edison, Aleksandr Popov[4][5], Augusto Righi e altri.
Biografia
Primi anni
Guglielmo Marconi nacque a Bologna il 25 aprile 1874 in Via IV Novembre, 7 (ex via delle Asse 1170). Suo padre Giuseppe Marconi (Capugnano, 8 luglio 1823 – Bologna, 26 marzo 1904), un proprietario terriero che viveva nelle campagne di Pontecchio, era al secondo matrimonio. Vedovo con un figlio, aveva conosciuto una giovane irlandese[6], Annie Jameson, nipote del fondatore della storica distilleria Jameson & Sons in visita in Italia per studiare bel canto, sposandola il 16 aprile 1864 a Boulogne-sur-Mer, in Francia. Un anno dopo il matrimonio nacque Alfonso e, nove anni più tardi, Guglielmo.
L’avere avuto una madre irlandese[6][7] permette di comprendere meglio le molte attività di Guglielmo che si svolsero in Gran Bretagna e Irlanda. Avrebbe potuto optare per la cittadinanza britannica in qualsiasi momento, in quanto figlio di entrambi i genitori con tale cittadinanza.[8] Quando il piccolo Guglielmo aveva tre anni, il 4 maggio 1877, Giuseppe Marconi aveva infatti deciso di assumere a sua volta la cittadinanza britannica.
Gli esperimenti
Marconi, già all’ età di vent’ anni, cominciò i primi esperimenti lavorando come autodidatta, aiutato dal suo maggiordomo. Nell’estate del 1894 costruì un segnalatore di temporali costituito da una pila, un coesore (detto anche coherer, un tubetto con limatura di nickel e argento posta fra due tappi d’argento, dispositivo inventato dal fermano Temistocle Calzecchi Onesti) e un campanello elettrico, che emetteva uno squillo in caso di fulmine.
In seguito riuscì, premendo un tasto telegrafico posto su un bancone, a far squillare un campanello posto dall’altro lato della stanza.[9] Una notte di dicembre, Guglielmo svegliò la madre, la invitò nel suo rifugio segreto e le mostrò l’esperimento che aveva realizzato. Il giorno dopo anche il padre assistette all’esperimento. Quando si convinse che il campanello suonava senza collegamento con fili, regalò al figlio i soldi necessari per l’acquisto di nuovi materiali.[senza fonte] Il giovane Marconi proseguì nei suoi esperimenti anche all’aperto. In campagna aumentò la potenza delle emissioni e la distanza che separa il trasmettitore dal ricevitore, capace di ricevere i segnali dell’alfabeto Morse.
L’8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, l’apparecchio che aveva costruito si dimostrò valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza, ma anche nel superare gli ostacoli naturali (in questo caso, la collina dietro Villa Griffone). Il colpo di fucile che Mignani sparò in aria per confermare la riuscita dell’esperimento (l’apparecchio vibrò e cantò come un grillo per tre volte) viene considerato l’atto di battesimo della radio in Italia; altri sperimentatori avevano infatti ottenuto simili risultati in precedenza prima dello stesso Marconi, come Nikola Tesla, che trasmise a 50 km di distanza all’inizio dello stesso anno in un collegamento a West Point,[10] mentre il russo Aleksandr Popov aveva realizzato un ricevitore di onde radio nel maggio dello stesso anno[5][11].
Il brevetto
Prevedendo l’occorrenza di capitali per proseguire negli esperimenti, Marconi scrisse al ministero delle Poste e Telegrafi, al tempo guidato dall’on. Pietro Lacava, illustrando l’invenzione del telegrafo senza fili e chiedendo finanziamenti. La lettera non ebbe risposta e venne liquidata dal ministro con la scritta «alla Longara», intendendo il manicomio di via della Lungara a Roma.[12]
Nel 1896, Marconi parla con l’amico di famiglia Carlo Gardini, console degli Stati Uniti a Bologna, dell’idea di lasciare l’Italia per andare nel Regno Unito. Gardini scrive una lettera all’Ambasciatore d’Italia a Londra, Annibale Ferrero suo conoscente, per presentare il giovane e le sue straordinarie scoperte. Come risposta, l’ambasciatore Ferrero consiglia di non rivelare a nessuno i risultati ottenuti, se non dopo la presentazione del brevetto. Inoltre, lo incoraggia a recarsi nel Regno Unito, dove ritiene che gli sarà più facile trovare i capitali necessari per l’impiego pratico della sua invenzione. Il 12 febbraio del 1896, Marconi parte con la madre per il Regno Unito. A Londra, il 5 marzo dello stesso anno, presenta la prima richiesta provvisoria di brevetto, col numero 5028 e col titolo “Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati”. Da sottolineare che tale richiesta avvenne con 21 giorni di anticipo rispetto alla data della prima trasmissione radio realizzata dal russo Popov.[13] Il 19 marzo, Marconi ricevette dall’Ufficio Brevetti conferma dell’accettazione della prima domanda. Il 2 giugno dello stesso anno, depositò all’Ufficio Brevetti di Londra una domanda definitiva per un sistema di telegrafia senza fili, n. 12039, dal titolo “Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi relativi”. Nel farlo, Marconi rinunciò a tre mesi di priorità sull’invenzione.
