Un uomo mandato in rovina dal gioco d’azzardo
(Articolo tratto dal sito http://www.lindiscreto.it/ancona/287-homepage/22675-un-uomo-mandato-in-rovina-dal-gioco-d-azzardo )
Lunedì, 21 Ottobre 2013
CUPRA MARITTIMA – L’ultimo appuntamento con la rassegna organizzata da Lucilio Santoni e patrocinata dall’amministrazione, “Libri in Comune”, si è rivelato anche un incontro socialmente utile.
È stato presentato infatti il volume “Solo soldi assicurati” di Paolo Pennacchione della casa Marte Editrice. Pennacchione ha rovinato la sua vita a causa del gioco d’azzardo, vizio iniziato per caso che è poi diventato ragione dei suo gesti criminali. L’autore ha effettuato circa 200 rapine in banca, da Ortona a Ferrara spostandosi poi fino a Firenze, solo ed esclusivamente per trovare soldi da ‘investire’ nel gioco. Oggi Pennacchione è detenuto nel carcere di Montacuto, Ancona, e quelli che si trovano nel libro sono i racconti delle sue peripezie. Con “Solo soldi assicurati” non si vuole però esaltare le gesta di un rapinatore e nemmeno vuole essere l’ennesimo libro di cronaca nera ma, come hanno spiegato le giornaliste Laura Mandolini, curatrice del volume, e Teresa Valiani: “Il libro vuole essere una dimostrazione che scrivere fa bene, le parole sono un ponte prezioso tra il prima, ovvero il periodo delle rapine, e il dopo ovvero il cambiamento e la presa di coscienza”. A proposito della dipendenza dal gioco è intervenuta anche la presidente dell’Adoc, associazione per la difesa e l’orientamento del consumatore, Marina Marozzi: “L’impegno dell’Adoc è finalizzato ad aiutare chi è prigioniero del gioco d’azzardo, quando si entra in questo giro si tenta il tutto e per tutto mettendo a rischio anche familiari. Purtroppo oggi combattere le dipendenze da gioco è difficile poiché ce ne sono di vari tipi e possono coinvolgere dai giovanissimi agli anziani, ma è possibile guarire con l’aiuto di esperti, prima che si finisca in situazioni pericolose. Incontri come questo servono quindi a sensibilizzare quante più persone possibili, cercando di far capire loro che non devono vergognarsi di ammettere di avere questo vizio e di lasciarsi aiutare”.