Friulane col bicchiere in mano
(Articolo di Maria Ludovica Schinko tratto dal sito http://www.ilfriuli.it/articolo/Tendenze/Friulane_col_bicchiere_in_mano/13/143161 del 16 maggio 2015)
In Friuli Venezia Giulia, al contrario di quanto accade nel resto d’Italia, il consumo di alcol è in crescita e a guidare la classifica è la popolazione femminile.
16/05/2015
Che il Friuli sia la terra del vino è cosa risaputa. E’ da verificare che i friulani siano buoni bevitori, ossia che sappiano bere. Sicuramente, invertono la tendenza italiana. Al contrario di quanto accade nel resto del Paese, dove, secondo gli ultimi dati Istat, lo scorso anno, rispetto al 2013, c’è stato un lieve calo nel consumo di alcol, passando dal 64% al 63%, nella nostra regione la percentuale di bevitori è salita, passando dal 69 al 71%. Ancora più allarmante è il dato che riguarda i consumatori abituali, passato dal 23% del 2013 al 25 % del 2014. Insomma, quello dell’alcol è un vizio difficile da estirpare.
Lontano dai pasti
Nel corso degli anni è cambiato anche il modello tradizionale di bere vino. Tra i giovani fino a 24 anni e tra gli adulti 25-44enni a diminuire di più sono i consumatori giornalieri; tra gli adulti di 45-64 anni e gli anziani over 65 aumenta principalmente il numero di consumatori occasionali e, specialmente tra le donne, il numero di consumatrici di alcol fuori pasto. A questo proposito bisogna dire che si beve meno a tavola, soprattutto le donne, che recuperano, però, fuori dai pasti, con un aumento del 16%. Più del doppio rispetto a quello degli uomini, fermo al 7%. A livello territoriale, la quota maggiore di consumatori di alcolici fuori pasto riguarda comunque gli uomini residenti nel Nordest (59%). I valori superiori al 50% si rilevano proprio in Friuli Venezia Giulia, in Trentino Alto Adige, in Valle d’Aosta e in Veneto.
Il vino si conferma la bevanda alcolica più gettonata. Lo beve oltre il 50% di chi ha consumato alcolici nell’anno. Al secondo posto, con il 45%, si piazza la birra e con il 40% gli aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori.
Nel complesso, i comportamenti di consumo di alcol che eccedono rispetto alle raccomandazioni per non incorrere in problemi di salute (consumo abituale eccedentario e binge drinking) ha riguardato, nella nostra regione, nel 2014, il 25% della popolazione. Era il 23% nel 2013, di cui il 13% era donna. Percentuale salita al 15% nel 2014. Dato decisamente più alto di quello registrato a livello nazionale, fermo all’11%.
Comportamenti che eccedono rispetto alle raccomandazioni si osservano più frequentemente tra gli ultrasessantacinquenni (il 38% degli uomini e l’8 delle donne), tra i giovani di 18-24 anni (rispettivamente 22% e 8%) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (21% e 17%).
Cattivi esempi
La popolazione più a rischio per il binge drinking è quella giovanile (18-24 anni): oltre il 14 % dei giovani (21% dei maschi e 7% delle femmine) si comporta in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione.
Il consumo non moderato da parte dei genitori influenza il comportamento dei figli. Il 23% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore ha un consumo di alcol che eccede le raccomandazioni ha anch’esso abitudini alcoliche non moderate. La percentuale scende al 19% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o bevono in maniera moderata. Inoltre, spesso chi eccede nel consumo di alcol è un fumatore o un ex fumatore. Il 24% dei fumatori e il 22% degli ex fumatori hanno un comportamento di consumo che va oltre le quantità raccomandate contro l’11% dei non fumatori.