Alcol, le ragazze liguri al primo posto in Italia tra le consumatrici
(Articolo di Giulia Destefanis tratto dal sito http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/04/15/news/alcol_le_ragazze_liguri_al_primo_posto_in_italia_tra_le_consumatrici-111987266/ del 15 aprile 2015)
Dossier dell’Istituto superiore della Sanità: “Il 35% tra i 16 e i 17 anni beve abitualmente”
BEVONO tanto e sin da giovanissime: sono soprattutto le donne liguri a distinguersi, loro malgrado, nell’ultimo rapporto Istat sul consumo di bevande alcoliche che l’Istituto Superiore di Sanità presenterà domani. Perché le donne liguri sono quelle che consumano più bevande alcoliche in Italia: il 56% di loro beve, contro una media nazionale del 51%, il 20% lo fa anche fuori pasto, ma colpisce ancora di più quel 35% di ragazze bevitrici tra i 16-17 anni e quel 34% a rischio di contrarre malattie, che ne fanno le giovani più a rischio dopo le coetanee di Valle D’Aosta e provincia di Bolzano.
I record liguri. Un rapporto impietoso, e ad anticiparlo è il Centro alcologico regionale del San Martino: «I dati sulle donne sono i più allarmanti – spiega Gianni Testino, epatologo e direttore del Centro – Ma non sono gli unici sopra le medie nazionali: lo sono anche quelli sugli uomini e sui giovani. Si beve tanto in Liguria, senza pensare alle conseguenze ».
I dati, dunque: se a consumare alcol è l’80% degli uomini (la media italiana è del 77%) e appunto il 56% delle donne, a superare i livelli di “basso rischio” è il 21% degli uomini (media 16%) e il 10,5% delle donne (media 7%). Superano, cioè, il bicchiere al giorno per le donne e i 2 bicchieri al giorno per gli uomini.
Cresce in Liguria, tra le donne (20% contro una media nazionale del 16%) più che tra gli uomini (38% contro la media del 36,5%), anche il consumo di alcol fuori pasto: «E’ la moda dell’aperitivo in cui si mangia poco e si beve tanto – dice Testino – Bevendo 2 o 3 bicchieri ci si sente sazi, e poi magari non si cena, generando una malnutrizione cronica».
I giovani. Non solo ragazzi: quasi bambini. L’età presa in considerazione dall’Istat per le rilevazioni sul consumo di alcol parte dagli 11 anni. E scorrendo fino ai dati liguri, si scopre che il 12,5% dei giovani liguri tra gli 11 e i 15 anni beve, così come il 10% delle ragazze. La percentuale sale al 50% dei ragazzi e al 35% delle ragazze nella fascia 16-17 anni, nella quale sono alti anche i consumi fuori pasto (27% nei ragazzi, 17% nelle ragazze. Eppure il fenomeno del binge drinking, la moda del bere tanto in poco tempo, magari per passare una serata “alternativa”, coinvolge ad esempio il 9% dei maschi e il 4,4% delle femmine tra
i 16 e i 17 anni, oltre che il 21% dei maschie il 4% delle femmine tra i 18 e i 24 anni.
I rischi. Non si scherza: «I rischi per la salute sono gravi, più gravi per i giovani che per gli adulti, e più per le ragazze che per i maschi ».
Tra i minori liguri, quelli considerati a rischio sono il 12% dei ragazzi e il 10% delle ragazze nella fascia 11-15 anni, il 50% dei ragazzi e il 34% delle ragazze in quella 16-17 anni. «A cosa vanno incontro? – continua Testino – Innanzi tutto al fegato grasso, che presenta il 20% dei giovani sotto i 24 anni. Perché il fegato, a quell’età, ha il 50% della capacità di un adulto di metabolizzare l’alcol».E le ragazze? «Il loro è un organismo ancora più delicato. E il rischio è legato soprattutto ai tumori della mammella: 3 bevande alcoliche a settimana raddoppiano il rischio di insorgenza di tumori benigni durante l’adolescenza, rischio che si moltiplica per 4 se le bevande sono 5 o 6. A questi ritmi, da adulte rischieranno 10 volte in più del normale di contrarre tumori maligni della mammella».
sono, secondo il rapporto, il 26% tra gli uomini e il 12% tra le donne, contro medie nazionali del 23 e 8%): «Si rischia l’insorgenza di diversi tumori, da quelli alla cavità orale a quelli a intestino, fegato, stomaco. Ci si espone in generale a oltre 60
La parola d’ordine è una sola: «Non si tratta di fare allarmismo – conclude Testino – Ma di informare le famiglie: sappiano ad esempio che, se notano nel figlio meno appetito e un cambio delle abitudini, il problema potrebbe essere che beve troppo. E poi dobbiamo convincere scuole e istituzioni che non c’è altro modo per salvare i giovani: bisogna fare prevenzione, spiegare ai bambini che bere non è “cool”, ma espone a tanti rischi». La ricetta di Testino e della sua Società italiana di medicina ecosostenibile? Lezioni a scuola sin dalle elementari, reinserendo ore di educazione civica: la proposta è già nero su bianco, anche nel testo di una legge pronta da proporre al prossimo presidente della Regione.
Dati allarmanti anche tra i più piccoli: nella fascia 11-15 anni, il 12% dei ragazzini fa consumo di bevande alcoliche