Chi partecipa a Neknominate forse è un po’ sfigato…
(Articolo di Gianluca Nicoletti tratto dal sito http://www.lastampa.it/2014/03/19/blogs/obliqua-mente/chi-partecipa-a-neknominate-forse-un-po-sfigato-kWNJOWsZRhy5JCDu2tsXVI/pagina.html del 19 marzo 2014)
Mio figlio liceale mi ha fatto vedere i video dei suoi coetanei che “giocano” a Neknominate. E’ ben differente scrivere un pezzo su quella che chiamiamo sommariamente “Nuova moda giovanile”, piuttosto che guardare video di ragazzi e ragazze, che magari si è pure visto da bambini andare a scuola con i loro genitori, esibirsi in questa idiozia colossale. Quelli che ho visto sono maggiorenni, hanno pubblicato i video in rete liberissimi di fare quel che credono, come decine di migliaia di neknominati in tutto il mondo. Per chi non lo sapesse il Neknominate è una specie di catena di S. Antonio che prevede la pubblicazione su Facebook di un proprio video mentre si trangugia alcol in maniera spropositata.
Guardavo la ragazza che mandava giù senza prender fiato una bottigliata di birra, specificando se non si fosse capito che quella era la seconda. Capivo che era quasi una tortura, infatti non mi sembrava stesse molto bene. Inutile chiedere perché lo facessse, è oggi una necessaria prova estrema per non essere considerati sfigati dal gruppo, come probabilmente considerano chi lo racconta al padre invece che farlo. Non si creda che tutti gli adolescenti siano così entusiasti di farsi immortalare in quell’ ordalia perversa, magari mentre rigurgitano, vomitano o si infilano la testa nel water.
A Trento, dove il bere è una tradizione, non certo nata con Facebook, contro l’alcolismo e il Neknominate, sono scesi in campo un gruppo di ragazzi, in collaborazione con il Servizio alcologia provinciale. Si muovono sul web usando lo stesso linguaggio dei coetanei, ma per farli riflettere che non è da secchioni o nerd non buttarsi a peso morto nelle mode del branco. “Me fago de H20” è il loro motto, ma non per fare i bavini e i boy scouts, ma proprio perché buttarsi giù litri di alcol senza nemmeno gusto di goderselo, solo per essere all’ altezza della situazione, è sintomo di estrema fragilità.
Fino a che lo diciamo noi, adulti e oltre, può sembrare il solito rimbrotto paternalista, ma che lo dicano altri ragazzi, abituati a bere la grappa da quando prendevano il biberon, è molto più credibile anche il concetto: “L’ eroe che sta ben è senza dubbio l’Astemio Lupin” .