Allarme rosso, il gioco d’azzardo è anche under 18
(Articolo di E.PAS. tratto dal sito www.larena.it del 03 dicembre 2013)
Tre ragazzi su quattro hanno già provato, sfidando il divieto. La psicologa: «Non si rendono conto che può subentrare dipendenza»
Una slot machine con il cartello di divieto ai minori di 18 anni
«Mi aiuti, penso di avere un problema: mi capita sempre più spesso di arrivare a scuola in ritardo. Perché? Perdo l’autobus: davanti alle slot del bar vicino alla fermata non mi rendo conto del tempo che passa». La richiesta di intervento arriva allo sportello del Punto di ascolto provinciale dell’Ufficio Scolastico di Verona da parte di un quattordicenne. E si tratta di un caso sempre meno isolato, perché l’azzardo è a tutti gli effetti un gioco da ragazzi. Più che «vincere è facile», infatti, giocare è facile. Talmente facile che chiunque può farlo, persino i ragazzini. Nonostante il gioco d’azzardo in tutte le sue versioni, dalle slot machine al gratta e vinci, sia vietato ai minori di 18 anni, sono sempre di più gli adolescenti che si lasciano affascinare dall’ebbrezza della vincita: tre su quattro hanno dichiarato di averci provato almeno una volta nell’ultimo anno. E il passo tra il primo approccio e la «febbre» da gioco è talmente breve che gli operatori, dalle forze dell’ordine agli psicologi, stanno moltiplicando i loro incontri con gli studenti delle scuole nel nome della prevenzione. «Il problema dei giovani è che quasi mai si rendono conto del rischio che comporta», spiega Giuliana Guadagnini, psicologa clinica, responsabile del Punto di ascolto provinciale. «La possibilità che un passatempo dispendioso si trasformi in vera e propria dipendenza è concreta: secondo i dati forniti dalla polizia amministrativa, il 15% dei minorenni gioca più di tre volte a settimana, il 25% più di tre ore a settimana. E se incrociamo i dati vediamo che l’11% dei giovani giocatori può essere stimato come patologico, perché subentra un vero e proprio condizionamento». Il gioco più diffuso tra i giovanissimi è il gratta e vinci, seguito dai giochi on line: semplicissimo accedervi direttamente da casa, quindi fuori controllo e in totale anonimato, bastano lo schermo di un pc o uno smartphone fornendo i dati personali ed il numero di carta di credito. «Mentire sulla propria identità e sull’età, attraverso un computer, è facilissimo, mentre per la carta di credito basta utilizzare quella dei genitori o della nonna», continua Guadagnini. «E se nelle tabaccherie o nei bar il controllo da parte di alcuni gestori sull’età del giocatore che utilizza le slot a monetine già scarseggia, a breve usciranno sul mercato anche macchinette da utilizzare proprio con carta di credito: un ulteriore pericolo in agguato». Ma i minorenni, confermano i dati, non disdegnano nemmeno i giochi di carte con denaro in palio, il superenalotto e il lotto. Infine i giochi telefonici, quelli in cui si paga assottigliando il credito del cellulare: e a mamma e papà, una volta esaurito, basta chiedere una ricarica. O nemmeno quella. «Perché se un terzo dei baby-giocatori lo fa per noia, perché non sa come passare il tempo o per il gusto della trasgressione, la motivazione che spinge la maggior parte dei ragazzini a giocare è quella di vincere denaro e rendersi in qualche modo autonomi dalla “paghetta”», aggiunge Guadagnini. «Quello che noi operatori cerchiamo di fare è far aprire loro gli occhi, spiegando che più che vincere è molto più facile perdere e che giocare d’azzardo non dimostra agli altri bravura, semmai debolezza. I genitori? In caso di sospetti possono rivolgersi agli sportelli attivati sul territorio dal Dipartimento Dipendenze dell’Ulss 20».