Il successo
Marconi, intanto, effettua dimostrazioni pubbliche alla presenza di politici e industriali: colloca ad esempio un trasmettitore sul tetto dello stabile della direzione delle Poste e un ricevitore in una casa su una banchina del Tamigi, a quattro chilometri di distanza. Per l’Ammiragliato stabilisce un contatto attraverso il canale di Bristol, largo 14 chilometri. Collabora con il Daily Express in occasione delle regate di Kingstown. I giornalisti seguono le regate al largo, a bordo di un rimorchiatore, poi passano le notizie a Marconi che le trasmette ad una stazione a terra da dove vengono telefonate rapidamente al giornale.
Nel luglio 1897 Marconi fondò a Londra la Wireless Telegraph Trading Signal Company (successivamente rinominata Marconi Wireless Telegraph Company), che aprì il primo ufficio in Hall Street a Chelmsford, in Inghilterra, nel 1898 e impiegava circa 50 persone.
Egli effettuò la prima trasmissione senza fili sul mare da Ballycastle (Irlanda del nord) all’isola di Rathlin nel 1898. Stabilì un ponte radio tra la residenza estiva della regina Vittoria e lo yacht reale sul quale c’era il principe di Galles, il futuro Edoardo VIIconvalescente per una brutta ferita al ginocchio. Nel dicembre dello stesso anno, da un battello attrezzato con radio parte una richiesta di soccorso: è il primo caso di richiesta di salvataggio. Il 29 maggio i segnali attraversano il canale della Manicasuperando la distanza di 51 chilometri.
Marconi concentra successivamente le sue ricerche verso l’Atlantico, convinto che le onde possano varcare l’oceano seguendo la curvatura della Terra. Nel novembre 1901 a Poldhu, in Cornovaglia, installa un grande trasmettitore la cui antenna di 130 metri è costituita da 60 fili tesi a ventaglio tra due piloni alti 49 metri e distanti fra di loro 61. Poi s’imbarca per St. John’s di Terranova con gli assistenti Kemp e Paget. I due luoghi, separati dall’oceano Atlantico, distano fra di loro oltre 3.000 chilometri. Il 12 dicembre 1901 ci fu la comunicazione che costituì il primo segnale radio transoceanico. Il messaggio ricevuto era composto da tre punti, la lettera S del codice Morse. Per raggiungere Terranova avrebbe dovuto rimbalzare due volte sulla ionosfera. Una contestazione recente è stata presentata dal dottor Jack Belrose basandosi sia su considerazioni teoriche che su tentativi di ripetizione dell’esperimento; egli crede che Marconi udì solamente disturbi atmosferici scambiati per un segnale.[14]
Marconi installò un analogo trasmettitore a scintilla nel Centro Radio di Coltano, presso Pisa, nel 1903, che venne utilizzato fino alla seconda guerra mondiale prima per comunicare con le colonie d’Africa, quindi con le navi in navigazione, e in seguito ampliata e potenziata tanto da diventare una delle più potenti stazioni radio d’Europa.
In quell’anno, come ricorda la stampa coeva (La Gazzetta della Spezia) Marconi fu alla Spezia, presso la struttura della Marina Militare di San Bartolomeo, località militarizzata fra il capoluogo e Lerici: issò antenne dotate di palloni gonfiati ad elio, sulle plance di imbarcazioni inviate sempre più lontane dalla costa del golfo spezzino, e dalla base di San Bartolomeo dove Marconi operava per ottimizzare trasmissioni e ricezioni. Il 25 settembre 1912, alle ore 12:30 circa, Marconi transitava alla guida della sua automobile, una Fiat 50 HP, nel paese di Borghetto Vara in direzione di Genova, per attraversare il Passo del Bracco.
