Pediatri: adolescenti sempre connessi, il 13% ha giocato azzardo online
(Articolo tratto dal sito http://www.helpconsumatori.it/secondo-piano/pediatri-adolescenti-sempre-connessi-e-nottambuli-il-13-ha-giocato-azzardo-online/85864 del 24 settembre 2014)
“Generazione I like”, l’hanno chiamata i pediatri: è quella degli adolescenti che sui social network ambiscono a essere sempre più popolari e a collezionare “I like” sulla propria bacheca, che non dormono la notte per chattare, che si connettono a internet a tutte le ore dallo smartphone, che sono fragili, insicuri e niente affatto lontani da comportamenti anche rischiosi come l’azzardo. Questa la fotografia scattata dall’indagine nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) condotta su 2107 studenti della terza media. In sintesi: fra i tredicenni è boom dei social network e insieme a essi di WhatsApp, ormai usato da otto adolescenti su dieci. È ormai conclusa la “migrazione” dal computer al telefonino: il 93% degli adolescenti si collega a internet dallo smartphone e sempre più tempo viene speso a chattare nelle ore notturne. Il 13% degli intervistati ha provato il gioco d’azzardo online, nonostante il divieto ai minori.
Uno dei dati di partenza della ricerca è che c’è un aumento esponenziale dell’uso di internet fra gli adolescenti. Basti pensare che nel 2008 solo il 42% del campione utilizzava internet tutti i giorni contro l’attuale 81%. Due le principali novità di quest’anno: la prima è che ci si collega a Internet soprattutto dallo smartphone (la percentuale di adolescenti che si collega a internet dal telefonino è passata dal 65% del 2012 al 93% nel 2014), il che significa avere la Rete sempre a portata di mano e stare costantemente collegati ai social network. La secondo novità è rappresentata proprio dal boom di nuovi social, attraverso i quali gli adolescenti, ma oggi sempre di più tantissimi preadolescenti alla soglia delle scuole medie, “esercitano le loro sperimentazioni sociali, talvolta intrecciate talvolta no, con la vita reale. Con tutti i rischi che ciò comporta”.
In principio c’era Facebook, ora ci sono tutti i social. Il 75% del campione ha infatti un profilo su Facebook ma nel frattempo l’81% degli adolescenti è sbarcato su WhatsApp che, spiegano i pediatri, “non è solo uno strumento di messaggistica, ma può essere utilizzato a tutti gli effetti come un potente ‘social’”; il 42% di loro è presente su Instagram; il 30% dei maschi e il 37% delle femmine (con percentuali in velocissima ascesa) sta su ASK, con la possibilità di comunicare sotto anonimato che lo ha reso teatro di numerosi casi di cyberbullismo; il 23% degli adolescenti è presente su Twitter, il social meno gettonato tra i giovanissimi.
Quali sono i comportamenti a rischio? Spiegano dalla Sip: “Il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver postato un proprio “selfie” provocante, percentuale certamente sottostimata se si considera che il 48% dello stesso campione afferma contemporaneamente di avere amici e compagni che postano selfie provocanti. Tra gli altri comportamenti a rischio rivolti a sconosciuti (dove sconosciuto non equivale necessariamente a pedofilo, questo va precisato) il 19% ha dato il telefono, il 16,8% ha inviato una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l’11,6% si è incontrata con lui, il 5,2% ha accettato proposte di sesso online”.
Sono ragazzini “baby-nottambuli”. Dalla ricerca emerge infatti che aumenta l’abitudine a navigare nelle ore serali e notturne: il 56,6% degli adolecenti chatta la sera dopo cena e circa il 40% continua a farlo fino a tardi, prima di addormentarsi, in una fascia oraria che interferisce con il sonno.
Fra i comportamenti a rischio si segnala il ricorso al gioco d’azzardo online, sul quale sono finiti il 13% degli intervistati, anche se questo è vietato ai minori. “Un altro “effetto collaterale” della massiccia permanenza in rete degli adolescenti è certamente il cosiddetto “Gambling”, ovvero il gioco d’azzardo online, che sta diventando un pericoloso fenomeno specie tra i giovani adulti – spiegano i pediatri – La sempre maggior offerta di siti ormai legali in cui si gioca utilizzando soldi “veri” è una tentazione molto forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi: i quali, a rigore di logica (o quanto meno di legge) non potrebbero accedere fino al compimento della maggiore età. Ciononostante circa il 13% degli adolescenti intervistati (percentuale che sfiora il 17% se si considerano solo i maschi) dichiara di aver frequentato questi siti e di aver giocato “a soldi” (una o più volte), da solo o insieme ad amici”.