Alcol fra i giovani, il racconto: “Vodka e redbull: si beve e basta”
(Articolo di Rita Bartolomei tratto dal sito http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/vodka-redbull-giovani-alcol-inchiesta-1.587842 del 19 gennaio 2015)
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L’inchiesta, il sabato sera in viaggio fra le tribù di adolescenti
Bologna, 19 gennaio 2015 – Vodka e redbull. «Perché è buona, si beve e basta. Dà la carica. Quante volte in una serata? Dipende dai soldi che hai in tasca. In questa disco un drink costa cinque euro, mica sono ricco. O bevi poco o smezzi, fai a metà, due euro a cinquanta in due». Periferia di Bologna, a mezzanotte di sabato. Davanti al locale tra i più trendy, frequentato da ‘tribù’ di ogni tipo, c’è un gran viavai di giovanissimi. Il posto tira. I controlli sono più discreti che in centro. Loro direbbero: situazione più ‘polly’, tranquilla. All’ingresso «i buttafuori guardano i documenti, certo. Quelli delle medie non possono entrare». E quando chiedete da bere? Facce furbe, un po’ scocciate: «Nessun controllo». Infatti il gruppetto di quattordicenni ha appena fatto il primo giro di superalcolici. Vodka perché ci si ubriaca alla svelta. Fa figo. Fa grande. Non sono felici di bere ma lo fanno lo stesso, è un rito di gruppo.
E se al banco trovi quello che ti manda in bianco perché sei troppo piccolo, nessun problema. Ci pensa l’amico maggiorenne – e anche no –, un salto al supermercato o al negozio all’ora della merenda a fare il pieno per le feste in casa, le più insidiose in effetti. Mamma o papà ti butta fuori anche da lì? Allora stai in giro, al parco, in macchina, dove capita.
La strada conferma quel che si studia all’università. Corecom regionale e dipartimento di Psicologia hanno interrogato 3000 adolescenti della Regione, progetto di due anni fa, ancora il più recente. Questionari anonimi. Le curatrici – Annalisa Guarini, Antonella Brighi e Maria Luisa Genta – hanno trovato una conferma a quel che si vede. Uno su 5, a 15 anni, confessa di aver bevuto fino a ubriacarsi. Birra, vino, superalcolici, alcolpops e bevande energizzanti, questo è l’ordine. Annota Guarini: «Redbull e vodka è la combinazione più pericolosa, anche perché aumenta la dipendenza». È la miscela preferita dai maschi, qui, in questa periferia vuota che i giovanissimi provano a riempire come possono. Vodka fruttata per le ragazze. Sì, come quella che ha mandato in coma etilico la tredicenne di Borgo Panigale. Ne hanno sentito parlare, certo. Alzata di spalle e pensiero di un minuto: «Io non mi sono mai ubriacato. A questa età».
Lo dice con aria tosta il più loquace di tutti, trema nella sua maglietta a manica corta, le amiche fumano e battono i denti nei tubini neri con voilant trasparenti, c’è chi osa short e ombelico scoperto anche se siamo a pochi gradi sopra lo zero. Sigarette e parole. Abbracci e risate. Italiani e stranieri insieme, un filippino che vive qui da quando era un bimbo, il più bolognese di tutti. «Che polo, rega!». Già, che polo, che freddo. Ma la balotta sta lì, sul piazzale della discoteca, c’è da smaltire l’alcol, da dentro pompano musica techno, «roba truzza, io sono per il rap, i neri sono i migliori, io mi sento americano, se vedo un razzista lo meno!».
I ragazzi le sparano grosse, vogliono scandalizzare. Si abbracciano fino a togliersi il fiato, come se non dovessero rivedersi mai più. Parlano in modo nervoso, rilasciano le frasi a scatti. Troncano i pensieri, non c’è tempo. Parole come un verso rap o lo scatto di un messaggio su WhatsApp, finestra su un mondo di legami liquidi. Scusa, ma cosa ti rende felice? Il 14enne loquace per la prima volta non sa cosa dire. Poi si riprende: «Se non fai nomi… una canna!».