Teatro Ristori di Verona
11 maggio 2017, ore 20.30
Alessandro Anderloni, Silvia Bertoncelli, Stefano Roveda
LA DIVINA COMMEDIA
Dante Alighieri punteggia la sua Commedia di invocazioni d’aiuto, di dubbi e di giustificazioni del nulla che riesce a dire del pochissimo che ha visto, del niente che ricorda di ciò che «trasumanar significar per verba non si poria». Eppure scrive, e descrive. E in qualche modo autorizza i suoi lettori a riscrivere in eterno, e a dire l’indicibile di quello che lui stesso non ha saputo dire. Alessandro Anderloni non aggiunge parole a quelle del Poeta e dice alcuni canti, delle tre cantiche. Nel rispetto della simbologia numerica, sono tre anche i protagonisti sul palcoscenico. Con l’attore ci sono due danzatoriª, Silvia Bertoncelli (autrice anche delle coreografie) e Stefano Roveda, a dialogare con tre elementi scenici su un tappeto sonoro di musica e rumori, a intraprendere quel viaggio che, con le parole di Vittorio Sermonti, «ricomincia ogni volta nel mezzo del cammin di nostra vita».
Nove canti per suggerire il viaggio dantesco del discendere all’inferno, salire la montagna del purgatorio e involarsi in paradiso. Alessandro Anderloni li propone senza tagli, rielaborazioni o chiose, confidando in quello che Thomas Eliot definiva uno «shock d’intensità poetica». La scena diventa uno spazio interiore, dove prende forma una visione fisica e sonora. La voce e la danza diventano il tramite tra il colloquio intimo che si instaura tra Dante e il suo lettore-spettatore. Nel farsi parola e gesto, i tre interpreti evocano, in questo spettacolo di teatro-danza in prima assoluta, l’architettura generale del più grande poema scritto da un uomo.
INFERNO – canto III, canto XXVI, canto XXXIII
PURGATORIO – canto II, canto VI, canto XXX
PARADISO – canto XXX, canto XXXI, canto XXXIII