Bullismo, effetti sulla salute a lungo termine: depressione, abuso di alcol e stupefacenti
(Articolo tratto dal sito http://osservatorio-cyberbullismo.blogautore.repubblica.it/2017/05/09/bullismo-gli-effetti-sulla-salute-a-lungo-termine-depressione-abuso-di-alcol-e-stupefacenti/ del 09 maggio 2017)
ROMA – Gli effetti del bullismo vanno ben oltre l’immediato, si ripercuotono nel tempo. I bimbi che lo subiscono fin dalle scuole elementari hanno molte probabilità di soffrire di depressione, nonché di fumare, abusare di alcol e sostanze stupefacenti negli anni successivi all’episodio. Lo dimostra uno studio dell’Università di Delaware, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Pediatrics, che ha analizzato i dati provenienti da sei nazioni statunitensi. Una ricerca condotta dal 2004 al 2011 che scandaglia la vita scolastica di 4,297 ragazzi seguiti nel corso di cinque anni.
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Grazie a un’analisi comparativa, i ricercatori hanno scoperto che le vittime “predilette” dai bulli sono ragazzi, minoranze sessuali e giovani che convivono con malattie croniche. Mentre età, obesità, razza/etnia, scarso rendimento scolastico e bassi introiti famigliari non sembrano trovarsi tra i motivi che mettono i più giovani nella condizione di essere presi di mira. Ma ancora più interessanti delle cause, sono gli effetti che l’abuso ha sulla salute dei piccoli. Non si tratta di una ripercussione soltanto immediata, che intacca la vita quotidiana, determinando una chiusura dei ragazzi in se stessi. Il bullismo presenta il proprio conto anche dopo anni.
“Chi ha subito abusi in quinta elementare ha più probabilità di mostrare sintomi di grave depressione l’anno successivo e ancora più probabilità di usare alcol, marijuana e tabacco dopo cinque anni”, ha detto Valerie Earnshaw, psicologa e autrice dello studio. “I sintomi depressivi mostrati nella ricerca aiutano a spiegare anche perché il bullismo è associato all’utilizzo di sostanze, suggerendo che i giovani potrebbero sfruttarle come forma di auto-medicamento per alleviare queste emozioni negative”. In particolare, in seconda superiore il 24 percento delle vittime prese in considerazione nella ricerca ha fatto uso di alcol, il 15,2 percento di marijuana, e l’11,7 percento di tabacco.
Il commento. “È vero: il tasso di depressione è altissimo tra adolescenti o giovani adulti che hanno subito forme di bullismo”, spiega a Repubblica Maura Manca, psicoterapeuta. “Questo perché, soprattutto nel caso di vittime sistematiche, i ragazzi si identificano nel ruolo di bullizzati. E costruiscono le loro relazioni sulla base della paura, dell’insicurezza e della mancanza di espressione. Una volta adulti, la repressione porta alla depressione, a disturbi del sonno, e nei casi più gravi si arriva anche all’autolesionismo. Mentre l’abuso di sostanze, per quel che riguarda la mia esperienza, è meno frequente”.
Come si possono evitare questi effetti a lungo raggio? “Interventi tempestivi”, ribatte Manca. “Bisogna riconoscere subito i segnali d’isolamento, ricostruire intorno al giovane una rete di relazioni che lo sostenga, capire a che livello è arrivato il problema. E prevedere, se necessario, il supporto di uno specialista”.