Slot, i cittadini: “Il Comune deve regolamentarle”
(Articolo di Elisa Pasetto tratto dal sito http://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/slot-i-cittadini-br-il-comune-deve-br-regolamentarle-1.4585830 del 21 gennaio 2016)
La febbre del gioco d’azzardo ha contagiato i veronesi? Le sale slot, che continuano a proliferare nonostante, secondo gli esperti, la ludopatia sia ormai una piaga sociale, sono solo un’occasione per distrarsi tentando la fortuna o un luogo dove si mettono realmente a rischio le finanze familiari e persino la salute? Sono solo alcune delle domande a cui si tenta di dare una risposta stasera su Telearena a «Diretta Verona», la trasmissione condotta da Mario Puliero.
«Sale slot a Verona: gioco o pericolo?», il titolo della puntata, che vede come ospiti in studio il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, l’assessore comunale alle Attività economiche Marco Ambrosini, Claudio Marconi, psicologo dell’Ulss 21 in campo contro le dipendenze da gioco e la giornalista de L’Arena Alessandra Vaccari. Commentatore sarà il giornalista Alfredo Meocci.
Dopo l’allarme per una prossima nuova apertura di una sala slot in via Todeschini, Paolo Padovani, che coordina la pagina Facebook “Sei di Borgo Trento se…”, annuncia: “In realtà c’è già chi pensa ad aprire una seconda sala slot”.
I cittadini, però, non ci stanno e hanno alzato le barricate: “I nostri timori? Riguardano l’ordine pubblico, soprattutto in un contesto residenziale, vicino a parrocchie e scuole”.
Lo conferma Alessandra Vaccari: “Il gioco d’azzardo non è solo una questione etica o sanitaria. Le sale slot sono catalizzatori di criminalità: girano molti contanti, qui le rapine e i furti sono all’ordine del giorno”.
Parte la testimonianza registrata di Marco (il nome è di fantasia), 42 anni, della Bassa, che racconta la sua storia: “Spendevo anche 4mila euro al giorno, ho bruciato 500mila euro in pochi anni. Ormai ero uno schiavo”.
Claudio Marconi, psicologo, sottolinea infatti: “Il tipo di desiderio che prova chi vuole tornre a giocare è assimilabile in tutto e per tutto alla dipendenza da sostanze”.
In collegamento dalla sede della Seconda Circoscrizione interviene il senatore Giovanni Endrizzi (M5S): “Il gioco d’azzardo ti arriva sotto casa e, attraverso internet, anche in casa”. E infatti fa scuola l’esempio di Bolzano, come racconta il presidente dell’associazione La Sentinella: “Da noi nel 2010 l’amministrazione ha chiuso sale slot e videopoker, ma sono triplicati i giocatori patologici, perché la gente si rivolgeva alle interfacce su internet. Compresi i minori”.
E a Verona, cosa si fa? “Il Comune non guadagna dalle sale slot e non è lui che le autorizza, ma la questura”, chiarisce Abrosini. “Può solo regolamentarle, lavorando sulla distanza dai luoghi “sensibili” e sugli orari di apertura”. E pensare che, come ricorda il consigliere comunale Elisa La Paglia (Pd), “il consiglio comunale aveva già deliberato nel 2014 che le sale slot non potessero nascere a meno di 250 metri da scuole, chiese e luoghi storici. Serviva solo cambiare una norma urbanistica. La Giunta non l’ha ancora fatto, ora deve procedere”. “Allora non potevamo, il Tar del veneto aveva appena bocciato un’analoga azione del Comune di Vicenza”, ribatte Ambrosini. “Ora proveremo a stendere un regolamento che possa nonessere impugnato dai gestori delle sale giochi”. “E comunque il problema del gioco d’azzardo non è solo nostro”, conclude Claudio Marconi, “l’Italia è quarta al mondo per la spesa, dopo Usa, Cina e Giappone. Servirebbe innanzitutto una direttiva europea seria”.