Alcolismo nel veronese in crescita: ne parla l’Acat, l’associazione degli alcolisti
(Articolo tratto dal sito http://www.veronasera.it/cronaca/problema-alcolismo-verona-festa-acat-associazione-alcolisti-21-settembre-2015.html del 21 settembre 2015)
Sabato 19 settembre, presso la Comunità Shalom di Costermano, si è tenuta la festa della famiglie Acat, l’associazione dei club alcolisti in trattamento. Etilismo sempre più forte a Verona“
Presso la Comunità Shalom a Costermano, sabato 19 settembre si è tenuta la Festa della Famiglia dell’Acat Verona, l’associazione dei club di alcolisti in trattamento. A partecipare all’iniziativa circa 60 famiglie provenienti anche dalle sedi Acadt di Bussolengo e del Garda Baldo. In totale, nel veronese ci sono 110 club su un totale di 540 club in tutto il Veneto. Al centro della festa il problema dell’alcolismo.
Su L’Arena ne ha parlato Cristina Gioco, presidente dell’Acat, specificando che l’etilismo è “Un problema che non è una malattia, perché se lo fosse si troverebbe un farmaco per curarla, ma riguarda lo stile di vita che, se causa nell’alcolista gravi patologie fisiche, coinvolge a livello emotivo tutta la famiglia. È infatti familiare il nostro approccio poiché, quando una persona è alcolista, possono emergere problemi correlati come dipendenza da gioco, fumo, droghe illegali. Il fenomeno è in espansione, anche tra le donne colpite nella misura di 3 su 10, anche perché la nostra società promuove il bere. Le stime in nostro possesso, limitate poiché riferite a chi frequenta l’associazione, ci indicano circa 1.100 famiglie coinvolte nel Veronese. Condividiamo la situazione raccontandosi ciascuno la propria esperienza. Perciò ci definiamo comunità, formate in media da 10 famiglie, sempre le stesse, che si incontrano settimanalmente per un’ora e mezzo, in giorno e orario fissi, guidate da un “servitore insegnante”, una persona formata che facilita la dinamica di gruppo”.
Per quanto riguarda l’età, Cristina Gioco spiega che nei club partecipano persone dai 40 anni in su: “I ragazzi infatti vedono l’alcol come un amico. Non sviluppano le patologie, che scoppiano invece dopo i 40 anni a carico di fegato, pancreas, nervi apparato genitale femminile, e non cercano aiuto. In Comunità infatti gli alcolisti giungono perché inviati dai medici di medicina generale, Servizi dipendenza, Ospedali di Marzana e Negrar con cui collaboriamo. Un riconoscimento alla nostra azione”.