Voglia di un altro drink? Tutta questione di neuroni
(Articolo tratto dal sito http://www.repubblica.it/scienze/2015/09/04/news/neuroni_alcolismo_ritmo_bevute-122221586/ del 04 settembre 2015)
Una ricerca dell’Università del Texas testimonia come l’alcol agisca direttamente sulle cellule nervose della zona del cervello che regola le nostre azioni dirette a uno scopo. Jun Wang, autore della ricerca: “Un giorno saremo in grado di sopprimere il desiderio di un altro giro di bevute interrompendo il ciclo dell’alcolismo”.
COSA spinge le persone a bersi un drink dopo l’altro? Secondo gli scienziati è tutta una questione di cellule nervose. Una recente ricerca condotta dalla Texas A&M University testimonia come l’alcol modifica sia la struttura che la funzione di una specifica popolazione di neuroni, in una regione del cervello nota per regolare le nostre azioni dirette a uno scopo. In definitiva, le modifiche apportate a queste cellule le rendono più eccitabili e provocano l’invio di segnali che creano uno stimolo per un ulteriore consumo di alcol.
Dopo aver bevuto un bicchiere, la voglia di prenderne un altro, arriva direttamente nella zona del cervello chiamata striato dorsomediale. Questo processo, chiamato plasticità sinaptica, comporta modifiche alla forza delle giunzioni tra neuroni, le sinapsi, attraverso il quale scorrono i flussi informativi.
Lo studio è pubblicato sul Journal of Neuroscience. Spiega che questi esili neuroni sono simili a ragni: hanno varie protuberanze, chiamate spine, che servono come punto di ingresso per le informazioni. Sono inoltre ricoperti da uno dei due tipi di recettori del piacere del nostro cervello, la dopamina, e possono essere quindi chiamati neuroni D1 o D2. Quando una persona beve alcol questi neuroni si eccitano. In pratica si mette in moto un circolo vizioso: “più l’alcol diminuisce la soglia di attivazione, più si aziona la voglia di bere”, spiega Jun Wang, autore di questa ricerca.
L’esperimento è stato condotto su topi da laboratorio: rispetto alle cavie di controllo, quelli più attratti dall’alcol avevano neuroni con rami più lunghi e più maturi nei neuroni D1. “Il mio obiettivo finale è capire come funziona il cervello delle persone dipendenti dall’alcol – dice Wang – e una volta fatto questo, un giorno, saremo in grado di sopprimere il desiderio di un altro giro di bevute interrompendo, in definitiva, il ciclo dell’alcolismo”.