Botte e minacce a sua sorella “perché si ubriaca”
(Articolo di D.N. tratto dal sito http://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/vicenza/botte-e-minacce-a-sua-sorella-perch%C3%A9-si-ubriaca-1.4670916 del 24 febbraio 2016)
La picchia per punirla, o per educarla. Il motivo? Sua sorella continua a ricadere nel vizio dell’alcolismo, nonostante le cure e i ricoveri.
È un dramma familiare quello di cui si discuterà fra qualche settimana in tribunale. A. T., 47 anni, residente nell’hinterland della città (le iniziali sono dovute alle condizioni di salute della vittima, altrimenti riconoscibile), dovrà presentarsi davanti al giudice Maria Trenti per difendersi dalle accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni ai danni della sorella L., di 45 anni, che abita con lui e con l’anziano padre invalido.
I fatti contestati sarebbero avvenuti fra il 2013 e l’aprile dell’anno successivo. In svariate occasioni l’imputato, che lavora come operaio, avrebbe picchiato, offeso e minacciato la sorella più giovane. L’avrebbe percossa con calci e pugni, le avrebbe tirato i capelli, l’avrebbe strattonata, le avrebbe lanciato addosso nei momenti d’ira tutti gli oggetti che gli passavano per le mani, le avrebbe torto un dito. In casa avrebbe creato «un clima di terrore», tanto che la sorella era fuggita dall’abitazione per qualche settimana, per sfuggire alle violenze. In un caso, avvenuto durante le vacanze di Natale, lui l’avrebbe picchiata con forza, spaccandole il naso e perforandole un timpano, tanto che L. era stata costretta a farsi accompagnare in ospedale, dove era stata medicata e giudicata guaribile in un mese.
L. non ha mai voluto sporgere denuncia e la procura, con il pubblico ministero Floris, ha proceduto d’ufficio dopo la relazione dei carabinieri, che oltre ad ascoltare la vittima (che ha confermato gli episodi, spiegando di non comprendere i motivi per i quali il fratello alza le mani), hanno sentito anche altri famigliari. Secondo questi ultimi, le ragioni dell’operaio andrebbero ricercate nei problemi della sorella, rimasta in cura per anni per uscire dal tunnel dell’alcol. Ogni volta che la trova ubriaca, A. T. diventa una furia e la picchia, arrabbiato perché la sorella ricasca nel suo errore. Anche nell’occasione delle botte più feroci, lui l’avrebbe trovata a letto ubriaca, tanto che aveva allontanato un famigliare, intervenuto in soccorso: «Sono stanco di vederla in queste condizioni». Ora l’imputato avrà modo di difendersi in tribunale.