L’ITALIA SUL LETTINO / Quell’aria tiepida a Hong Kong
(Articolo di Vera Slepoj tratto dal sito http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/10/05/news/l-italia-sul-lettino-quell-aria-tiepida-a-hong-kong-1.10057418 del 05 ottobre 2014)
L’idealismo nella nostra società sembra ormai sepolto nelle pieghe della storia. L’analisi della psicologa Vera Slepoj.
PADOVA. La protesta degli studenti a Hong Kong ci fa respirare un po’ di aria tiepida carica di idealismo, quello che sembrava sepolto, spedito nelle pieghe della storia. Hong Kong e il suo desiderio di storia democratica, isola del grande business precipitata nell’oblio della cultura politica cinese che non ha mai fatto sconti sui processi di controllo del Paese. Se da un lato siamo costretti a digerire con disgusto le immagini dei killer di Isis, possiamo guardare viceversa con affetto al coraggio degli studenti della magica Hong Kong.Inevitabile il pensiero alla nostra scuola, a questo contenitore quotidiano che da sempre ha formato la nostra educazione, la trasmissione del sapere, la formazione degli ideali e dei comportamenti sociali. La scuola italiana però rappresenta il nostro Paese, confuso, traballante nelle idee, contraddittorio nei principi, attraversato da una costante perdita di un’identità, tra imitazioni scolastiche tardo anglosassoni e ispirazioni un po’ raffazzonate sui continui cambiamenti. Dal bullismo all’alcolismo giovanile, dalla distrazione di insegnanti e genitori sulle gravidanze precoci della coppia dodicenne, un groviglio rissoso della solita confusa demagogia italiana, ripudiamo il classicismo del passato, il rigore, i parametri etici e morali facendoli divorare dal conformismo delle idee.
La scuola è distratta da se stessa, carica di responsabilità nelle aspettative di uno Stato e di una famiglia spesso assente dove esiste solo una forma di volontariato soggettivo fatto di insegnanti, alla Mastrocola (scrittrice ed insegnante), che tentano di sanare i mali sociali della scuola stessa. Il nostro contenitore educativo spesso lo troviamo in preda al consumismo compulsivo dove si misurano le differenze sociali o si generano comportamenti antisociali a ritmo di iPhone, iPad, tablet, Nintendo o ingorghi mediatici, un mondo carico di bulimia che divora nei ragazzi pensieri e sogni quasi privi di consistenza ed interesse. Ciclicamente i media riescono ad occuparsi, quasi con fatica, della condizione giovanile ma senza dare una continuità reale agli approfondimenti su questa realtà. L’alcolismo e l’abuso di sostanze viaggiano su internet, sulle reti radiofoniche di canali celebri, ma che fanno rete, sistema, cultura, perfino le canzoni di pseudo autori ammiccano alla cocaina, all’abuso di qualsiasi elemento che ecciti e distolga l’educazione positiva dietro un finto anticonformismo.
L’alcol eccita le menti come le droghe per poi farle precipitare nel nulla, così come l’alienazione delle idee in una scuola e in una famiglia dove non si riesce più ad appassionarsi alla costruzione degli adulti del domani, piuttosto si trasmette un’idea di cultura che rincorre una finta modernità. Gli studenti di Hong Kong, con il loro manifestare, insegnano ancora una volta il coraggio e la visione lunga dell’esistenza che ha un senso se c’è dentro il progetto di una libertà fatta per costruire, non per distruggere. Nel nostro Paese purtroppo l’idea di libertà al giorno d’oggi si lega al qualunquismo e a quella passività dove è importante che non ci siano regole e gli ideali: di conseguenza soprattutto i giovani precipitano in quella malinconica performance che fa legittimare paradossalmente l’alcol, le droghe e il bullismo come sistema psicologico per esistere.