Galleria Marcorossiartecontemporanea
via Garibaldi 18a (accessibili i primi 2 locali)
20 maggio-24 giugno 2017
GAM Palazzo della Ragione – Prima Parete
6 giugno – 30 settembre 2017
Ingresso libero
MEDHAT SHAFIK | PALMIRA
A CURA DI PIETRO MARANI
Marcorossiartecontemporanea presenta il nuovo progetto di Medhat Shafik, intitolato Palmira, un omaggio alla spettacolare città siriana, chiamata la sposa del deserto e segnata dalle distruzioni dei siti archeologici perpetrata dai miliziani del sedicente stato islamico In una dimensione artistica avulsa dal naturale scorrere del tempo e dalle controversie religiose e politiche, Shafik attua attraverso le sue opere una ricostruzione poetica dell’antico splendore di Palmira, posta a metà strada tra il Mediterraneo e l’Eufrate, luogo di incontro tra Occidente e Oriente, ed eletta a simbolo di fratellanza. In questo nuovo ciclo di opere realizzate su tele di juta e carte di cotone lavorate a mano appositamente per l’artista in Sicilia, i colori a olio e gli acrilici si mescolano alle garze e ai tessuti dai colori splendenti, ai legni antichi, agli ossidi, agli stucchi ,ai pigmenti e ai fili di lana dai colori naturali. Tutti questi elementi sovrapposti diventano metafora delle stratificazioni della storia. Così l’artista sintetizza la sua poetica: ” Ricerco il recupero simbolico dei luoghi archeologici, che sono la memoria dell’uomo, l’essenza della civiltà. Vorrei ricostruire metaforicamente Palmira, Palmira può essere ovunque, proprio perché per me simboleggia il recupero della civiltà, l’onda lunga del nostro essere umani e nel contempo la sua distruzione. Palmira è di tutti noi, anzi, Palmira siamo noi e non deve essere distrutta.” A Verona i visitatori della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, ospitata nelle prestigiose sale del Palazzo della Ragione, nell’ambito dell’iniziativa prima pAReTe a cura di Patrizia Nuzzo , saranno accolti da un installazione appositamente realizzata da Medhat Shafik per l’occasione; prosegue così il legame tra le istituzioni culturali veronesi e l’artista che nel novembre 2007 aveva allestito a Palazzo Forti la personale “ Le città invisibili” e in seguito era stato tra i protagonisti della grande rassegna “Il Settimo Splendore”, mostra inaugurale dell’attività del Palazzo della Ragione. Inoltre nella collezione della Galleria d’Arte Moderna è presente “La dimora del Poeta”, una suggestiva installazione realizzata da Shafik nel 2004 A Milano il curatore della mostra Pietro Marani, Professore Ordinario di Storia dell’arte Moderna del Politecnico, facoltà di Design e autore di numerosi saggi e volumi in particolare su Leonardo da Vinci, ha voluto coinvolgere l’ateneo con l’esposizione di alcune opere alla scuola del Design alla Bovisa e un workshop con gli studenti . (Opere del ciclo Palmira, 2017, tecnica mista su tela, cm 150 x 150)
Medhat Shafik è nato in Egitto nel 1956. Dal 1976 vive e opera in Italia. Indicato nel sito del Metropolitan Museum di New York come uno dei più interessanti artisti del mondo arabo del XX secolo, Shafik, artista di successo internazionale, coniuga le suggestioni e i colori dell’arte orientale con le più avanzate tecniche compositive delle avanguardie occidentali. “Si tratta di un incontro felice tra due culture – scriveva Pierre Restany – quella orientale, dell’idioma materno e quella occidentale, quando il segno si trasforma in accadimento segreto… come se l’Action Painting, o i modi dell’informale Europeo, potessero coniugarsi con il fascino leggero dei geroglifici”. La sua consacrazione arriva nel 1995, quando alla Biennale di Venezia il Padiglione Egitto da lui rappresentato insieme a due altri artisti , viene premiato con il Leone d’Oro delle Nazioni. Nel 2011 ha esposto alla Fondazione Stelline di Milano una personale curata da A.C.Quintavalle, nel 2012 una retrospettiva alla Pilotta di Parma curata dallo CSAC. Una scultura monumentale dell’artista, in marmo di Carrara, dal 2013 è esposta nel Museo della Scultura all’aperto dell’Idroscalo di Milano. Nel 2014 ha esposto a Dubai negli Emirati Arabi e a Doha nel Quatar. Nel 2015 partecipa alla rassegna internazionale Nel Mezzo del mezzo, a cura di Christine Macel, Marco Bazzini, Bartomeu Mari, a Palazzo Sant’Elia, a Palermo e la sua opera è stata acquisita dalla Collezione permanente del Museo di Palazzo Riso. Nel 2016 diverse sue opere vengono acquisite da un importante Collezione a Ryiad, partecipa alla rassegna ArteForte La Babele di linguaggi e di simboli legati ai conflitti” installazioni d’arte contemporanea in otto forti austroungarici del Trentino, con un’installazione al Forte Larino e a Forte Corno e alla rassegna Gli artisti del silenzio, a Palermo.
