«Un quindicenne su tre si stordisce con l’alcol: i genitori sono distratti»
(Articolo di Paola D’Amico tratto dal sito http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_novembre_21/quindicenne-tre-si-stordisce-l-alcol-genitori-sono-distratti-f634a170-7152-11e4-b9c7-dbbe3ea603eb.shtml del 21 novembre 2014)
Gatti, Asl: le ubriacature seriali? Divertimento patologico L’esperto Sono cambiati i tempi: bisogna anticiparli. Oggi alcol e cannabis sono sdoganati
Costa poco, è facile da trovare e un’abbuffata alcolica ( binge-drinking , tante unità alcoliche bevute in un’unica occasione) porta a stordimento, come una droga. Con la differenza che non è illegale. Anzi, è «easy». Lo spiegano loro, i giovanissimi consumatori, consapevoli che l’«alcol è una droga», senza bisogno di consultare le tabelle dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). Lo ripetono i dottori, gli specialisti del Sert. «La sbronza non è quella che capita a tutti una volta nella vita, casuale. I giovanissimi assumono alcol per alterarsi, perché è l’unico modo che concepiscono per divertirsi», spiega Riccardo Gatti, il direttore del Dipartimento dipendenze della Asl di Milano, un maestro nel rimodellare, assieme alla sua squadra, gli interventi di prevenzione tastando il territorio, andando a cercare gli alcolisti di domani come un tempo faceva con i tossici. «Solo la società degli adulti sembra non comprendere cosa sta accadendo. Gli interventi dei servizi di prevenzione devono essere flessibili, anticipare questi mutamenti veloci. Non ci si deve fermare al vietato o non vietato», perché è cambiato il concetto del drogarsi. E il lavoro di chi fa prevenzione s’è complicato.
I dati dicono che a undici anni ha bevuto il 29,5% der ragazzini, a 13 il 55,4% e l’81% a 15 anni. Al primo posto fra gli studenti si posizionano gli alcolpop (33,1%). Seguono la birre (32,0%), gli «altri alcolici» (29,2%) e il vino (28,3%). I quindicenni coinvolti in episodi di binge-drinking si aggirano intorno al 32%. Le statistiche della Survey sulla diffusione del consumo di sostanze psicoattive, lecite e illecite nella popolazione della Asl di Milano, effettuata dal Dipartimento Dipendenze, evidenziano percentuali altrettanto importanti dal punto di vista della diffusione dell’associazione di comportamenti a rischio nell’intero segmento under 35 anni della popolazione: il 14% dei giovani tra 15-24 anni nell’ultimo anno ha consumato tabacco, alcol e droghe.
«Il binge-drinking , 4-5 alcolici uno dietro l’altro per stordirsi lo fanno anche on line per farsi vedere dagli amici – aggiunge Roberto Mancin, psicologo del Sert -. Questo modo di bere nelle fasce più giovani non dà subito sensazione di dipendenza, un ragazzino lo colloca come modalità tipica del divertimento. Arriverà, forse, da noi, tra 10-15 anni. È una dipendenza così insidiosa che diventa insopportabile alla persona molto tardi e allora si porterà appresso una marea di “effetti collaterali”, malattie del fegato, perdita di concentrazione e memoria, effetti neurologici, l’incapacità di vivere una vita normale». L’alcol, d’altronde, fa parte della nostra cultura, il divertimento lo legalizza. Il rischio, spiegano gli esperti, è «accettarlo».
Ci sono generazioni che sono state fatte a pezzi dall’eroina: «Allora si sapeva cos’era la droga, c’erano le tabelle, i divieti, le leggi, la droga era qualcosa di convenzionale – dice ancora Gatti -. Passata l’era della Milano da bere le organizzazioni criminali hanno puntato sulla cocaina, almeno a livello simbolico era una droga che poteva accompagnarsi a qualunque stile di vita. Dalla droga dell’emarginazione, l’eroina, si è passati alla droga-doping della vita quotidiana. Oggi ci sono ancora eroinomani e cocainomani, ma Internet ha cambiato gli schemi del gioco. I nostri ragazzi non si vogliono più identificare con gli stereotipi del “tossico”. L’alcol è il protagonista di questo cambiamento, si usa come droga, si trova dappertutto, è il vino, è la birra, è legale, ha un costo sostenibile. Non è una situazione che ti sfugge di mano: lo prendi, ti sballi, poi torni alla vita normale». Non sei incasellato tra i tossici, inconsapevole «degli effetti che l’alcol ha sui neuroni di un cervello giovane che non ha ancora completato la sua formazione. Con il condimento generale della cannabis, che il mercato dell’uso terapeutico ha contribuito, definitivamente, a sdoganare».