Appena fuori dall’abitato di Borghetto Vara, in prossimità di una curva secca, la sua vettura si scontrò frontalmente con un’altra automobile, una Isotta Fraschini, rimanendo incastrata fra le lamiere di quest’ultima[15]. L’urto fu molto violento e Marconi fu ferito all’occhio destro dalle schegge di vetro del parabrezza della sua vettura, frantumatosi nello scontro. Ricoverato presso l’Ospedale militare della Spezia in Viale Fieschi, Marconi fu operato nella serata dello stesso giorno a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni; i medici furono costretti ad estirpare l’occhio leso. In seguito fece una lunga degenza riabilitativa presso lo stesso ospedale. La curva nei pressi dell’abitato di Borghetto Vara, luogo dell’incidente, è detta ancor oggi dai vecchi abitanti curva Marconi.
Guglielmo Marconi | |
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25 aprile 1874 – 19 luglio 1937 | |
Nato a | Bologna |
Morto a | Roma |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Marina |
Arma | Marina |
Corpo | Istituto Radiotelegrafico della Marina |
Specialità | Telegrafista |
Anni di servizio | 1915 – 1919 |
Grado | al congedo: Capitano di corvetta Contrammiraglio |
Guerre | Prima guerra mondiale |
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Nel 1904 effettuò esperimenti sul colle Cappuccini di Ancona, al fine di studiare l’influenza del sole sulla trasmissione delle onde radio, evidenziando che esse hanno una migliore propagazione durante la notte[16][17].
Il 16 marzo 1905 sposò Beatrice O’Brien, figlia di Edward O’Brien, XIV barone Inchiquin. La coppia ebbe tre figlie, Lucia, che sopravvisse solo tre settimane, Degna e Gioia, e un figlio, Giulio. Divorziarono nel 1924.[18]
Marconi completò gli esperimenti per ottenere comunicazioni transoceaniche attendibili fino al 1907 e fondò la Marconi corporation, che nell’ottobre del 1907inaugurò il primo servizio pubblico regolare di radiotelegrafia attraverso l’Oceano Atlantico, dando la possibilità alle navi transatlantiche di lanciare l’SOS senza fili (nel 1907 si utilizzava ancora il codice CQD, non SOS).
L’utilità del radio soccorso in mare si dimostrò il 23 gennaio del 1909, con il primo eclatante soccorso navale che portò al salvataggio degli oltre 1700 passeggeri del transatlantico statunitense “Republic”, che stava per affondare dopo essere stato speronato dal piroscafo italiano “Florida”. L’operatore radiotelegrafico Binns, che lavorava per la compagnia Marconi, continuò a lanciare per 14 ore ripetute l’SOS, finché uno di essi fu ricevuto dall’operatore del piroscafo “Baltic”, il cui comandante ordinò di cambiare rotta e diede il via all’operazione di salvataggio. All’indomani nel porto di New York, salvi tutti i passeggeri, Binns fu festeggiato come un eroe e la gratitudine coinvolse la figura del marconista, accelerando la popolarità di Marconi.
Nello stesso anno, il 10 dicembre 1909, a Stoccolma Guglielmo Marconi ricevette il premio Nobel per la fisica, condiviso con il fisico tedesco Carl Ferdinand Braun. La motivazione della Reale Accademia delle Scienze di Svezia recitò: “… a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”.
Nell’autunno 1911 Marconi visitò le colonie italiane in Africa per sperimentare i collegamenti a lunga distanza con la stazione di Coltano; in particolare fu a Tripoli da poco occupata dalle truppe italiane dove effettuò in collaborazione con Luigi Sacco, comandante della locale stazione radio, alcuni esperimenti di collegamento radio con Coltano, che diedero impulso all’allestimento da parte dell’arma del Genio del primo servizio di radiotelegrafia militare su larga scala.
