«Una dipendenza come l’alcol e la droga»
(Articolo di Marco Bisiach tratto dal sito http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/11/04/news/una-dipendenza-come-l-alcol-e-la-droga-1.12388648 del 04 novembre 2015)
Don Franco Gismano: «Sbagliato legare il nostro futuro a una vincita».
«Il gioco d’azzardo? Non va demonizzato in assoluto, ma è importante lavorare sull’educazione e sulla responsabilizzazione delle persone». Ne è convinto don Franco Gismano, teologo morale della Curia di Gorizia, che commenta così il costante aumento di appassionati del gioco a Gorizia e nell’Isontino. «Io credo che il vero problema sia recuperare il valore del presente e della quotidianità – dice don Gismano -. Nel gioco d’azzardo ci sono essenzialmente due componenti. Da un lato la volontà di assicurarsi un futuro migliore, attraverso una vincita, dall’altro la dipendenza che deriva dalle sensazioni che il gioco ci procura. E questo è l’aspetto senza dubbio più delicato, perché ha a che fare con le debolezze che spesso sono dentro di noi. Ma è sbagliato pensare che il nostro futuro sia legato ad una fortuna, ad una vincita. Bisogna invece recuperare coscienza del fatto che solo gli sforzi quotidiani e l’impegno possono costruire il futuro». Peraltro, in tal senso, l’azzardo è la negazione stessa dell’impegno quotidiano, visto che in pochi istanti possiamo mandare in fumo con una giocata o una scommessa quando è stato guadagnato con sudore in giorni e giorni di lavoro.
«In tal senso l’azzardo è deresponsabilizzante – dice don Gismano -. Ma non è il gioco in sé a dover essere demonizzato. Contano sempre le proporzioni, in modo in cui ci avviciniamo al fenomeno. Non c’è nulla di male magari a tentare la fortuna comprando un biglietto della lotteria. Ma se invece affidiamo le nostre energie e le nostre speranze all’azzardo, ripetutamente, allora finiamo per cadere nella dipendenza, che non è diversa da quella per l’alcool o per la droga». La pensa così anche la medicina, come conferma la dottoressa Patrizia Lenassi, psicologa che in passato ha collaborato anche con il Servizio per le dipendenze. “La dipendenza dal gioco è una patologia che possiamo assimilare a quella dall’alcool, dal fumo, da Internet – dice -. Chi ne è affetto prova l’impulso irrefrenabile a giocare, senza nemmeno riceverne una reale gratificazione”. Sono spesso gli uomini a soffrirne, ma si assiste ad un aumento delle donne che hanno problemi con l’azzardo. «Alla base di questo tipo di dipendenza ci sono spesso problemi più profondi radicati nell’individuo – dice ancora la dottoressa Lenassi -, ma possiamo sicuramente dire che il moltiplicarsi delle occasioni di gioco, tra casinò, “gratta e vinci” o slot machines dislocate un po’ ovunque moltiplichi il fattore di rischio. In tal senso credo che una limitazione della diffusioni di tali giochi potrebbe contribuire a ridurre il problema».