Cirrosi epatica e alcolismo, cosa c’è da sapere
(Articolo di Delfo Galileo Faroni tratto dal sito http://www.cinquequotidiano.it/territori/sanita/2015/07/04/cirrosi-epatica-alcolismo-cosa-ce-sapere/ del 04 luglio 2015)
I rapporti fra sclerosi epatica di tipo cirrotico e alcolismo è motivo sul quale da tempo si vanno accumulando i contributi di gran quantità di ricerche.
Non è difficile constare come il problema “cirrosi epatica e alcolismo” viene a imbricarsi su ulteriori difficoltà e complessità quando si fa riferimento al piano statistico. I rapporti fra sclerosi epatica di tipo cirrotico e alcolismo è motivo sul quale da tempo si vanno accumulando i contributi di gran quantità di ricerche condotte sotto direttive diverse, non escluse le investigazioni psicologiche. Facendo riferimento alle casistiche, a tutt’oggi, non vi è un‘acconcia soluzione al problema, essendosi rilevate incongruenze tutt’altro che suscettibili di composizione. Ma vediamo di stabilire qual è la capacità cirrogena esclusiva ed assoluta dell’alcol.
SOSTANZE – In primo luogo dobbiamo accennare al fattore sostanza alcolica, in sé e per sé, considerato che come è noto l’alcol non è il solo costituente tossico contenuto liquidi che divengono oggetto di appetizione. Nello stesso vino, senza prendere in considerazione gli alcolici superiori estrattivi e di sintesi, sono contenuti fattori epatotossici di indubbia e scontata importanza.
Ad essi va comunque ascritta notevole responsabilità nella preparazione e nell’eventuale scatenamento di un’epatopatia tossica non difforme da quanto si osserva in quei paesi del Medio Oriente che pur essendo a regime consuetudinario di astinenza dagli alcolici presentano ciononostante, un’elevata percentuale di epatopazienti di tipo cirrotico. Già questa è una condizione che può gettare luci particolari su una corretta identificazione dei fatti. Secondariamente va considerato il fattore tempo d’uso e abuso dell’alcool, argomento quest’ultimo che ha avuto sempre grandi sostenitori e indirizzate specifiche indagini in merito. Non vi sono dubbi sul fatto che i tempi d’uso e abuso abbiano un loro preciso ruolo nel prospettare la questione del rapporto del termine di stato precirrotico e di stadio cirrotico conclamato.
USO MODERATO – Al momento però non possiamo che limitarci ad avanzare questa tesi senza poterla suffragare con adeguate disponibilità della documentazione statistica. Numerose ricerche in proposito, che pur erano state accettate con il convincimento di un rapporto diretto tra cirrosi epatica e alcool, non è stato possibile usarle a ragionevole conferma della ipotesi, a causa dei pochi dad obbiettivi raccolti. Cade così in buona parte la credenza che l’abuso protratto degli alcolici determini condizioni patologiche fatali e costanti. Viceversa l’esperienza ci insegna che uso moderato delle sostanze alcoliche non provoca condizioni patologiche epatiche.
I problemi posti dall’alcolismo comunque esistono. C’è senza dubbio una epatopatia alcolica, ma non bisogna per questo etichettare l’alcolista come cirrotico. Vi è infine da precisare che la diffusione degli alcolici che sono molto simili nelle grandi ripartizioni geografiche e la quantità e la frequenza dei consumi sono scarsamente correlabili con lo stato cirrotico. Comunque se ai sostenitori delle responsabilità degli alcolici nella etiopatogenesi della cirrosi epatica fa piacere, possiamo loro assicurare che in questi ultimi anni vi è stata una netta tendenza alla riduzione di consumo di bevande alcoliche.