Neurotrasmettitore glutammato può avere ruolo nella ricaduta nell’alcolismo
(Articolo di Luisa Luciano tratto dal sito http://notiziescientifiche.it/neurotrasmettitore-glutammato-puo-ruolo-nella-ricaduta-nellalcolismo/ del 24 febbraio 2018)
Uno dei problemi principali di chi affronta un percorso per smettere di bere è quello della ricaduta: anche dopo anni durante i quali non si è toccato un goccio d’alcol, il rischio di ricadere nell’oblio è sempre forte e presente.
Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Alcohol and Alcoholism e condotto dall’università dell’Indiana, mostra quello che potrebbe essere considerato come uno dei principali responsabili proprio delle ricadute nell’alcolismo.
Secondo le statistiche negli Stati Uniti, dove il fenomeno dell’alcolismo è alquanto diffuso, il 90% delle persone che stanno tentando di smettere di bere è affetto da ricadute nel giro di quattro anni. Le ricadute stesse sono diretta conseguenza di varie “tentazioni” a cui lo stesso paziente è sottoposto: suoni (ad esempio di bicchieri al bar), odori, situazioni, e tutti quei contesti legati a passate esperienze di consumo di alcol.
Secondo Sharlene Newman, professoressa del Dipartimento di Scienze Psicologiche e del Cervello della IU, il motivo sarebbe da ricercare nei livelli di glutammato. Le “tentazione” di cui sopra sarebbero infatti fortemente associati a questo neurotrasmettitore, almeno nei ratti sui quali sono stati condotti esperimenti. Risultati che poi sono stati confermati anche dalle misurazioni delle concentrazioni di glutammato in 35 soggetti, 17 alcolisti e 18 non alcolisti. Ai soggetti venivano mostrate immagini di bevande alcoliche: gli alcolisti mostravano un netto cambiamento nei livelli di glutammato a differenza dei non alcolisti.
Secondo la Newman “La dopamina è il neurotrasmettitore più conosciuto, la cui carenza contribuisce alla depressione, all’ansia, al disturbo da deficit dell’attenzione e alla malattia di Parkinson, ma in realtà rappresenta meno del 5% di tutte le attività sinaptiche, mentre il glutammato rappresenta circa il 50% di questa attività ed è particolarmente coinvolta nei circuiti di motivazione-ricompensa integrati nella dipendenza”.
Gli stessi livelli di glutammato nel cervello possono essere misurati tramite spettroscopia a risonanza magnetica.