Quando, nel 1912, il Titanic affondò dopo aver lanciato il segnale SOS via radio, Marconi si trovava negli Stati Uniti e accorse al porto di New York per ricevere i 705 superstiti. Intervistato dalla stampa disse «Vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata». Prima di tornare in Italia, venne organizzata una cerimonia ufficiale in cui i superstiti sfilarono nelle strade di New York incolonnati, recando in omaggio a Guglielmo Marconi una targa d’oro, realizzata dallo scultore Paolo Troubetzkoy, quale segno di riconoscenza. L’inventore conferì un premio al marconista del Titanic Harold Bride che rimase al proprio posto a lanciare messaggi di soccorso, anche quando l’acqua aveva raggiunto il ponte superiore.[19]
Dal foglio matricolare custodito presso il distretto militare di Bologna, risulta inoltre, che il giovane Marconi scelse di fare il soldato nell’esercito per un anno; lo espletò invece nella Regia Marina, pur essendo nato in una città dell’entroterra (fu inserito nel corpo Reali Equipaggi in qualità di operaio).
Svolse il servizio militare all’ambasciata di Londra dal 1º novembre 1900. Trasferito poi in Italia fu congedato il 1º novembre 1901, ma per età fu trasferito nell’esercito il 31 dicembre 1906. Venne nominato senatore a vita del Regno d’Italia il 30 dicembre 1914. In data 19 giugno 1915 Marconi si arruola come volontario nel Regio Esercito con il grado di tenente di complemento del Genio, indi promosso capitano il 27 luglio 1916 e, benché ufficiale dell’esercito, prestava servizio nell’Istituto Radiotelegrafico della Marina; in seguito a regolare domanda, datata Livorno 14 agosto 1916 presentata al Ministro della Marina, fu nominato Capitano di Corvetta della Regia Marina con R.D. del 31 agosto 1916, congedato con tale grado il 1º novembre 1919, e promosso Capitano di Fregata in congedo con R.D. 28 marzo 1920, e poi Capitano di Vascello con R.D. 7 luglio 1931. Ambedue tali promozioni rientravano nelle norme di avanzamento degli ufficiali di complemento in congedo.
Nel 1920 lo stabilimento di Marconi di Chelmsford fu sede della prima trasmissione audio annunciata pubblicamente del Regno Unito; una delle annunciatrici fu Nellie Melba. Nel 1922 il primo servizio regolare di trasmissioni di intrattenimento cominciò dal Marconi Research Centre a Writtle, vicino Chelmsford.
Fu nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 1927 e della Regia Accademia d’Italia (l’attuale Accademia Nazionale dei Lincei) il 19 settembre 1930, diventando automaticamente membro del Gran Consiglio del Fascismo, pur partecipando ad una sola seduta.
Marconi e l’immagine dell’Italia all’estero
La figura di Marconi fu utilizzata dal governo italiano per valorizzare il ruolo degli italiani all’estero. Il presidente del consiglio Boselli nei difficili anni della prima guerra mondiale aveva proposto di nominare Marconi commissario per curare la rappresentanza diplomatica italiana negli Stati Uniti, ma il progetto non ebbe seguito per le resistenze dei diplomatici di carriera.[20]
Marconi e il fascismo
Fortemente corteggiato, fin dall’inizio, dal regime[21], Marconi decise di aderire al fascismo, che gli offriva posti di rilievo negli organi nazionali, tant’è in un suo discorso affermò: “Rivendico l’onore di essere stato in radiotelegrafia il primo fascista, il primo a riconoscere l’utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d’Italia”.[22] Benito Mussolini, in un discorso al Senato del 9 dicembre 1937, affermò: “Nessuna meraviglia che Marconi abbracciasse, sin dalla vigilia, la dottrina delle Camicie Nere, orgogliose di averlo nei loro ranghi”.[23] In occasione della 19ª riunione della Società Italiana per il Progresso delle Scienze che si tenne dal 7 al 15 settembre 1930 congiuntamente a Bolzano e a Trento, iniziò il suo discorso inaugurale con le parole: “Il mio saluto è esultante per il compiacimento di trovarmi tra i fratelli del Trentino in una grande manifestazione prettamente italiana che si svolge sul suolo riconquistato alla grande Madre sotto la guida del Re vittorioso, mentre il segnacolo della Patria sventola sicuro sul Brennero e al compimento dei nostri destini presiede e provvede la mente vigile e alerte del Duce.”[24]
Il nuovo matrimonio e gli anni successivi
Il 15 giugno 1927 sposò Maria Cristina Bezzi-Scali.[25] La loro figlia fu chiamata Maria Elettra Elena Anna. Anche il panfilo che ospitò molte ricerche in varie parti del mondo si chiamava Elettra. Gli esperimenti effettuati nel golfo del Tigullio avevano come postazione a terra una torre, posta sulla penisola di Sestri Levante, che successivamente prese il nome di “Torre Marconi”, mentre nelle carte ufficiali della Marina italiana il golfo del Tigullio assunse il nome di “Golfo Marconi”. Lo affianca in questi anni l’assistente Adelmo Landini.
