Breve non è (sempre) meglio. Cade il dogma dei ricoveri lampo
(Articolo tratto dal sito http://www.healthdesk.it/sanit/breve_non_sempre_meglio_cade_il_dogma_dei_ricoveri_lampo/1424732460 del 24 febbraio 2015)
L’efficienza impossibile
Il problema è più serio di quanto possa apparire a prima vista. L’adozione dei Drg come sistema di remunerazione degli ospedali e la conseguente riduzione della durata dei ricoveri sono i cardini intorno ai quali si sta ridisegnando la sanità in Italia e all’estero. Un intervento indispensabile per continuare a garantire a tutti i livelli di salute del passato senza affondare i bilanci pubblici. «I servizi sanitari moderni sono vittime del loro stesso successo», hanno scritto in un editoriale di commento all’articolo Peter Cram e Raphael Philip Rush, docenti all’University of Toronto. «Il numero di anziani è più alto che in qualunque altra epoca. E, invecchiando la popolazione, aumentano i bisogni assistenziali. Così i costi stanno crescendo in proporzione». Dal momento che gli ospedali rappresentano un’importante voce di costo, proseguono i due esperti, «i ricoveri sono diventati un ovvio bersaglio degli sforzi per migliorare l’efficienza e ridurre i costi». Il problema è che «le dimissioni veloci non sono per forza un bene. Le dimissioni troppo frettolose sono associate a rischi come quello di un nuovo ricovero o di morte». La ragione è di facile comprensione: «La riduzione dei ricoveri fa sì che molte complicanze si verifichino dopo le dimissioni. Complicanze che sarebbero velocemente riconosciute e curate se il paziente fosse rimasto in ospedale». E che diventano ancor più pericolose quanto più il paziente è fragile dal punto di vista della salute e da quello sociale. «I sistemi sanitari in tutto il mondo sono alle prese con l’urgenza di fare meglio con meno», concludono i due esperti. Ma questo studio «ci dice che, per quanto riguarda la lunghezza dei ricoveri – almeno fino a una certa soglia – di più è meglio».