Lucia, immobilizzata e poi accoltellata.
Secondo i primi dati dell’autopsia Ciccolini avrebbe tentato di strangolarla, mordendole anche un braccio quando lei aveva tentato un’inutile difesa.
Vittorio Ciccolini e Lucia Bellucci
VERONA. Prima l’avrebbe immobilizzata, poi uccisa a coltellate: questa la verità che emergerebbe dall’autopsia per la morte di Lucia Bellucci. La donna marchigiana di 31 anni colpita a morte dal suo ex fidanzato, l’avvocato veronese di 45 anni, Vittorio Ciccolini, non avrebbe avuto dunque modo di difendersi dai fendenti.
Secondo l’esame autoptico, eseguito da Dario Raniero, dell’istituto di medicina legale di Verona, che ha depositato le sue conclusioni, l’uomo avrebbe prima tentato di strangolare l’ex fidanzata, poi l’avrebbe colpita con una coltellata al cuore e tre ai polmoni. La donna sarebbe dunque stata colta di sorpresa e nell’unico tentativo di allontanare da sè Ciccolini sarebbe stata morsa da lui a un braccio.
L’avvocato ha cambiato intanto i titolari della sua difesa, passando dal collega di studio Guariente Guarienti, che ha lasciato così come aveva già fatto Fabio Porta, a Marco Stefenelli e Umberto De Luca.
Secondo l’esame autoptico, eseguito da Dario Raniero, dell’istituto di medicina legale di Verona, che ha depositato le sue conclusioni, l’uomo avrebbe prima tentato di strangolare l’ex fidanzata, poi l’avrebbe colpita con una coltellata al cuore e tre ai polmoni. La donna sarebbe dunque stata colta di sorpresa e nell’unico tentativo di allontanare da sè Ciccolini sarebbe stata morsa da lui a un braccio.
L’avvocato ha cambiato intanto i titolari della sua difesa, passando dal collega di studio Guariente Guarienti, che ha lasciato così come aveva già fatto Fabio Porta, a Marco Stefenelli e Umberto De Luca.
(Articolo tratto dal sito del quotidiano “L’Arena di Verona” del 29 agosto 2013)