Fivi prende posizione sulle proposte di nuove strategie europee antialcol
(Articolo di Redazione di TigullioVino.it tratto dal sito http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=13525 del 18 aprile 2015)
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti chiede di rivedere il nuovo documento del CNAPA (Comitato per le politiche e strategie sugli alcolici).
C’è preoccupazione all’interno della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti per la riunione fra i Ministri della Salute dell’UE in programma a Riga, in Lettonia, i prossimi 20 e 21 aprile. Verrà infatti discusso un documento redatto dal CNAPA (Comitato per le politiche e strategie sugli alcolici), che intende introdurre nuove strategie di riduzione del consumo di alcol. Con una lettera indirizzata al Ministro Beatrice Lorenzin la presidente Matilde Poggi esprime preoccupazione per il documento proposto che non sembra combattere gli abusi nel consumo di alcolici, ma il consumo di alcolici in genere, penalizzando così anche i consumatori responsabili di vino.
“L’attuale politica sugli alcolici di sostenere gli stati membri nella lotta all’alcolismo – specifica Matilde Poggi – ha portato a risultati significativi e dovrebbe continuare con le medesime priorità, aree di azione e strumenti, e non pretendere di cambiare le politiche in corso senza una considerazione sull’effettivo miglioramento che le nuove politiche potrebbero portare”.
Il vino è un prodotto agricolo, ricorda FIVI, e come tale va considerato. “Non si può chiedere – continua la presidente – di ridurre il contenuto in alcol delle bevande, quindi anche del vino, ignorando o non tenendo conto del fatto che quest’ultimo è un prodotto agricolo soggetto a legislazioni specifiche che, a seconda del disciplinare di riferimento, includono il requisito di un contenuto minimo di alcol. Così come non si può chiedere di inserire le informazioni nutrizionali in etichetta senza considerare che non c’è alcuna prova che abbiano influenza diretta o indiretta sugli abusi nel consumo”.
In un contesto in cui i paesi tradizionalmente produttori di vino del Sud Europa vedono un calo continuo dei consumi negli ultimi dieci anni e, ancor più importante, registrano problemi di alcolismo molto inferiori rispetto ai Paesi del Nord Europa, FIVI e CEVI (Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti) hanno messo in atto una strategia atta a sensibilizzare le autorità europee affinché il documento del CNAPA non venga accolto. Le proposte in esso contenute sono infatti incompatibili con la legislazione europea e anche con i regolamenti dell’OCM, organizzazione comune di mercato. CEVI, di cui FIVI fa parte, è impegnata nel promuovere un bere consapevole e nel combattere la piaga dell’alcolismo e del consumo smodato di alcolici tramite il programma www.wineinmoderation.eu.
FIVI – Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attualmente sono circa 900 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 9.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 65 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,6 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 9.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41 % secondo la viticoltura convenzionale.
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