Alcol e sport
Di D.ssa Emanuela Cedrino – Farmacista e Consulente in nutrizione umana e alimentazione applicata allo Sport e Fitness
L’alcol, in particolare l’alcol etilico o etanolo (una forma di carboidrato), è classificato come una sostanza ad azione depressiva. L’alcol fornisce circa 7 kcal di energia per grammo(ml) di sostanza. Negli Stati Uniti l’abuso di alcol è altissimo, ne fanno uso atleti e non, giovani e adulti, donne e uomini e in base ad una indagine condotta si evidenzia che il 16% della popolazione maschile, e il 5% della popolazione femminile è coinvolta in problemi relativi all’abuso di alcol.
Le statistiche sull’uso dell’alcol tra gli atleti sono tuttora contrastanti; uno studio effettuato su un gruppo costituito da 336 atleti e 330 non atleti appartenenti a scuole superiori italiane, dimostrava che i “non atleti” avevano un consumo di birra, vino, liquori superiore rispetto agli atleti. Inoltre, nei soggetti non atleti sono molto più frequenti episodi di ubriachezza e un alto consumo di sigarette.
E’ stato osservato che la maggior parte dei soggetti erano stati spinti a bere dai loro migliori amici che avevano queste abitudini.
Alcuni atleti possono avere attitudini negative nei riguardi del bere, ma gli atleti dei college bevono di più e guidano in condizioni di ebrezza più facilmente dei “non atleti”.
Una bevanda alcolica contiene 28g di alcol al 50%, questo significa che in una birra è presente circa il 4% di alcol, così come in un bicchiere di vino si riscontra dall’11 al 14% di etanolo. Lo stomaco assorbe dal 15 al 25% dell’alcol ingerito; l’alcol rimanente viene captato dall’intestino tenue e nei tessuti, in particolare nel sistema nervoso centrale e l’assenza di cibo nel tratto digerente facilita l’assorbimento di alcol.
Il fegato, riconosciuto come il principale organo responsabile del metabolismo dell’alcol, lo rimuove a un tasso di circa 10g per ora, ossia l’equivalente di una bevanda alcolica.
Alcuni atleti consumano l’alcol per i suoi effetti che si manifestano a livello psicologico e fisiologico. In campo psicologico alcuni studiosi sostengono che l’uso di alcol prima di una gara riduca la tensione e l’ansia ( effetto ansiolitico) aumentando il senso di sicurezza in se stessi. In relazione a ciò gli atleti potrebbero credere che l’alcol migliori il rendimento fisico, in particolare in quelle discipline sportive che richiedono forza e potenza massimale. Le ricerche non evidenziano alcun effetto ergogenico sulla forza muscolare, sulla potenza anaerobica massimale di breve durata o su attività aerobiche di lunga durata.
L’alcol inizialmente agisce come uno stimolante ma in un secondo tempo produce una depressione neurologica generalizzata sulla memoria, sulla percezione visiva, sul linguaggio e sul coordinamento motorio, e tutto questo in relazione alla concentrazione di alcol nel sangue.
L’etanolo riduce il tremore muscolare ed è per questo che è stato utilizzato particolarmente negli sport che richiedono una estrema stabilità e precisione come il tiro dell’arco, con la pistola o il fucile.
Per ottenere l’effetto anti-tremore sono stati inoltre utilizzati farmaci come i beta-bloccanti che inibiscono l’azione stimolante del sistema nervoso simpatico.
Gli effetti negativi dell’alcol sulle prestazioni sportive si sono visti, in particolare, in tutte le competizioni nelle quali sono richieste doti come l’equilibrio, la coordinazione oculare, la reattività e la capacità di valutazioni rapide; gli effetti variano da individui a individui, ma diventano più evidenti quando le concentrazioni di alcol nel sangue sono superiori a 0,005g/dl.
Per quel che riguarda gli effetti fisiologici l’alcol provoca danni alle funzioni cardiache con una riduzione della contrattilità del miocardio; inoltre, l’alcol riduce le capacità del fegato di sintetizzare il glucosio da fonti non glicidiche attraverso la gliconeogenesi. Ognuno di questi effetti è in grado di limitare le prestazioni aerobiche di alta intensità che richiede un notevole impegno del sistema cardiovascolare e un elevato impegno del metabolismo glicidico, e, inoltre, l’alcol non rappresenta un substrato energetico e non agisce favorevolmente nelle attività di resistenza.
Un altro effetto negativo dell’alcol è quello di aumentare la disidratazione in seguito ad una attività fisica in ambienti caldi; infatti, agisce da potente diuretico e questo potrebbe compromettere la termoregolazione durante l’attività fisica sottoponendo l’atleta a maggiori rischi di ipertermia.
Inoltre, poiché molti atleti consumano bevande alcoliche dopo l’allenamento o dopo le gare, ci si è chiesto se l’alcol non impedisca la reidratazione in condizioni di riposo. Dopo aver effettuato alcuni studi al riguardo si è potuto concludere che le bevande contenenti alcol impediscono la reidratazione.
L’alcol possiede un’azione vasodilatatrice periferica ed è, quindi, sconsigliato il consumo in ambienti freddi o per facilitare il recupero dopo ipotermia. Il classico “bicchierino” non riscalda!
Le conclusioni ricavate dall’American College of Sport Medicine pubblicate nel 1982 sull’uso dell’alcol nello sport possono essere considerate valide ancora oggi, e sono due i fenomeni principali prodotti dall’alcol:
1. l’ingestione di etanolo danneggia le capacità psicomotorie (tempo di reazione, equilibrio, precisione, coordinazione generale)
2. l’alcol non migliora ma può danneggiare la forza, la potenza, la velocità, la durata della contrazione muscolare e le capacità cardiovascolari.