Una nobile causa
(Articolo di Giada Frisoni tratto dal sito http://www.cinematographe.it/75196/recensioni/una-nobile-causa-recensione.html del 15 maggio 2016)
Una nobile causa è il film di Emilio Bruguglio in uscita nelle sale il 24 maggio 2016 prodotto da Running TV International, tra gli attori del cast Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Roberto Citran e Antonio Catania. Il tema del gioco d’azzardo raccontato attraverso lo stile della commedia: una storia dentro l’altra per aiutare Gloria e la sua famiglia ad affrontare il problema dell’irrefrenabile impulso a giocare alle slot machine. Decisi ad affrontare seriamente la questione con uno psicologo in seguito ad una grande vincita di Gloria, tutta la famiglia si ritrova nello studio del dottor Aloisi: in quello studio viene raccontata la storia del Marchesino Alvise Fantin, figlio di una prestigiosa famiglia e appassionato giocatore d’azzardo. Dopo aver truffato un signore rubandogli i soldi in banca viene costretto dalla madre a lavorare proprio per Tania, figlia di colui che ha derubato, come aiutante pescivendolo: Alvise impara a lavorare, a guadagnarsi la simpatia dei clienti e ha smettere di giocare. Giorno dopo giorno si invaghisce di Tania, che dapprima sospettosa poi si lascia coinvolgere dall’amore di Alvise. Queste due storie si intrecciano coinvolgendo tutti i protagonisti a chiedersi se l’amore può davvero salvare le persone dalla folle spirale del gioco, portando poi ad una svolta inaspettata della storia dove tutti sono pedine di una partita a cui non sapevano di partecipare.
Dopo la presentazione nello spazio Regione Veneto alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2015, Una nobile causa esce nelle sale con lo scopo di sensibilizzare le persone sulla ludopatia: una malattia molto diffusa e spesso sottovalutata per la sua apparente maschera di passatempo, che superata la linea dell’occasionalità si trasforma in un vero e proprio circolo dell’inferno.
Lo spirito comico che alleggerisce ma non può nascondere il dramma di chi soffre questa patologia e soprattutto per chi lo circonda.
Un film che sfida il panorama italiano con un tema ambizioso; la regia di Emilio Briguglio convince per l’efficacia e il ritmo ma è solo grazie ai punti di svolta della sceneggiatura che il lungometraggio merita una valutazione positiva. Un cast che conquista un sorriso ma non coinvolge lo spettatore nella storia, i legami tra i personaggi non hanno la possibilità di evolversi e di conseguenza non riescono a mostrarsi agli occhi del pubblico.
Le musiche si mescolano piacevolmente tra le luci e i cambi di scena. L’occhio è affascinato dalle meravigliose location, ville e luoghi della provincia di Padova che si fanno ammirare nella loro storica imponenza. Un lavoro che nel suo ambizioso scopo fa di tutto per rendere il boccone amaro del gioco d’azzardo più dolce ma si perde nelle sue stesse crepe lasciando solo la consapevolezza che il gioco, oltre al poker e alle slot, può attuarsi anche nella vita reale usando le persone come carte. La favola non esiste e l’amore non basta per guarire, forse aiuta ma non lo rende immune agli infiniti giochetti di cui è capace chi entra in questo tunnel. Quello che ci lascia il film è una sola realtà: siamo tutti vittime di un gioco a cui non sappiamo di partecipare.