Alcol, 1200 utenti salvati in vent’anni di comunità
(Articolo di Davide Nordio tratto dal sito http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2016/04/23/news/alcol-1200-utenti-salvati-in-vent-anni-di-comunita-1.13352905 del 23 aprile 2016)
Il centro residenziale del San Giacomo, unico in Veneto, combatte l’abuso La psicologa Pasinato: «Consumi in calo ma aumenta la dipendenza tra le donne».
CASTELFRANCO. Una modalità unica nel Veneto nel combattere l’abuso di alcool: compie vent’anni la comunità residenziale alcologica dell’Usl 8 con sede all’ospedale San Giacomo, gestita da una partnership composta da pubblico, privato-sociale e volontariato.
Venti posti per affrontare situazioni problematiche correlate all’alcol, quando l’auto-aiuto non è sufficiente. «Ma attenzione», spiega la direttrice della struttura gestita dalla cooperativa Sonda, Francesca Dorella, «senza escludere la famiglia, anzi coinvolgendola in questo percorso che può durare da 45 giorni fino a tre mesi, ma che in casi particolari può prorogarsi fino a un anno».
Essendo una realtà unica nel suo genere è logico che la struttura funziona a ritmo continuo, con presenze che per il 30 per cento arrivano da altre Usl. Il convegno tenutosi ieri al San Giacomo sui vent’anni della comunità (che finora ha ospitato complessivamente 1.200 persone) è stata anche l’occasione per fare il punto sul problema dell’abuso di alcol che presenta dati chiaroscuri, in riferimento solo agli adulti.
«Negli ultimi cinque anni», spiega la psicologa del Serat, Mariagrazia Pasinato, «si è assistito a una flessione dei nuovi casi, passati dai 242 del 2011 ai 204 del 2015. Il risultato è frutto in parte anche di un calo generale dei consumi che fa sì che la piramide del consumo di restringa e, conseguentemente, anche la punta rappresentata dall’abuso. I nuovi pazienti sono in genere rappresentati per la metà da persone con problemi di dipendenza vera e propria e per la metà da persone coinvolte nell’iter per il rinnovo della patente di guida».
Il dato negativo invece riguarda le donne: da un solo caso su quattro al femminile di qualche anno fa siamo arrivati a uno su due. «Un fenomeno sommerso quello dell’alcolismo femminile», continua Pasinato, «derivante spesso dalla solitudine di queste persone. Vorrei però sottolineare il prezioso lavoro svolto dai centri di auto-aiuto che ottiene risultati nel 90 per cento dei casi, senza il ricorso alla comunità residenziale e quindi con minori costi per la collettività».
Appare ormai certo che «nè il proibizionismo, nè l’invito ad un consumo moderato o consapevole hanno dimostrato di essere una soluzione per combattere l’abuso di alcol», conclude Pasinato, «serve una informazione chiara e corretta in un ambiente che continua ad essere permeato dalla cultura del bere».