Il 17 giugno 1929 Vittorio Emanuele III conferisce a Marconi il titolo ereditario di marchese.
Nel 1929, su richiesta di Pio XI, si incaricò di sovrintendere alla costruzione della prima Stazione Radio del Vaticano. L’inaugurazione di quella che nei decenni successivi assumerà il nome di Radio Vaticana avvenne il pomeriggio del 12 febbraio 1931. G. Marconi volle introdurre personalmente la prima trasmissione radiofonica di un Pontefice, Pio XI, annunciando al microfono: “Con l’aiuto di Dio, che tante misteriose forze della natura mette a disposizione dell’umanità, ho potuto preparare questo strumento che procurerà ai fedeli di tutto il mondo la consolazione di udire la voce del Santo Padre”[1].
Alle 16,49 Pio XI pronunciò in latino il primo radiomessaggio e Marconi, in collegamento diretto con New York, Melbourne, Québec e altre città del mondo, introdusse le parole del Papa affermando fra l’altro: “Per circa venti secoli il Pontefice Romano ha fatto sentire la parola del suo divino magistero nel mondo, ma questa è la prima volta che la sua viva voce può essere percepita simultaneamente su tutta la superficie della terra”.
Al termine della cerimonia Pio XI lo decorò con le insegne della Gran Croce dell’Ordine Piano, consegnandogli anche il Diploma di socio della Pontificia Accademia delle Scienze.”[26] In questo periodo ideò e fece costruire un radiocomando con cui il Papa Pio XI poté azionare per la prima volta l’illuminazione della stele votiva dedicata alla Madonna della Lettera a Messina
Dal Centro di Coltano ma ordinato da Marconi da Roma partì il segnale, nel 1931, che accese le luci al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, in una rinnovata dimostrazione dell’efficienza della radio in comunicazioni transoceaniche.
« Alla fine del luglio 1932, l’impianto della stazione di Santa Margherita fu trasportato all’Osservatorio Sismografico di Rocca di Papa posto a circa 19 chilometri a sud di Roma ad una altezza di 750 metri sul livello del mare e a 24 chilometri circa dalla costa.Il 2 agosto buone conversazioni in duplex furono stabilite fra tale nuova stazione sperimentale e il panfilo Elettra, ancorato dinanzi ad Ostia ad una distanza cioè di circa 29 chilometri. In tale occasione la stazione di Rocca di Papa trasmetteva su onde di cm. 57 e quella del panfilo Elettra su onde di 26 metri. Il 3 agosto il panfilo dovette lasciare Ostia e dirigersi al Porto di Civitavecchia a causa del cattivo tempo; tale viaggio fu utilizzato per prove di propagazione. Durante queste prove, allo scopo di mantenere il fascio d’irradiazione diretto sul panfilo, il riflettore a Rocca di Papa veniva girato di 5 gradi, ad est di Ostia, ogni mezz’ora. Ottimi segnali erano così ricevuti sul panfilo fino ad una distanza di 85 chilometri. A tale distanza l’intensità del segnale diminuiva notevolmente, ma rimaneva perfettamente udibile malgrado la presenza di colline che mascheravano completamente la posizione della stazione trasmittente. I segnali si perdevano soltanto ad una distanza di km. 90 e cioè quando, all’entrata del porto di Civitavecchia, il riflettore del ricevitore non poteva più essere mantenuto in direzione di Rocca di Papa.
