L’Istat: Friuli sul podio per abuso d’alcol
(Articolo di Cristian Rigo tratto dal sito http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/02/05/news/l-istat-friuli-sul-podio-per-abuso-d-alcol-1.10799465 del 05 febbraio 2015)
In regione sono i comportamenti a rischio a preoccupare soprattutto tra i più giovani che si dedicano al binge drinking.
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UDINE. Chissà cosa direbbe Oliviero Toscani dei friulani che stando ai dati dell’Istat bevono tanto quanto i “vicini” veneti se non di più considerando il consumo giornaliero non moderato e il binge drinking, ossia la pessima abitudine di tracannare almeno sei bicchieri in un’unica occasione.
Il noto fotografo ha scatenato le ire del governatore Luca Zaia per aver definito i veneti «un popolo di ubriaconi e alcolizzati». Zaia ha preteso pubbliche scuse «sincere e profonde» minacciando altrimenti di querelare Toscani che dal canto suo ha rincarato la dose ai microfoni della Zanzara su Radio 24: «Zaia no ga gnente da far (non ha niente da fare, ndr), benedetto, se si cura di una stupidata così. Ci rida sopra. E poi alzi la mano un veneto che non ha mai dato del terrone a un italiano del Sud. Ditemi un veneto che non ha mai insultato un nero o un immigrato. Vi ricordate di Gentilini?. Non devo chiedere scusa, non ho detto niente di male – ha precisato –. Ci sono anche ricerche e statistiche. Il Veneto era una regione poverissima e l’unica ricchezza era la medicina, il vino e la grappa che si dava anche ai bambini per curarli. Un alcolismo atavico. Chiedo scusa per loro – ha concluso – per quelli che non hanno capito la satira». Zaia di certo non l’ha capita.
Ma guardando gli ultimi dati diffusi dall’Istat che prendono in considerazione le indagini svolte per il 2013 c’è poco da ridere anche per quanto riguarda il Friuli. L’unica regione insieme alla Valle d’Aosta ad essere inserita nella parte più alta della classifica nelle percentuali di chi ha avuto almeno un comportamento a rischio (il 17,3%), di chi ha un consumo giornaliero non moderato (9,1%) e di chi (si scola diversi bicchiere nell’arco di poche ore (9,9%).
Un “primato” sicuramente poco invidiabile per una regione che fa dell’enogastronomia un’arma in più per promuovere il turismo e che da anni (e con diverse voci, istituzionali e non) promuove il bere responsabile.
D’altro canto solo alcuni giorni fa l’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) ha evidenziato come siano 303 le famiglie che stanno compiendo un processo di recupero all’interno dei 56 club presenti sul territorio della provincia di Udine. Ma a preoccupare di più gli “addetti ai lavori” è la logica dello sballo, spesso concentrata nel fine settimana, che soprattutto tra giovani e giovanissimi di traduce in un consumo smodato di superalcolici, anche mescolati fra loro e in alcuni casi accompagnati da stupefacenti e psicofarmaci. Un mix pericoloso per la salute.