Galleria fotografica
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IL PROGETTO. Una serie di installazioni in contemporanea a Milano e Verona. Domani il via alla galleria Marcorossi
Palmira e le città della memoria
Alla Gam l’ultimo lavoro di Shafik
Alessandra Galetto
L’artista egiziano consacrato alla Biennale del ’95 torna a Verona dopo la personale del 2007 con opere dedicate al sito archeologico
«Ricerco il recupero simbolico dei luoghi archeologici, che sono la memoria dell’uomo, l’essenza della civiltà. Vorrei ricostruire metaforicamente Palmira. Palmira può essere ovunque, proprio perché per me simboleggia il recupero della civiltà, l’onda lunga del nostro essere umani e nel contempo la sua distruzione. Palmira è di tutti noi, anzi, Palmira siamo noi e non deve essere distrutta». Sono le parole con cui Medhat Shafik, l’artista egiziano classe 1956 che dal 1976 vive e opera in Italia, riconosciuto a livello internazionale nel 1995 quando alla Biennale di Venezia il padiglione Egitto da lui rappresentato venne premiato con il Leone d’Oro alle Nazioni, spiega il suo nuovo progetto intitolato appunto «Palmira», del quale una tappa significativa avrà luogo proprio nella nostra città.Verona del resto aveva già dedicato a Shafik una bellissima mostra, la personale Le città invisibili, curata da Giorgio Cortenova a Palazzo Forti nel 2007: già lì emergeva la straordinaria capacità dell’artista di «incrociare» Oriente e Occidente, costruendo – come allora scrisse Cortenova – «luoghi culturali che più caratterizzano l’area del bacino mediterraneo. Non è forse eccessivo affermare che la sua vitalità è direttamente legata al formarsi di questa matassa di sollecitazioni e di visionaria intensa emotività». Ora, in una ideale continuità, l’artista esporrà alla Galleria d’arte moderna a Palazzo della Ragione nell’ambito del progetto Prima Parete, ideato e curato da Patrizia Nuzzo, direttrice della Galleria. Si tratta di una «tappa» di un più ampio progetto, che è partito ieri a Milano nella Galleria Marcorossi artecontemporanea di via Venezia (ci sarà, dal 31 maggio, anche un’installazione al Politecnico Bovisa) e che arriva poi domani a Verona sempre nella galleria Marcorossi di via Garibaldi, per approdare a Palazzo della Ragione il 6 giugno. «Palmira» è un omaggio alla spettacolare città siriana, chiamata la sposa del deserto e segnata dalle distruzioni dei siti archeologici perpetrata dai miliziani dell’Isis. In una dimensione artistica avulsa dal naturale scorrere del tempo e dalle controversie religiose e politiche, Shafik attua attraverso le sue opere una ricostruzione poetica dell’antico splendore di Palmira, posta a metà strada tra il Mediterraneo e l’Eufrate, luogo di incontro tra Occidente e Oriente, ed eletta a simbolo di fratellanza. Il nuovo ciclo di opere è realizzato su tele di juta e carte di cotone lavorate a mano appositamente per l’artista in Sicilia, i colori a olio e gli acrilici si mescolano alle garze e ai tessuti dai colori splendenti, ai legni antichi, agli ossidi, agli stucchi ,ai pigmenti e ai fili di lana dai colori naturali. Tutti questi elementi sovrapposti diventano metafora delle stratificazioni della storia.«Dal 6 giugno al 30 settembre Shafik sarà quindi il protagonista della seconda edizione di Prima Parete», spiega Patrizia Nuzzo, «il progetto che qui alla Gam intende valorizzare, mettendoli “in prima pagina”, gli artisti contemporanei le cui opere sono parte della collezione della Galleria d’Arte Moderna della nostra città (dell’artista egiziano la Gam ha acquisito l’installazione La dimora del poeta nel 2004 oltre ad aver allestito la personale Le città invisibili). Si tratta dunque di un ritorno e insieme di una nuova prova: Shafik crea infatti appositamente per gli spazi della Torre Mozza a Palazzo della Ragione un’installazione di grande fascino e impatto con una riflessione che, fuori da implicazioni politiche o religiose, è una ricerca universale sulla bellezza e sull’incontro tra civiltà».
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