Il 6 agosto il panfilo, con a bordo i rappresentanti del Governo italiano, si poneva in rotta sulla congiungente Rocca di Papa – Golfo Aranci, Sardegna, allo scopo di studiare la propagazione di queste onde ultracorte a distanza relativamente grande. Le prove furono iniziate quando il panfilo era a 63 chilometri da Rocca di Papa con eccellenti comunicazioni telefoniche in duplex e con segnali assai forti da ambo le estremità del collegamento A circa 107 chilometri era ancora possibile una buona comunicazione in duplex, e cioè già a circa 10 chilometri oltre la portata ottica; ma poco dopo i segnali perdettero rapidamente la loro intensità: divennero assai variabili, con lenta e profonda evanescenza, fino a che ad una distanza di 128 chilometri, essi non poterono essere percepiti che di tanto in tanto. L’ascolto, naturalmente, continuò malgrado tali cattive condizioni di ricezione; ma alla distanza di 161 chilometri l’intensità media dei segnali aumentò improvvisamente e raggiunse, in breve tempo, la stessa intensità osservata alla distanza di 74 chilometri. Questa ripresa dei segnali durò fino a che fu raggiunta la distanza di 175 chilometri, oltrepassata la quale essi tornarono ad essere rapidamente evanescenti, assumendo lente, profonde variazioni, e furono da ultimo percepiti alla distanza di 203 chilometri. Il 10 agosto tale importante prova a distanza fu ripetuta. Sui primi 112 km. i risultati si ripetettero come nella prima prova; ma al di là di tale distanza essi furono diversi nei seguenti rapporti: 1° I segnali invece di divenire evanescenti con rapidità fino a giungere alla completa scomparsa, assumevano alla distanza di 115 chilometri la caratteristica di una lentissima e profonda evanescenza, ma mantenevano una intensità media quasi costante fino a 176 chilometri da Rocca di Papa. 2° A tale distanza, invece di perdersi repentinamente, i segnali mantenevano l’evanescenza lenta e profonda con una progressiva diminuzione dell’intensità media, fino a divenire inaudibili di tanto in tanto ed a rendere possibile la loro intercettazione per l’ultima volta sul panfilo, alla distanza di 224 chilometri da Rocca di Papa. Il panfilo arrivò la stessa notte a Golfo Aranci (Sardegna) e la mattina dopo l’apparecchio ricevente fu sbarcato ed installato sul Semaforo di Capo Figari a 340 metri sul livello del mare. La stazione di Rocca di Papa era stata richiesta di iniziare nuovamente la trasmissione alle ore 16. Avemmo allora la grande soddisfazione di ricevere i suoi segnali quasi immediatamente Le prove proseguirono fino a mezzanotte. I segnali assunsero la caratteristica di evanescenza lenta e profonda, già osservata sul panfilo. Essi, tuttavia, permettevano di tanto in tanto la perfetta intelligibilità della parola, mentre nei periodi sfavorevoli divenivano, per ogni scopo pratico, inaudibili. La loro intensità media sembrava migliore prima del tramonto che dopo. La distanza fra Rocca di Papa e Capo Figari è di 269 chilometri mentre la distanza ottica, considerata l’altezza delle due località, è di circa 116 chilometri. È interessante aggiungere che a Capo Figari l’angolo di ricezione fu varie volte misurato inclinando il riflettore e fu trovato che le onde emesse da Rocca di Papa raggiungevano la stazione sperimentale ricevente da una direzione orizzontale. In conclusione: È stato già dimostrato che esse possono propagarsi intorno ad una porzione della curvatura terrestre a distanze maggiori di quelle previste e a tal proposito non posso fare a meno di ricordare che nel 1901, proprio quando io stesso riuscii per primo a provare che le onde elettriche potevano essere trasmesse e ricevute attraverso l’Oceano Atlantico, degli insigni matematici erano di opinione che la distanza che poteva essere raggiunta dalle onde elettriche sarebbe stata limitata a solo circa 300 chilometri. In ogni caso il nuovo sistema è ora utilizzabile per sostituire vantaggiosamente le segnalazioni ottiche in tutte le loro applicazioni a grande distanza come, per esempio, fra semafori lungo le coste e fra forti costruiti lungo una frontiera, e, in generale, esso sarà molto vantaggioso in quei casi in cui la costruzione di un ordinario collegamento o cavo telefonico a piccola distanza sia difficile o troppo costosa. Altre applicazioni, come quelle relative alla radiodiffusione circolare ed alla televisione, sono attualmente allo studio. Sono sicuro che la ricerca di nuovi campi di applicazione di queste onde elettriche, finora inutilizzate, porterà alla realizzazione di metodi e di apparecchi assai perfezionati. » |
(dagli scritti di Guglielmo Marconi, “Radiocomunicazioni a onde cortissime” – Conferenza tenuta alla Royal Institution of Great Britain il 2 dicembre 1932) |
Dal 1933 alla morte fu presidente dell’Istituto Treccani. Nel 1934 fu nominato primo presidente del CIRM che era nato su iniziativa sua e del suo medico, il dottor Guido Guida.
