Come è cambiato il consumo di alcolici in Italia
(Articolo di Clara tratto dal sito http://chaoss.org/2015/04/17/come-e-cambiato-il-consumo-di-alcolici-in-italia/ del 17 aprile 2015)
Ieri in occasione dell’Alcohol Prevention Day, l’Istat ha pubblicato alcuni dati relativi al consumo di alcolici in Italia nel 2014: risulta che il 63% degli italiani di età superiore agli 11 anni ha consumato come minimo una bibita alcolica durante l’anno 2014. Viene pertanto registrata una modesta riduzione globale nel consumo di alcol rispetto al 2013, quando la percentuale di consumatori era del 63,9%.
Il dato di questa riduzione viene enfatizzato per motivi diversi dal Ministero della Salute e dall’Iss da un lato e dalla Coldiretti dall’altro: secondo Coldiretti il dato sarebbe attribuibile alla crisi (e quindi al costo degli alcolici, non più alla portata di tutti) e, stando alle sue analisi dal 2008 al 2014 ben 1,7 milioni di italiani hanno rinunciato alle bevande alcoliche e soprattutto al vino, il cui consumo si è ridotto di un quinto, mentre solo la birra registra un aumento, anche se modesto dei consumatori (dello 0,1%).
Coldiretti precisa che il consumo di vino normalmente avviene a tavola durante i pasti e non ha le caratteristiche dell’eccesso, né delle bevute fuori pasto. Secondo l’Istat la percentuale dei consumatori abituali ovvero quotidiani, di alcolici è diminuita tra il 2005 ed il 2014 dal 31% al 22,1% mentre è aumentata la percentuale di consumatori occasionali dal 38,6 al 41% unitamente alla percentuale di quelli che bevono fuori dai pasti, dal 25,7 al 26,9 (abitudine estremamente dannosa).
Sempre secondo l’Istat l’uso dannoso di alcolici, tale cioè da superare i limiti di consumo raccomandati, coinvolge 8,265 milioni di persone corrispondenti al 15,2% di tutta la popolazione, quindi in riduzione rispetto al 15,9% registrato nel 2013.
I soggetti maggiormente a rischio per abuso di bevande alcoliche sono gli anziani oltre i 65 anni (38% degli uomini ed 8,1% delle donne) poi gli adolescenti tra gli 11 ed i 17 anni (21,5 e 17,3% per uomini e donne rispettivamente) seguiti dai giovani tra i 18 ed i 24 anni (22% ed 8,7% uomini e donne).
Il cosiddetto bringe drinking colpisce prevalentemente l’età compresa tra i 18 ed i 24 anni con percentuali di 21% nei maschi e 7,6% per le femmine ed il comportamento viene agito soprattutto in situazioni sociali.
Ogni anno in Italia muoiono 17.000 persone per motivi e patologie legate al consumo di alcolici e la mortalità più elevata è quella che si registra nella fascia anziana della popolazione. Tra le cause di morte vi sono alcune forme di cancro: il 20% dei tumori letali negli uomini è attribuibile all’alcol, per le donne siamo al 6,9%. La cirrosi del fegato nel sesso maschile è attribuibile all’alcol nel 56% dei casi, per il sesso femminile questa percentuale è ridotta al 24%: secondo. Le morti dovute ad incidenti stradali sono attribuibili all’alcol nel 37% dei casi per gli uomini e nel 18% per le donne.
La definizione ovvero il limite stabilito dall’OMS per l’individuazione dell’abuso di alcol è il consumo giornaliero di 60 gr. di alcol per gli uomini e di 40 gr. per le donne, vale a dire 5 e 3 bevande alcoliche quotidiane rispettivamente: coloro che raggiungono e/o eccedono questo limite sono persone che necessitano di trattamento. Al momento in Italia i servizi di alcologia hanno in carico più di 71.000 utenti.