Vince 1,4 milioni e li riperde in un mese
(Articolo di Pasquale Petrella tratto dal sito http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2014/03/30/news/vince-1-4-milioni-e-li-riperde-in-un-mese-1.8949414 del 30 marzo 2014)
Prato, in Provincia, durante il convegno contro l’azzardo, anche la storia drammatica di un mancato suicidio.
Il convegno in Provincia
PRATO. «Ha vinto un milione e quattrocentomila euro, se lo è rigiocato e perso nell’arco del mese successivo». «Era arrivato all’esasperazione dopo essersi giocato tutto il suo patrimonio nel gioco d’azzardo, non ne poteva più. Si è impiccato, ma la corda si è spezzata e dopo essere rimasto a lungo esanime sul pavimento si è risvegliato ed ha capito che aveva bisogno di aiuto».
Sono queste le storie più drammatiche raccontate dalla dottoressa Caterina Uliva, tossicologa e dal dottor Marco Gabbiani, psicologo e psicoterapeuta, entrambi del Sert dell’Asl di Prato. Storie di loro pazienti in quella che ormai sta diventando una malattia di massa: la ludopatia, fenomeno emerso in tutta la sua drammaticità durante il convegno “Ludopatia, quando il gioco non è più un gioco”, organizzato dalla provincia di Prato col patrocinio della regione Toscana.
Nella sala Biagi di Palazzo Buonamici erano presenti gli studenti dell’istituto Datini accompagnati dai professori Iannio, Pratesi e Tummoli e dell’istituto Keynes coi professori Pelosi, Corsi e Castagna. «Cari ragazzi, al termine di questo convegno mi piacerebbe che vi rimanesse bene impresso un messaggio da riferire magari a casa: il gioco d’azzardo può diventare una malattia e il Sert dell’Asl è il luogo dove si può trovare aiuto – ha detto la dottoressa Uliva – Spesso chi entra nella spirale della sindrome da gioco con vincite di denaro, ovvero nella patologia che noi chiamiamo ludopatia, se ne rende conto solo quando ormai è troppo tardi. Ed anche per noi medici non ci sono mezzi clinici per riscontrarla se non attraverso l’anamnesi che ci fa lo stesso paziente o i suoi familiari».
E, tornando al paziente che si è rivolto al Sert dopo aver perso in un mese il milione e quattrocentomila euro che aveva vinto, il dottor Gabbiani accenna anche agli effetti collaterali che produce la ludopatia. «Chi è affetto da questa patologia non riesce a smettere – ha detto lo psicologo e psicoterapeuta – Lo dimostra il fatto che quell’uomo, dopo aver vinto tutti quei soldi avrebbe potuto fermarsi, non giocare più e godersi quell’ingente somma. Invece ha continuato a giocare e in un vortice impulsivo, se li è rigiocati e persi nell’arco di un solo mese. L’effetto collaterale è che ha distrutto anche la sua famiglia perché è stato lasciato dalla moglie».
Il convegno organizzato dall’assessore provinciale, Loredana Ferrara, ha visto la partecipazione del vicepresidente del Consiglio regionale, Giuliano Fedeli che ha illustrato la legge regionale approvata l’anno scorso e che dà Disposizioni per il gioco consapevole e per la prevenzione della ludopatia. «E’ un fenomeno che sta diventando allarmante – dice Fedeli – Con questa legge abbiamo voluto istituire un osservatorio sul fenomeno della dipendenza da gioco e promuovere le iniziative necessarie per il contrasto delle dipendenze da gioco, nonché il trattamento ed il recupero sociale dei soggetti coinvolti. Abbiamo imposto l’impossibilità di aprire sale da gioco a meno di 500 metri dalle scuole, così come viene fatto il divieto per la pubblicità dei giochi con vincite in denaro se recano incitamento al gioco o esaltano la sua pratica. Inoltre abbiamo previsto degli incentivi per quegli esercizi o circoli che decidono di non installare apparecchi per il gioco lecito».
E proprio su quest’ultimo aspetto al convegno sono intervenuti Gabriele Alberti, vicepresidente del circolo Arci Giuseppe Verdi di Casale, che ha raccontato come mai in quel circolo hanno deciso di abolire le slot machine; e il responsabile provinciale di Mcl, Emanuele Berselli che ha dichiarato che su venti circoli a loro affiliate ben tredici hanno già eliminato le slot e altri tre o quattro lo faranno a breve.
Al dottor Piero Ianniello, direttore del progetto Alea è tocca il compito di far vedere i numeri di una indagine che dimostra come a Prato il gioco d’azzardo è molto sentito e che la spesa per ogni cittadino si aggira fra gli ottocento ed i novecento euro all’anno. Al tavolo del convegno anche il presidente di Federconsumatori Prato, Adriano Varocchi, che ha introdotto i numeri che riguardano questa patologia col coinvolgimento di molte famiglie e del fatto che sempre più giovani si avvicinano al gioco con vincite in denaro. I giochi su internet sono la nuova frontiera molto pericolosa soprattutto per i ragazzi.
Il dottor Arcangelo Alfano, responsabile prevenzione e cure delle condotte di abuso e delle dipendenze della Regione ha poi illustrato il progetto portato avanti dalla Regione fin dal 2000 e che “avrebbe bisogno di maggiori risorse vista la gravità del fenomeno”.