«Non berti il cervello, usalo», la Bassa Bresciana lancia l’appello ai giovani
(Articolo tratto dal sito http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_marzo_18/non-berti-cervello-usalo-brescia-appello-alcol-giovani-5f1e0dc4-ecff-11e5-a691-1e1091159f0c.shtml?refresh_ce-cp del 18 marzo 2016)
Nasce da una provocazione raccolta dal «Centro per la famiglia di Orzinuovi» la campagna antialcol che interesserà Verolanuova, Manerbio, Roccafranca e Flero.
Alla fine la foto di quei bagni lordati dall’eredità di un sabato sera ad alto tasso alcolico, pubblicati sui social dal direttore dell’oratorio di Orzinuovi, don Luciano Ghidoni, aveva sortito l’effetto sperato: aveva mosso le coscienze, fatto riflettere su quello che per tanti giovani, soprattutto adolescenti, sembrava l’approdo necessario di ogni fine settimana, non divertente se non annegato nella birra, ammazzato da una raffica di «shottini» o colorato da una brocca formato XL di pirlo.
«Non berti il cervello, usalo!» è nato così, da una provocazione raccolta dal «Centro per la famiglia di Orzinuovi» e da un tavolo al quale si sono seduti, società sportive, associazioni giovanili, forze dell’ordine, amministratori e, soprattutto, i gestori dei bar della cittadina della Bassa Bresciana.
Sempre più famiglie chiedono aiuto per gestire i figli
«Si tratta – spiega Ettore Botti presidente del centro “Per la famiglia”, cooperativa di ispirazione cattolica, che offre consulenza e assistenza sui problemi della coppia e sulle fatiche di crescere i figli – di un percorso nel quale vogliamo prenderci cura degli adolescenti con un’opera che sia di prevenzione contro l’abuso di alcol e di educazione. Abbiamo messo attorno ad un tavolo una serie di realtà che operano nella comunità e abbiamo chiesto loro un impegno concreto ad affrontare il tema sottoscrivendo una carta dei valori e dei comportamenti virtuosi».
Sempre più famiglie bussano in questi mesi alla porta del Centro (in via Tito Speri a Orzinuovi, provincia di Brescia) per chiedere un aiuto su come gestire il figlio adolescente che il sabato sera torna a casa ubriaco o il cui abuso lo ha fatto finire in pronto soccorso.
Le tappe del progetto
Che fare? «Ognuno deve impegnarsi a svolgere il compito che gli deriva dal suo ruolo – osserva Botti -: il barista a far rispettare le regole e i divieti sulla somministrazione degli alcolici; le autorità alla repressione e ai controlli; le scuole all’educazione; le associazioni a divulgare messaggi positivi che mirano ad un comune obiettivo: la salute psichica e fisica dei ragazzi, la tutela dei minori, l’educazione al rispetto di se stessi, degli altri e dei beni comuni, il divertimento sano e la legalità». Principi che diventano le tappe di un percorso che si aprirà ufficialmente il 17 aprile ad Orzinuovi con una corsa podistica e la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel progetto. Poi inizieranno gli incontri per i genitori e, nelle scuole della zona, quelli per i giovani. Bar e negozi esporranno il logo dell’iniziativa come certificazione che li si lavora per arginare e prevenire l’abuso di alcol fra i giovanissimi. Un progetto quello di Orzinuovi (già capofila di un percorso di educazione sui social network) destinato a fare scuola anche altrove. Si sono già mostrati interessati all’iniziativa i comuni di Verolanuova, Manerbio, Roccafranca e Flero.