Un adesivo contro l’azzardo – E’ il primo locale “No slot”
(Articolo di Katia Ferraro tratto dal sito http://www.larena.it/stories/2603_lazise/892735_un_adesivo_contro_lazzardo__il_primo_locale_no_slot/?refresh_ce#scroll=478 del 05 ottobre 2014)
È partita la battaglia del comitato e del Comune alle macchinette Don Achille: «Una piaga che sta colpendo anche i pensionati»
La pizzeria «Gallo Nero» prima ad avere ricevuto l’adesivo contro le «Slot Machine» FOTO AMATO
«Lazise no slot»: sta tutto in un adesivo grande quanto una cartolina il messaggio che l’omonimo comitato spontaneo nato da qualche mese e il Comune di Lazise lanciano ai cittadini e ai titolari degli esercizi commerciali per frenare il proliferare delle slot machine e, di conseguenza, la dipendenza dal gioco d’azzardo.
Con questo obiettivo nei giorni scorsi è stato consegnato simbolicamente il primo adesivo al ristorante pizzeria «Gallo Nero», in piazza Vittorio Emanuele II. I titolari Michele e Semira Massari hanno sposato fin da subito l’iniziativa, per dare il buon esempio come titolari di un locale pubblico ma anche come genitori di due ragazzi adolescenti.
A consegnare l’adesivo due rappresentanti dell’amministrazione, l’assessore Giorgio Benoni e il consigliere Elena Buio, mentre per il comitato «Lazise no slot» erano presenti Luca Soncini e il parroco del paese don Achille Bocci. L’opera di sensibilizzazione procederà battendo a tappeto tutti i locali e i negozi del centro, «ma anche le famiglie di Lazise», sottolinea don Achille.
A tutti verrà chiesto di mettere l’adesivo bene in mostra, sulle vetrine, alle porte d’ingresso e – per i privati cittadini – anche sui vetri delle proprie auto. È da qui, dal basso, che deve infatti partire il messaggio. Il don lo sa bene, perché è a lui che hanno chiesto aiuto diverse famiglie ridotte al lastrico dal «gioco» d’azzardo. Gioco per modo di dire, perché un gioco degno di essere chiamato tale non mangia i soldi e, soprattutto, non fa ammalare. Un problema sempre più diffuso anche nella normale e benestante Lazise, che «tocca anche i pensionati», nota preoccupato don Achille, attento osservatore della sua comunità. Loro, i nonni, baluardi del buon esempio e dei sani princìpi, sono forse spinti all’azzardo per una pensione ai limiti della sopravvivenza o, chissà, per cercare un po’ di fortuna per i propri figli.
«Faccio tre inviti», spiega don Achille, «il primo è ai baristi, affinché rinuncino ai circa mille euro sicuri al mese che rende ogni slot. Il secondo e il terzo sono rivolti ai cittadini, perché entrino nei bar che non accettano slot machine e prendano consapevolezza della lobby che sta dietro al gioco d’azzardo». «Ringrazio il Consiglio comunale che ha votato all’unanimità la nostra proposta e l’amministrazione che sosterrà anche altre iniziative come quelle che promuoveremo all’interno delle scuole», sottolinea invece Luca Soncini, auspicando poi che «il nostro esempio venga seguito da altri Comuni». L’idea di iniziare questa campagna contro il gioco d’azzardo ha cominciato a prendere piede in vista dell’apertura della sala slot e videolottery sorta sulla Gardesana. Oltre a una serata sul tema, in estate era poi partita una raccolta firme a corredo dell’istanza presentata in Comune per ottenere il patrocinio di queste iniziative di sensibilizzazione.
«Entro ottobre organizzeremo un altro incontro informativo», anticipa Soncini. Nel frattempo don Achille, assieme ad altri sacerdoti del lago veronese, ha scritto una lettera ai parrocchiani riassumendo numeri e problematiche legate a questa nuova dipendenza, catalogata come tale anche da numerosi Serd (servizi per le dipendenze) regionali.
Con questo obiettivo nei giorni scorsi è stato consegnato simbolicamente il primo adesivo al ristorante pizzeria «Gallo Nero», in piazza Vittorio Emanuele II. I titolari Michele e Semira Massari hanno sposato fin da subito l’iniziativa, per dare il buon esempio come titolari di un locale pubblico ma anche come genitori di due ragazzi adolescenti.
A consegnare l’adesivo due rappresentanti dell’amministrazione, l’assessore Giorgio Benoni e il consigliere Elena Buio, mentre per il comitato «Lazise no slot» erano presenti Luca Soncini e il parroco del paese don Achille Bocci. L’opera di sensibilizzazione procederà battendo a tappeto tutti i locali e i negozi del centro, «ma anche le famiglie di Lazise», sottolinea don Achille.
A tutti verrà chiesto di mettere l’adesivo bene in mostra, sulle vetrine, alle porte d’ingresso e – per i privati cittadini – anche sui vetri delle proprie auto. È da qui, dal basso, che deve infatti partire il messaggio. Il don lo sa bene, perché è a lui che hanno chiesto aiuto diverse famiglie ridotte al lastrico dal «gioco» d’azzardo. Gioco per modo di dire, perché un gioco degno di essere chiamato tale non mangia i soldi e, soprattutto, non fa ammalare. Un problema sempre più diffuso anche nella normale e benestante Lazise, che «tocca anche i pensionati», nota preoccupato don Achille, attento osservatore della sua comunità. Loro, i nonni, baluardi del buon esempio e dei sani princìpi, sono forse spinti all’azzardo per una pensione ai limiti della sopravvivenza o, chissà, per cercare un po’ di fortuna per i propri figli.
«Faccio tre inviti», spiega don Achille, «il primo è ai baristi, affinché rinuncino ai circa mille euro sicuri al mese che rende ogni slot. Il secondo e il terzo sono rivolti ai cittadini, perché entrino nei bar che non accettano slot machine e prendano consapevolezza della lobby che sta dietro al gioco d’azzardo». «Ringrazio il Consiglio comunale che ha votato all’unanimità la nostra proposta e l’amministrazione che sosterrà anche altre iniziative come quelle che promuoveremo all’interno delle scuole», sottolinea invece Luca Soncini, auspicando poi che «il nostro esempio venga seguito da altri Comuni». L’idea di iniziare questa campagna contro il gioco d’azzardo ha cominciato a prendere piede in vista dell’apertura della sala slot e videolottery sorta sulla Gardesana. Oltre a una serata sul tema, in estate era poi partita una raccolta firme a corredo dell’istanza presentata in Comune per ottenere il patrocinio di queste iniziative di sensibilizzazione.
«Entro ottobre organizzeremo un altro incontro informativo», anticipa Soncini. Nel frattempo don Achille, assieme ad altri sacerdoti del lago veronese, ha scritto una lettera ai parrocchiani riassumendo numeri e problematiche legate a questa nuova dipendenza, catalogata come tale anche da numerosi Serd (servizi per le dipendenze) regionali.