Un libro racconta il dramma senza fine dell’alcolismo
(Articolo di Pietro Simula tratto dal sito http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/11/06/news/un-libro-racconta-il-dramma-senza-fine-dell-alcolismo-1.8066319 )
07 novembre 2013
A Muros la presentazione del volume di due studiose Iniziativa di “Biblioteca di Sardegna” e “Dottore amico”
MUROS. “Alcolismo, un allarme sociale” è il tema dell’incontro che si terrà venerdì alle ore 18,30 al Centro culturale “Renato Loria”. La biologhe Donatella Bacciu e Franca Campesi presenteranno gli esiti della pubblicazione firmata da Roberta Agabio (responsabile del Centro di studio dell’abuso di alcol dell’Università di Cagliari) e Clara Cicalò (managing editor della rivista “Medicina delle dipendenze”) su commissione della Biblioteca di Sardegna e nell’ambito del progetto medico-scientifico “Dottore amico”.
Il 25 per cento delle morti di giovani sotto i 30 anni è dovuto all’alcol, e sotto gli effetti dell’alcol vengono commessi oltre il 50 per cento degli omicidi e il 60 per cento delle violenze sessuali. Sono questi alcuni dei dati raccolti nel volume “Io e l’alcolismo” edito da Documenta, da cui emerge che l’identikit dell’alcolista medio corrisponde ad un uomo di classe medio-bassa e con una forte predisposizione genetica. Secondo Agabio e Cicalò (le quali, oltre che curatrici della ricerca, sono anche direttrici scientifiche della collana medico-scientifica “Dottore Amico”) l’alcolismo non è un vizio, ma una malattia cronica, influenzata da fattori genetici, psicosociali e ambientali. Si tratta di una patologia che è una vera e propria piaga sociale, che coinvolge soprattutto i più giovani (di cui è considerato il killer numero uno dall’Oms), più frequente fra gli uomini nelle classi medio basse e per le donne nelle classi medio alte.
I rischi legati a questa patologia sono sempre altissimi e le conseguenze molto spesso drammatiche. L’alcol riduce l’attenzione, la vigilanza, il senso di giudizio e la capacità di prendere una decisione correlata alla quantità assunta. Le principali conseguenze: l’aumento del rischio di incidenti o di situazioni pericolose quali rapporti sessuali non protetti, risse, aggressioni, utilizzo di sostanze psicoattive illegali.
Oggi comunque, ricordano le due studiose, sono tanti i rimedi a disposizione. I migliori risultati si ottengono con la terapia farmacologica, le terapie di supporto psicosociale e i gruppi di auto-aiuto. È stato calcolato, infatti, che nei dodici mesi successivi a un trattamento un quarto dei pazienti si astiene completamente e gli altri comunque riducono il proprio consumo di alcol.