Dipendenza dall’alcol, individuati i processi biologici che ne controllano il meccanismo
(Articolo tratto dal sito http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/13/10/dipendenza-alcol-individuati-processi-chiave.html )
31 ottobre 2013
Sono stati individuati per la prima volta i processi biologici che controllano il meccanismo alla base dello sviluppo della dipendenza dall’alcol: il risultato si deve a una ricerca italiana del gruppo dell’università di Cagliari guidato da Elio Acquas ed è stato pubblicato sulla rivista Addiction Biology. Secondo gli autori la scoperta può aprire la strada allo studio di nuove terapie per combattere l’alcolismo. Lo studio, condotto sui topi, ha individuato il meccanismo basato su due passaggi con il quale l’alcol etilico (o etanolo) stimola le cellule nervose in una regione del cervello chiamata area ventrale del tegmento (Vta). Queste cellule producono un neurotrasmettitore, ossia una sostanza che permette alle cellule di comunicare tra loro, chiamato dopamina, e sono implicate nel controllo di funzioni come la motivazione e l’affettività, le cui alterazioni sono alla base di disturbi psichiatrici, quali depressione, schizofrenia, e tossicodipendenza (quindi anche alcolismo).
Così nasce la dipendenza dall’alcol – I ricercatori hanno scoperto che quando l’alcol raggiunge queste cellule viene dapprima trasformato in un’altra molecola, l’acetaldeide, che poi reagisce con la dopamina rilasciata dalle stesse cellule nervose, e genera il salsolinolo che eccita le cellule di questa area del cervello ponendo le basi per il possibile sviluppo di dipendenza. Si può dire, quindi, che l’etanolo eccita queste cellule perché si trasforma in salsolinolo. ”In pratica – spiega Acquas – la sostanza eccita le cellule dell’area Vta stimolando la produzione di dopamina e, potenzialmente, creando dipendenza”.
La scoperta apre la strada a future terapie – Lo studio, supportato in parte dalla Regione Autonoma della Sardegna, dimostra anche che quando si impedisce la formazione del salsolinolo, l’etanolo non può eccitare le cellule nervose del piacere e quindi non può esercitare il suo potenziale d’abuso. La ricaduta del lavoro, sia per le sue implicazioni preventive sia terapeutiche, potrebbe essere immediata dato che, sottolinea Acquas, intervenendo su uno dei due passaggi che precedono la formazione del salsolinolo, si può impedire che l’etanolo eserciti i suoi effetti alla base dell’insorgenza dell’alcolismo. “Si potrebbe – osserva l’esperto – o inibire l’enzima coinvolto nella conversione dell’alcol etilico in acetaldeide oppure eliminare l’acetaldeide somministrando sostanze più reattive della dopamina e inducendo la molecola a generare sostanze biologicamente inattive e a non produrre quindi il salsolinolo”.