Sempre nel 1933 mostrò nelle vicinanze di Castel Gandolfo ad alcuni alti ufficiali dell’esercito, un apparato radio che permetteva di rilevare oggetti metallici nelle vicinanze (il passaggio di automobili), di fatto un primo abbozzo del radar che Marconi aveva preconizzato già nel 1922. Nonostante gli ufficiali fossero rimasti positivamente impressionati, non riuscirono a comprendere l’importanza strategica di quella invenzione che così non ricevette investimenti da parte dello Stato. Negli anni seguenti Marconi continuò queste ricerche per proprio conto, in parallelo a quelle di Ugo Tiberio.
Il primo servizio di televisione regolare al mondo fu inaugurato a Londra dalla BBC il 2 novembre 1936; dopo una breve sperimentazione dei due sistemi (quello a scansione meccanica dello scozzese John Logie Baird e quello elettronico della Marconi-EMI Television), la BBC adottò definitivamente il sistema elettronico Marconi-EMI dal 1º febbraio 1937. La stessa BBC nel 1935, dopo l’invasione italiana dell’Etiopia, aveva bandito Marconi per questioni politiche dalle trasmissioni.[senza fonte]
Gli furono conferite 16 lauree honoris causa (di cui due in legge), 25 onorificenze di alto rango, 13 cittadinanze onorarie[27][28]. Con Regio Decreto del 18 luglio 1936Marconi fu promosso contrammiraglio nella riserva per meriti eccezionali.
La morte
A Roma, la mattina del 19 luglio 1937, Guglielmo Marconi accompagnò alla stazione la moglie, diretta a Viareggio per festeggiare il settimo compleanno della figlia Elettra, facendo poi ritorno nella casa del suocero, in via Condotti, dove ebbe una crisi cardiaca. Dopo che il suo medico personale, il dottor Cesare Frugoni, gli comunicò la gravità delle sue condizioni, Marconi fece chiamare un sacerdote, ricevette l’estrema unzione e morì alle 3:45 del mattino del 20 luglio.[29] In segno di lutto, quello stesso giorno le stazioni radio di tutto il mondo interruppero contemporaneamente le trasmissioni per due minuti.
Ai funerali di Stato, tenutisi a Roma il 21 luglio, parteciparono la gran parte delle autorità politiche e del mondo accademico, compreso il Capo del Governo Benito Mussolini, oltre a una impressionante folla di 500.000 persone.
Le sue spoglie sono custodite a Sasso Marconi presso la casa paterna di Villa Griffone, dove hanno sede anche un museo e una fondazione a lui dedicati.
Riconoscimenti
- Con la legge 28 marzo 1938, n. 276 G.U. N. 84 del 12 aprile 1938, Vittorio Emanuele III di Savoia decretò che “il giorno 25 aprile, anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, è dichiarato, a tutti gli effetti, giorno di solennità civile”.[30] Alcuni anni prima, con Regio Decreto 20 giugno 1935, n. 1386 G.U. N. 178 del 1º agosto 1935 aveva mutato la denominazione del paese di Praduro e Sasso in Sasso Bolognese. Successivamente, con Regio Decreto 7 marzo 1938 n. 293, G.U. N. 85 del 13 aprile 1938, a ricordo della terra dove “ebbero luogo i primi esperimenti della prodigiosa invenzione che donò immensi benefici all’umanità intera, e rese immortale il nome di Guglielmo Marconi”, mutò la denominazione del comune in Sasso Marconi e quella della frazione di Pontecchio in Pontecchio Marconi.
- A Marconi è anche intitolato l’aeroporto di Bologna e l’asteroide 1332 Marconia. Nel 2009 è stato inaugurato un museo in sua memoria ad Ancona.[16]
- A Roma porta il nome di Marconi l’Università degli Studi “Guglielmo Marconi”.
- Nel 1974, Guglielmo Marconi venne raffigurato sulla moneta da 100 lire; dal 1990 fino all’introduzione dell’euro nel 2001, Guglielmo Marconi è stato raffigurato sulla banconota da 2.000 lire italiane.
