Vista in via Oberdan a Verona, questa composizione floreale ispirata all’autunno in cui spiccano i rami con le bacche di alkekengi.
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Physalis alkekengi
Alkekengi |
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---|---|
Fiore di alkekengi |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Solanales |
Famiglia | Solanaceae |
Genere | Physalis |
Specie | P. alkekengi |
Nomenclatura binomiale | |
Physalis alkekengi L. |
L’Alkekengi o alchechengi o alchechengio (Physalis alkekengi L.) è una pianta perenne che produce bacche commestibili; appartiene, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae.
Generalità
L’Alkekengi ha origini in Europa e Asia. Date le sue proprietà medicinali è coltivata fin dall’antichità. È un’erbacea perenne e si riconosce facilmente per i caliciche avvolgono la bacca, simili a piccole lanterne arancioni. Al tatto il calice ha consistenza quasi cartacea e spesso è poroso. Ci si aspetta un petalo ma se si cerca di spezzarlo è molto più tenace e resistente. Nonostante questo si apre facilmente a mani nude. Non è da confondere con il Physalis peruvianus (chiamato anche Cape gooseberry) che è della stessa forma e struttura ma beige e con la Physalis ixocarpa che produce una bacca molto più grossa, verde (o porpora) e simile a un pomodoro sempre, però, rivestita da un calice verde (o porpora) con forma simile all’alkekengi.
Caratteristiche
Si coltiva facilmente, dà origine ad un rizoma strisciante interrato molto profondamente: in questo modo è permessa la propagazione e la rivegetazione conseguente alla stasi invernale.
Fiore
Bianco, piccolo e a forma di campanella, spunta all’ascella delle foglie; tipici i calici arancioni di consistenza simile alla carta. Fioritura estiva (da luglio ad agosto).
Foglia
È verde chiara e ovale, di una lunghezza tra i 5 e gli 8 cm. Quando i frutti maturano lascia la sua sede. Le foglie e il rizoma sono velenosi perché contengono solanina che provoca mal di testa, vomito, nausea e diarrea che compaiono entro 2-24 ore. L’unico sintomo che dura più di 24 ore è la diarrea che può manifestarsi per più giorni.
Fusto
Può arrivare fino a 1m di altezza, è eretto, ramificato, subglabro ed angoloso.
Terreno
Secco. Non è di grande importanza la sua composizione. L’habitat ideale è in boschi umidi o in siepi fino a 1000 m s.l.m.
Esposizione
La crescita della pianta è favorita dall’esposizione non diretta ai raggi solari: preferisce poca ombra.
Usi
Anche secondo l’uso popolare, possiede molte proprietà terapeutiche tra le quali spiccano azioni contro i calcoli renali e vescicali e come forte diureticoinoltre anche come integratore di vitamina C.[1][2] I calici di colore arancione acceso tendente al rosso che avvolgono le bacche di questa specie rendono la pianta adatta a fini decorativi.
Bacche
Unica parte commestibile della pianta. In genere sono mature a settembre ed hanno la forma di una piccola ciliegia, il gusto ricorda quello del lampone o quello del pomodoro. Dalle bacche si può ricavare un’ottima marmellata. Si possono mangiare da sole o aggiunte alle insalate. Se seccate leggermente si possono mettere sott’aceto o in salamoia. Contiene una grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. In erboristeria si usava per le malattie in cui c’era bisogno di un’azione diuretica marcata. Vengono preparate candite o ricoperte di cioccolato fondente.
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