«Mio marito, schiavo del gioco d’azzardo. Ne siamo usciti, ora aiuto gli altri»
(Articolo di Tiziana Pisati tratto dal sito http://sociale.corriere.it/mio-marito-schiavo-del-gioco-dazzardo-ne-siamo-usciti-ora-aiuto-gli-altri/ del 08 febbraio 2016)
PIACENZA – «Credevo che mio marito avesse un’amante. Tante bugie, liti, silenzi; troppi. E tutte quelle assenze e i soldi che andavano in fumo. Finché l’ho scoperto schiavo del gioco d’azzardo. Non ho mai provato vergogna per lui e dico ai miei figli che la cosa più importante è affrontare i problemi cercando di conoscerne più aspetti possibili, avere fiducia nelle persone a cui vuoi bene, valorizzare tutto ciò che c’è di buono». Una donna positiva e forte Maria (che chiameremo così perché abbiamo scelto di rispettare la sua privacy): uscita dal calvario personale e familiare – «Perdi tutto, non solo i soldi, ma fiducia nell’altro che di colpo scopri bugiardo, e in te stessa, perché ti chiedi: ma come ho fatto a non accorgermi di nulla? ti senti sola, tradita e impotente, una fallita, combatti con mille paure, rabbia, sensi di colpa» – ha scelto di dare una mano ai tanti mariti, fratelli, figli, mogli, come lei vittime indirette del gioco patologico: «Parlarne è ancora molto doloroso per me, ma voglio continuare a lottare per gli altri, così aiuto anche me stessa».
«Controllate ogni centesimo, non isolatevi». Madre di quattro figli, un lavoro da artigiana che vorrebbe riprendere così come sta facendo con l’intera sua vita coniugale, familiare e sociale. Per testimoniare che «risalire dall’abisso è possibile», per aiutare altri come lei a non ripetere quelli che ritiene siano stati i suoi sbagli ha rifatto il percorso di gruppi di counseling (ascolto e sostegno) che l’associazione “La Ricerca” e la cooperativa “L’Arco” offrono ai familiari dei giocatori d’azzardo: «Per leggerezza non davo il giusto valore ai soldi, invece fin dai primi segnali che qualcosa non torna bisogna controllare anche il centesimo che sparisce senza spiegazione, non isolarsi, circondare il malato di persone consapevoli del problema. Nessuno viene ad aiutarti spontaneamente».
Week-end di sostegno e gruppi di autoaiuto. «Il medico di famiglia mi aveva addirittura consigliato un tso! Il parroco: sopporta figlia mia! Solo grazie ad uno psicologo che mi ha indirizzata al Sert mio marito ha potuto frequentare il percorso terapeutico di recupero ed io accedere ai gruppi di counseling. L’Arco e La Ricerca hanno proposto anche week-end di sostegno e pacificazione per familiari e giocatori insieme, occasioni importanti che aiutano davvero». Ed è per questo che Maria è già pronta ad entrare nella squadra dei gruppi di automutuoaiuto familiari che cooperativa e associazione stanno avviando (tutte iniziative che sin qui non hanno mai potuto contare su fondi pubblici).