- Dal 1977 è stata istituita a Manhattan, da parte del Ministero degli Esteri, la Scuola d’Italia Guglielmo Marconi, l’unica bilingue (Inglese–Italiano) del Nord-America.[31];[32]
Celebrazioni ufficiali del centenario dell’invenzione della radio
In Italia con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 maggio 1991 venne istituito un comitato primo centenario dell’invenzione della radio.[33] Nelle premesse del decreto si afferma
« considerato che nell’anno 1995 ricorrerà il 1º centenario dell’invenzione della Radio, avvenuta com’è noto per opera di Guglielmo Marconi nel 1895; » |
Vi è una netta presa di posizione sull’attribuzione a Marconi dell’invenzione della radio.
La legge 14 febbraio 1992, n. 156 Celebrazione del primo centenario dell’invenzione della radio usa invece una diversa formulazione[34]
« Art. 1 Le celebrazioni del primo centenario dell’invenzione della radio hanno lo scopo: di favorire i rapporti di cooperazione internazionale per lo studio dell’opera di Guglielmo Marconi ecc. » |
Si sottolinea, pertanto, la necessità di favorire i rapporti di cooperazione internazionale, additata come strumento per superare la disputa che coinvolge gli ambienti scientifici di molte nazioni: la necessità di studiare a livello internazionale l’opera di Guglielmo Marconi viene svincolata dall’attribuire l’invenzione della radio a questo o a quest’altro esperimento.[35] Nell’ambito di questi interventi legislativi si è realizzato, a cura della RAI, un museo affiancato da iniziative minori in varie località.[36]
Le contestazioni di Nikola Tesla
La rivendicazione dell’invenzione della radio di Marconi fu sempre contestata da Nikola Tesla. Nel 1943 una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti riconosce a Nikola Tesla la paternità del brevetto della radio.[37]
Molto tempo prima, nel 1911, l’High Court britannica nella persona di Mr. Justice Parker deliberò in un analogo procedimento[38] la validità dei brevetti di Marconi e negli anni prima del 1943 molte altre sentenze sono state pronunciate con andamenti altalenanti per le parti in causa. Sulla causa della Corte Suprema Statunitense vi sono critiche dovute anche al fatto che all’epoca la società Marconi aveva una causa legale in atto con l’esercito statunitense e la sentenza della Corte Suprema rese nulle le richieste della società Marconi sulle presunte violazioni intellettuali dell’esercito. In realtà ciò non è vero del tutto visto che il governo Usa pagò la somma di circa 43.000 dollari di allora, oltre agli interessi, alla società di Marconi per un brevetto di Oliver Lodge che la suddetta società aveva comprato da quest’ultimo[39].
I sostenitori di Marconi sostennero che Marconi non fosse a conoscenza del lavoro di Nikola Tesla negli Stati Uniti. Comunque i lavori “Sulla luce e altri fenomeni di altra frequenza” (Philadelphia/St. Louis; Franklin Institute in 1893) e “Esperimenti con correnti alternate ad alto potenziale e frequenza” (London; 1892) furono diffusi in tutto il mondo e di conseguenza è possibile che Marconi conoscesse i lavori di Nikola Tesla.[40]
Nikola Tesla nel marzo 1900 brevettò (consegnato nel 1897[41]) un sistema di trasmissione di energia elettrica che poteva essere anche usato per trasmissione di segnali radio (futuro utilizzo per Wi-Fi).[42] Nel 1898 brevettò un radiocomando multicanale che permetteva, su breve distanza, di comandare vascelli ed il cui sistema base di controllo era formato da quattro circuiti sintonizzati alla stessa frequenza.
Onorificenze
Onorificenze italiane
Grand’Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro | |
Cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia | |
Cavaliere di Gran croce dell’Ordine della Corona d’Italia | |
Cavaliere del lavoro | |
— 26 ottobre 1902[43] |
Croce al merito di guerra | |
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) | |
Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia | |
Medaglia commemorativa italiana della vittoria | |
Cittadinanza onoraria del Comune di Crotone | |
— 1925 |
Onorificenze straniere
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano (Santa Sede) | |
Cavaliere di Gran Croce Magistrale dell’Ordine di Malta (Sovrano Militare Ordine di Malta) | |
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Principe Danilo I (Regno del Montenegro) | |
Cavaliere di II Classe dell’Ordine di Sant’Anna (Impero russo) | |
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