Vodka ai minori? «Sì, è vero regole ignorate. Ma la crisi…»
(Articolo di Ilaria Noro tratto dal sito www.larena.it del 19 marzo 2014)
Il rigore prevale a parole, però gli incassi fanno comodo e alcuni baristi fanno qualche strappo: «Magari si allunga con l’acqua»
«Shottini e cocktail ai minori? Sì, ma allungati con l’acqua, in modo da poter far scena con i compagni di bevuta ma al tempo stesso non causare danni, e sicuramente non lo sballo, ai giovanissimi avventori». È questa la versione di alcuni baristi e gestori di locali circa lo sballo del sabato sera che abbiamo raccontato su L’Arena di ieri. Sotto garanzia di anonimato, c’è infatti anche chi ammette di fare più di qualche strappo alla regola. Ma sempre senza esagerare. «La crisi è tale per tutti e se dovessimo chiedere i documenti a ciascun ragazzo della cui maggiore età non siamo convinti, non lavoreremmo più. Certo, c’è un limite. Se una persona visibilmente ubriaca entra chiedendo da bere, allora non viene assolutamente servita. Ai giovani, inoltre, facciamo cocktail molto, molto leggeri: l’importate è che sembrino alcolici piuttosto che lo siano davvero. Sono loro a chiedercelo». «Oppure capita spesso che ad acquistare da bere siano gli amici maggiorenni, che poi distribuiscono ai compagni più giovani. Però di questo non siamo responsabili: non riusciamo a controllare anche ciò che accade fuori dal locale», spiega un altro. Sulla questione sballo under 18, interviene anche il proprietario del Caffè Viviani che, chiuso il bar Malta, è il locale più vicino ad uno dei maggiori punti di ritrovo serale dei giovanissimi veronesi: i giardini di piazza Indipendenza, piazzetta Navona e il parcheggio di piazza Viviani. «La nostra è una clientela molto giovane, è risaputo. E dunque siamo mille volte più attenti a non servire superalcolici ai ragazzini perché sappiamo di essere a rischio. Se in altri locali del centro ci si può permettere di abbassare la guardia, qui no. Tra l’altro siamo anche controllati, forse più di altri, da parte della polizia municipale che giustamente fa il suo lavoro», spiega infatti il gestore, che però ammette: «il problema del consumo di alcol smodato da parte dei ragazzini esiste. Ed è grave». Il più delle volte, però, i giovani arrivano in centro già ben equipaggiati di bottiglie, comprate il pomeriggio in previsione della serata. «È anche una questione di costi: i supermercati sono più economici rispetto ai bar e ai locali serali. E i ragazzini, praticamente tutti studenti, non hanno a disposizione molto da spendere», aggiungono al Caffè Viviani. Secondo la maggior parte dei gestori intervistati, dunque, la linea del rigore è sempre la più auspicabile. «Lavoriamo molto con i turisti e fortunatamente non abbiamo mai avuto una clientela troppo giovane. In alcune occasioni però è capitato: ho chiesto i documenti e poi ho detto che non avrei servito loro alcolici. Preferisco perdere qualche “giro” piuttosto che avere guai», è il parere del gestore del Caffè degli Artisti, di fronte all’Arena. «La questione è delicata e molto dipende dal target della clientela che frequenta il locale», analizza Nicola Marcolongo del Sottoriva 23. Un target, però, che non cala dall’alto ma che viene coltivato dagli stessi baristi, come scelta imprenditoriale e a seconda dell’idea di locale che intendono portare avanti. «È logico che se mi mettessi a vendere e promuovere shortini a un euro, sarei preso d’assalto dai ragazzini nel giro di poco. Ma il mio obiettivo fin da quando ho aperto è stato esattamente il contrario e dunque ho tagliato», aggiunge Marcolongo.