I 7 sintomi del gioco d’azzardo patologico e come curarlo
(Articolo di Matteo Perez Gasga tratto dal sito http://www.marieclaire.it/Benessere/salute/Ludopatia-e-gioco-d-azzardo-quali-sono-i-sintomi-e-come-curarsi del 21 ottobre 2015)
Euforia, ansia, pensiero magico: i segnali della dipendenza sono subdoli. La legge di stabilità porterà 22mila nuovi punti scommesse e i medici lanciano l’allarme.
Nuovi centri scommesse, nuove licenze, 15 mila agenzie e 7 mila corner. La polemica infuria, le associazioni insorgono per i provvedimenti sul gioco d’azzardo previsti dalla Legge di Stabilità. 22 mila “nuovi” possibili luoghi destinati, secondo le critiche politiche, ad aumentare il disturbo ossessivo compulsivo da ludopatia. Negli ultimi anni, complice la crisi economica e la diffusione delle macchine da gioco in molti bar, il problema è aumentato in maniera imprevista, generando situazioni di emergenza-povertà nelle fasce della popolazione più colpita dalla congiuntura, pensionati e giovani disoccupati in testa.
Ma come si può comprendere se si sta giocando troppo? Quali sono i sintomi che ci devono far capire che stiamo esagerando? Quali sono le terapie migliori per uscire da una dipendenza dal gioco? Lo abbiamo chiesto a Giampaolo Perna, psichiatra, direttore e fondatore del Cedans di Milano, Centro Europeo per i disturbi d’ansia ed emotivi: «Una slot machine, una sala giochi o un Casinò non “generano” questo tipo di disturbo, ma certamente lo “attivano” in persone che sono predisposte verso queste dipendenze ossessivo-compulsive. Quindi non va bene demonizzare il divertimento offerto da questi locali, ma non bisogna nemmeno sottovalutare la tentazione per soggetti a rischio». Perna elenca 7 segnali da tenere d’occhio su se stessi o sui propri familiari. Eccoli:
SINTOMI
1) Incapacità di resistere a continuare a giocare, anche se si è consapevoli del fatto che si possono perdere tanti soldi.
2) Tendenza a trascurare sempre di più le aree importanti della propria vita: studio, lavoro, famiglia, affetti.
3) Continuo riportare il pensiero alle esperienze passate, ai ricordi di grandi vincite, un loop definito “pensiero magico“.
4) Bisogno costante di aumentare la posta, per soddisfare l’impulso al gioco.
5) Comparsa di sintomi come irascibilità, nervosismo, insonnia se non si riesce a soddisfare il bisogno.
6) Reazioni di accanimento irragionevole dopo una perdita che innesca un continuo bisogno di denaro. Insistenza nel sentirsi coinvolti in una situazione di gioco d’azzardo.
7) Distorsione della realtà, bugie patologiche a tutta la propria rete sociale e familiare, inganni, fino ad arrivare a piccoli furti o truffe.
TERAPIA
1) Riconoscere il problema, come sempre, è il passo più importante. Ma anche il più difficile, è dunque qui che può entrare in gioco l’amico, il collega o il familiare. «l’Italia dal punto di vista delle strutture di aiuto e autoaiuto ha lavorato abbastanza bene negli ultimi tempi», dice Perna, «le realtà di supporto non mancano e hanno anche una buona visibilità sia online che nella rete dei medici».
2) Cure farmacologiche: la ludopatia appartiene alla categoria del disturbo compulsivo che è stato dimostrato essere strettamente correlato alla produzione della serotonina, ovvero la sostanza che regola il nostro umore. Per fortuna oggi esistono farmaci in grado di liberare serotonina e quindi riportare equilibrio. Un primo trattamento sarà dunque di questo tipo.
3) La cura farmacologica è una stampella e non si può sempre camminare con le stampelle. Subito, quindi, questa terapia dovrebbe essere affiancata da un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale, estremamente mirata al singolo problema. Le terapie di questo tipo sono in grande espansione, generalmente sono composte da cicli di 10-15 sedute e non hanno lo scopo di sviscerare le malefatte dei nostri genitori come farebbe la psicanalisi tradizionale, ma di neutralizzare il sintomo con la precisione di un razzo teleguidato.