Tre noci al giorno per avere una memoria da elefante
(Articolo di Cristina Gaviraghi tratto dal sito http://www.healthdesk.it/benessere/tre_noci_al_giorno_per_avere_una_memoria_da_elefante/1423500733 del 09 febbraio 2015)
Qualunque siano il sesso e l’età, sgranocchiare poche noci favorisce la concentrazione, la velocità con cui vengono processate le informazioni e la capacità di ricordare.
In botanica si chiamano semi edibili di Junglans regia, ma per chi le mangia sono semplicemente noci. Piccoli frutti secchi racchiusi in un guscio legnoso, quasi uno scrigno per custodirne le molteplici virtù.
E una di queste sarebbe quella di rafforzare la memoria.
La scoperta arriva dall’Università della California ed è stata pubblicata sulla rivista Journal of Nutrition, Health and Aging.
La ricerca statunitense per la prima volta ha valutato su larga scala l’effetto del consumo di noci sulle funzioni cognitive. Ha, infatti, considerato i dati di migliaia di individui sopra i 20 anni, già arruolati per i National Health and Nutrition Examination (NHANES), i sondaggi condotti dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie che indagano le relazioni tra nutrizione e salute nella popolazione statunitense.
Lo studio ha rilevato che un più alto consumo di noci era correlato a migliori performance in sei test sulle abilità cognitive cui i partecipanti erano stati sottoposti.
Sgranocchiare più noci sembrava, infatti, favorire la concentrazione, la velocità con cui vengono processate le informazioni e la capacità di ricordare. E questo in maniera indipendente da età, sesso ed etnia dell’individuo.
«È stato entusiasmante notare come il nostro studio confermasse, su una consistente parte della popolazione americana, alcuni risultati sui benefici effetti neuroprotettivi delle noci ottenuti in precedenti ricerche sugli animali», dichiara Lenore Arab, nutrizionista e principale autrice dell’indagine.
Recentemente, infatti, sulla rivista Journal of Alzheimer’s Disease alcuni ricercatori statunitensi, spinti da precedenti dati sulla capacità dell’estratto do noci di ostacolare, in colture cellulari, la formazione di aggregati proteici di β-amiloide, caratteristici dell’Alzheimer, hanno sperimentato il consumo di noci su topi che presentavano tale morbo. Un’alimentazione ricca di questi frutti rallentava negli animali la progressione della malattia, migliorando anche le loro capacità motorie e cognitive.
Ma a cosa si deve la virtù neuroprotettiva delle noci?
Gli esperti non hanno dubbi: a quella particolare combinazione di vitamine, minerali e sostanze antiossidanti che caratterizzano questi frutti. Molti sono, infatti, i nutrienti preziosi per la salute custoditi all’interno dei gusci. Si va dall’alto contenuto in acido folico, calcio, fosforo, magnesio, potassio e ferro per arrivare alle vitamine del gruppo B, importanti per il metabolismo e il benessere del sistema nervoso, e alla vitamina E, dal forte potere antiossidante. L’alta concentrazione di acidi grassi polinsaturi ω3 rende poi le noci utili non solo per la salute cardiovascolare, aiutando a tenere a bada i livelli di colesterolo cattivo LDL. Infatti, la particolare presenza dell’acido alfa-linoleico, noto per le sue proprietà antiaggreganti e antinfiammatorie, rende le noci dei buoni alleati non solo di cuore e arterie, ma anche del cervello, la cui integrità funzionale è minacciata dai processi infiammatori.
«Non capita tutti i giorni che la ricerca si traduca in un consiglio così semplice come sgranocchiare una manciata di noci al giorno, come spuntino o come parte di un pasto, per aiutare a migliorare la salute cognitiva», conclude Arab. Sì, perché per il benessere della mente di questi frutti ne basterebbero proprio pochi. Gli esperti ne raccomandano il consumo quotidiano di circa 13 grammi, l’equivalente di sole tre o quattro noci.